Carla CeretelliDa esponente liberaldemocratica favorevole alle vaccinazioni, colgo con sfavore l'esibizione mediatica 'circense' di questi giorni, più da imbonitori che da scienziati. Domenico Arcuri, come al solito, esterna uno dei suoi tanti pensieri più o meno oscuri e banali, sostenendo che il virus diventa pericoloso solo se attacca le persone. I 'supercommissari', invece, lo sono sempre. E ottengono il 'Premio Lapalisse'. "Il virus in sé non è preoccupante", ha dichiarato, "lo diventa quando attacca il corpo di una persona, specialmente se attacca persone fragili e vecchie". Ora, detto francamente, questo ormai lo ha capito anche il mio gatto. E la gente dovrebbe fidarsi? E va bene: non sono comunicatori conclamati, ma prima di 'sparare' ovvietà non potrebbero pensarci su almeno un pochino? E il concetto di "vaccinazione simbolica"? Da quale teoria discende, di grazia? Cosa significa? Che ti iniettano una soluzione fisiologica? Un placebo? Siamo di fronte a una comunicazione davvero pietosa, se si va a scomodare la simbologia per spiegare alle persone la cosa più semplice. E cioè che s'intende dare il 'buon esempio'. Potevate, inoltre, risparmiarci la sfilata di camion che trasportano i vaccini: davvero non ne abbiamo compreso le motivazioni. Vero è che, questa volta, per lo meno non trasportavano salme. Ma rimane una decisione da idolatria dello Stato, tipica delle dittature. "Il viaggio segreto dei 'camion-frigo' che hanno portato i vaccini in Italia", titolava due giorni fa l'Agenzia Italia; oppure: "I protocolli di sicurezza sono strettissimi, assolutamente riservati e coinvolgono non solo le forze di sicurezza, ma anche i servizi segreti". Infatti, il furgone scortato dai carabinieri e seguito passo passo da stampa e televisioni, con grandi insegne sulle fiancate, non dava per nulla nell'occhio. Non lo ha proprio notato nessuno. Secondo il parere di intenditori e specialisti, a parte la Cina comunista, che fa testo a sé, tutti i Paesi occidentali si trovano sulla stessa 'barca', qualunque metodo abbiano seguito per gestire la pandemia. In attesa di un vaccino, naturalmente non curativo, ma preventivo: "Il più sicuro possibile", anche se la sicurezza assoluta, in natura, non esiste. Vacciniamoci, dunque, dato che si tratta di farmaci ormai testati. Ma cerchiamo anche di individuare per tempo i sintomi della patologia e iniziare prima le terapie più corrette. E si cerchi di far funzionare le '4 T' - Testare, Tracciare, Trattare e Trasparenza - insieme al distanziamento, la mascherina e il gel, ormai esaurito quasi da tutte le parti. E se, per una volta, il capodanno dovremo farlo in privato non muore nessuno. O si muore di meno che in discoteca. Poi, ciascuno faccia le sue scelte. In totale libertà, che tanto il controllo fa 'acqua' da tutte le parti. Del resto, "promulgare leggi, regolamenti o Dpcm sapendo di non essere in grado di farli rispettare è velleitario, ridicolo e screditante per le istituzioni", ha sottolineato l'amico 'feisbukiano'. E comunque, in completa autonomia, ma con autodisciplina, prudenza e buon senso. Tanto, in questa 'pandeconomia profonda' ormai è inutile fare scongiuri, procurare allarmismi o teorizzare negazionismi astratti. La nostra patologia cronica, oltre all'ormai obsoleta burocrazia di sinistra, è il 'mammismo', il 'nonnismo' da caserma e l'ideologismo di massa. Oltre al caos 'caotico-sanitario' e politico c'è l'ingarbugliamento fra le due forme di delirio che ci vengono propinate. Sempre l'una contro l'altra. Intanto l'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, comunica e sostiene che la vaccinazione non consentirà, a breve, di tornare alla vita normale, nonostante l'efficacia molto alta dell'attuale vaccino. Infatti, una parte dei vaccinati probabilmente non svilupperà difese immunitarie. Inoltre, non è chiaro, ancora, se la vaccinazione impedisce solo la manifestazione della malattia o anche la trasmissione del virus. Probabilmente sì, ma il dato scientifico ancora manca: "Lo scopriremo solo vivendo", per dirla con Battisti e Mogol. Dunque, la vaccinazione non rilascia alcuna patente di libertà. E occorrerà continuare ad adottare comportamenti corretti e misure di contenimento. Sebbene sia plausibile che la vaccinazione protegga dall'infezione, ancora non è chiaro se i vaccinati si possono ancora infettare, seppur in modo asintomatico o paucisintomatico e, dunque, contagiare altri. E' necessario, in ogni caso e per prudenza, continuare con le misure di protezione, sia per i vaccinati, sia per chi viene in contatto con loro. "Dovremmo guardare alla Cina per uscire dall'emergenza".  Ormai questa frase è diventata un 'mantra', ripetuto per mesi durante il 'lockdown'. Proprio la Cina, certamente, che ha dato i 'natali' al coronavirus e che, per mesi, ha omesso di fornire al resto del mondo le informazioni necessarie per difenderci. Un virus improvvisamente scomparso in tutto il Paese, così come sono scomparse quasi del tutto le notizie. Una ex showgirl, oggi residente in Cina, mostra alcune foto dalle quali appare evidente che la vita lì non sia affatto ripresa normalmente: mascherine e distanziamento fanno ancora parte della quotidianità, anche per i cinesi. Del resto, gli orientali la mascherina l'hanno sempre usata. "Molti mi hanno chiesto qual è la situazione del vaccino in Cina e a Hong Kong e cosa farò. In Cina, al momento, sono state vaccinate 1 milione di persone (su 1.4 miliardi, ndr). È prevista la vaccinazione di 50 milioni di persone, ma la risposta della gente è molto 'tiepida' per ammissione delle stesse autorità, che non stanno forzando la mano. A Hong Kong sarà disponibile forse a gennaio. E forse, verrà data la possibilità di scegliere quale vaccino. Io sono per la libertà vaccinale (il cosìdetto 'consenso informato'), che è un diritto riconosciuto in tutto il mondo dalla Dichiarazione di Helsinki, dalla Dichiarazione dell'Unesco e dalla Dichiarazione di Norimberga. E io e la mia famiglia non faremo il vaccino". E se lo dice Heather Parisi, nota vaccinologa e immunologa, dobbiamo proprio tenerne conto...





Coordinatore Regionale Toscana dei Liberaldemocratici italiani

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