Dario CecconiStop al prestigioso premio letterario per l'infanzia 'Laura Ingalls Wilder Award', che viene consegnato negli Stati Uniti, a cadenze irregolari, sin dal 1954, come riconoscimento per autori o illustratori di narrativa per bambini. I romanzi dell'autrice, tra cui anche la serie per ragazzi 'La casa nella prateria', sono razzisti. Lo ha deciso l'Association for Library Service to Children, una sezione dell'associazione americana dei bibliotecari. D'ora in poi, il premio letterario dovrà chiamarsi 'Children's Literature Legacy Award' e non dovrà, dunque, essere più citato il nome dell'autrice. Il telefilm, prodotto per la tv in 204 episodi e 6 lungometraggi, narra le vicissitudini di una tradizionale famiglia americana di fine XIX secolo, gli Ingalls, che vive in una sperduta fattoria nei pressi di un paesino del Minnesota. Vicende assolutamente innocue, penseranno tutti coloro che, da bambini, hanno seguito le avventure degli Ingalls. Invece, non è così: le opere della signora Wilder restano oggetto di studi e di analisi letterarie che mettono spesso in luce sentimenti 'anti-amerindi' e 'anti-neri', ha spiegato l'associazione dei bibliotecari per bambini (Alsc) in un comunicato. L'ente sostiene che l'eredità dell'autrice è complessa e che l'opera della Wilder non è universalmente accettata. I suoi libri sono il prodotto della sua vita, delle sue esperienze e delle sue prospettive in quanto donna bianca della sua epoca. Esse 'fotografano' un atteggiamento culturale discriminatorio verso gli indigeni e le persone di colore. 'La casa nella prateria' fu scritto nel 1935 e fa parte della serie di libri conosciuta come 'Little House'. I romanzi narrano la storia di papà Charles, mamma Caroline e delle loro quattro figlie: Mary, Laura, Carrie e Grace. Sono tutti narrati in terza persona e Laura Ingalls svolge il ruolo di personaggio centrale e protagonista. Il telefilm, invece, andò in onda per la prima volta negli Usa l'11 settembre 1974, con episodi di 50 minuti. Negli Stati Uniti, nonostante l'abolizione della schiavitù (1865), i neri continuarono a essere discriminati negli anni a seguire, nonché perseguitati dal terrorismo del Ku-Klux-Klan fino al 1964, quando con un'ondata di manifestazioni antirazziste si ottenne il divieto di ogni legge discriminatoria. Ciononostante, l'emarginazione sociale dei neri, così come degli ispanici, non è ancora del tutto scomparsa. Riflettendo su questa vicenda, però, viene da chiedersi se e a quali livelli 'La casa nella prateria' abbia effettivamente contribuito a veicolare il pensiero di qualcuno, diffondendo pericolosamente la cultura del razzismo.


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