Valentina CirilliDopo le fortunate esperienze del 2017 e nel 2018 a Centocelle e del 2019 a Torpignattara, dal 6 dicembre scorso sono state presentate a Roma le nuove ‘campane’ per la raccolta differenziata del vetro, realizzate da una squadra di 15 street artist al servizio della capitale d'Italia. Un vero e proprio atto d’amore che la rassegna artistica ‘Gau 2020’ (Gallerie urbane, ndr) ha voluto dedicare alla ‘città eterna’ e ai suoi cittadini, per riaffermare il concetto di arte come bene comune accessibile a tutti, con un occhio alla raccolta differenziata del vetro e nell’ottica di una più ampia responsabilizzazione verso uno spazio condiviso e una gestione della città capace di trasformare la bellezza dell’arte da momento di mera soggettività a obiettivo comune al quale dedicarsi. Ma in tempi di Covid, la mostra a cielo aperto ‘Gau 2020’ non ha visto solamente la riqualificazione delle campane del vetro, bensì ha proposto tante altre attività digitali dedicate alle generazioni più giovani. Il 5 dicembre sono stati presentati on line i risultati del laboratorio sul riciclo creativo ‘La città ideale di Capitan Riciclo’ e il tutorial ‘Costruisci la tua campana’, mentre il 6 dicembre è stato inaugurato il toccante ‘Muro d’artista’ dedicato alla memoria di Anna Frank: un murale di Alessandra Carloni, dal titolo ‘Il viaggio di Anna’, realizzato sulla parete esterna della scuola ‘Anna Frank’ di Montespaccato. La realizzazione delle campane resterà impressa nel museo vivente della capitale anche grazie alla realizzazione del medio-metraggio ‘Gau’: un video trasmesso on line che ripercorre il teatro che il progetto ‘La città ideale’ ha offerto alla capitale d’Italia con uno sguardo diverso e più creativo. Passeggiate teatrali, esperimenti digitali, video tutorial e bellezza: un regalo alla metropoli capitolina con un ‘occhio’ rivolto alla ‘green art’ e alla difesa dell'ambiente. ‘Gau’ è un’iniziativa promossa da ‘Progetto Goldstein’ nata da un’idea di Fabio Morgan per la direzione artistica e la curatela di Alessandra Muschella, mentre la direzione del ‘medio-metraggio’ è stata affidata a Marta Franceschelli. Un progetto realizzato da ‘E45’, in collaborazione con ‘Dominio Pubblico’, vincitore dell'avviso pubblico contemporaneamente ‘Roma 2020-2021-2022’ ed entrato a far parte di ‘Romarama 2020’: il palinsesto culturale promosso da Roma capitale e realizzato in collaborazione con la Siae. Tutto ciò ci ha indotto a voler incontrare Alessandra Carloni per parlare insieme a lei sia del 'Gau 2020', sia dei contenuti del suo poetico murale intitolato: ‘Il viaggio di Anna’.

Alessandra Carloni, si è conclusa da poco l’edizione 2020/2021 di ‘Gallerie urbane’ (Gau): qual è il suo bilancio in questi tempi difficili?
“Sicuramente positivo: siamo riusciti a portare a termine la manifestazione, nonostante le difficoltà legate al momento storico che stiamo vivendo. Dopo un lungo periodo di chiusura, la gente ha reagito con entusiasmo all’invasione gioiosa degli artisti di strada”.

Il 'muro d’artista' realizzato in memoria di Anna Frank si offre come un modo diverso di raccontare il bisogno di libertà in momenti di buio: da dove nasce l’idea?
“Il ‘viaggio di Anna’ è un'interpretazione surreale e fiabesca, legata al mio stile, sul personaggio di Anna Frank. Eliminando qualsiasi legame con la tragicità e le atrocità dell'Olocausto e pensando all'opera come a un racconto che meglio potesse adattarsi a un contesto scolastico, mi sono soffermata sulla ‘leggerezza’ tipica dell'età fanciulla di Anna, che racconta il suo mondo adolescenziale e i suoi turbamenti nel suo diario, trovando nella scrittura la fuga dalla realtà e la ricerca speranzosa di un domani. Eccola, quindi, come in un sogno sopra una ‘casa volante’ trasportata da una mongolfiera, in un paesaggio indefinito mosso dal vento. Il suo diario è fra gli oggetti sospesi che escono dalla casa, come parti del racconto di formazione che Anna ha trascritto, lasciandoci così una grande eredità storica su una delle ferite più profonde dell'umanità”.

In quest’ultima edizione, numerosi sono stati gli ‘street artist’ che hanno collaborato al progetto Gau: quanto è importante una partecipazione sempre più assidua di nuovi artisti?

“Abbiamo uno ‘zoccolo duro’ di artisti che partecipano a ‘Gau’ sin dalla prima edizione, sono affezionati al progetto, alle tematiche affrontate e sanno come trattare un supporto ostico come quello delle campane della raccolta differenziata del vetro. Inoltre, ogni edizione vede l’avvicendarsi di nuovi artisti provenienti non solo dal mondo della street art, ma anche illustratori, fumettisti e pittori che con il proprio stile e le diverse tecniche riescono a rendere ancora più eterogenea la manifestazione”.

La sensibilizzazione verso la raccolta differenziata del vetro passa anche dall’arte: può essere la giusta via?
“Certamente: rendere bello, divertente e poetico un oggetto di uso quotidiano come le ‘campane’ per la raccolta differenziata del vetro, trasformandolo da mero oggetto funzionale in qualcosa che faccia riflettere, credo aiuti a sviluppare una cura diversa verso il bene comune”.

Le campane di vetro offrono uno sguardo anche sulla società romana: si può dire che le diverse anime di Roma si fondono in uno scenario artistico estremamente variegato?
“Roma è una città d’arte. E la fusione tra l’arte antica di cui è testimone e le nuove forme d’arte come la ‘street art’, credo possano renderla davvero unica nel suo genere”.





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