Rino Formica
Il Partito democratico rivendica una primazia sulla sinistra senza un’autocritica. Cerca di creare una suggestione elettoralistica pura e semplice, ma non manifesta una concreta volontà per una prospettiva di cambiamento. Sono generali che hanno perso la guerra di questi 30 anni. Il richiamo ai ‘progressisti’, termine che i comunisti utilizzavano per non usare la parola socialisti, è solo un riconoscimento formale che non riprende le ragioni delle origini della memoria che si richiama. Quelle origini furono, 130 anni fa, nella nascita del Psi, ovvero nell’invenzione del primo Partito di massa nazionale, che riuniva realtà disperse, ma già presenti: diverse per ispirazione tra loro, di una classe che era disgregata in plebe, per farne un soggetto politico pienamente inserito nella vita politica nazionale dopo l’Unità. Oggi, non c’è alcun soggetto politico unitario nazionale che raccolga e dia voce politica nella democrazia italiana: tutto è disperso in una aggregazione composita e contraddittoria, da un lato, nell’astensione minacciosa per la dimensione che profila all’orizzonte. E’ da quell’invenzione che occorre ripartire in una situazione che oggi, per molti aspetti, per disordine e fragilità politica, precede il 1892. Ma come fa una sinistra a perdersi sul punto centrale di dividersi se allearsi o meno con un Partito che ha raccolto il populismo e che lo ha portato al governo (caso unico in Europa), dando il colpo di grazia al sistema politico? E che per tutta conseguenza si è liquefatto nel giro di due/tre anni? Oggi, il sistema politico italiano è forse l’unico che non ha più una struttura che regga di fronte alla società, che necessita di rappresentanza. Il drammatico errore della sinistra è stato quello di credere di poter beneficiare della crisi della sinistra storica e poi del sistema, illudendosi di rimanere l’unico bastione di riferimento. E non ha capito che il mancato rispetto e la mancata salvaguardia del sistema politico rappresentativo della società, a partire dal mondo del lavoro, avrebbe travolto prima di altri proprio essa stessa. Detto questo, caro Avanti!, gli auguri di buon Ferragosto sono da accompagnarsi a una testimonianza che resti per il futuro. La invio come mia dichiarazione personale: “Il 15 agosto di 130 anni fa nasceva il Partito socialista italiano. Fu il primo grande partito nazionale della storia post-risorgimentale. Insieme dobbiamo chiedere a Enrico Letta e alla lista unificata Pd-Psi-Art 1 di ricordare l’evento fondativo del movimento organizzato dei lavoratori italiani. Questa è una condizione sine qua non perché Letta possa chiedere il voto ai socialisti senza tessera. Ma accompagnandola con l’impegno a tornare all’antica origine di cui richiama la memoria socialista anche nella lista 'progressista', quello di una rinascita del socialismo socialdemocratico”. E’ questa dichiarazione una testimonianza, non una impotente polemica, di fronte alla verità e alla resa dei conti di una molto probabile disfatta della sinistra italiana. Non solo elettorale, ma definitivamente strutturale.




(articolo tratto dal giornale 'Avanti!' diretto da Claudio Martelli e Stefano Carluccio)

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