Chiara Lucacchioni

Ai tempi di Tangentopoli ero una bambina. Oggi sono una donna e, come insegna il pensiero socialista, l’individuo si forgia sull’insegnamento, sulla cultura libera e sulla rilettura della Storia in chiave riformista. Proprio per questo ora posso dire la mia. I socialisti, non i tanti ex ma quelli che ancora lo sono, non dimenticano: non potranno mai farlo. Oggi, dopo 15 anni di silenzi camuffati o mezze verità, D’Alema e Veltroni scoprono l’acqua calda: la questione morale della politica esiste, non solo all’interno del Pds – Ds – Pd, ma contamina l’intero ‘sistema – politica’. Ma i lor signori dov’erano quando Bettino Craxi pronunciò le stesse esatte parole nel ‘92 nel suo discorso alla Camera dei Deputati? Stettero ben saldi nelle loro poltrone e tacquero, soffiando sul fuoco di Mani Pulite, nella speranza che travolgesse solo Psi e Dc, cosa che in parte avvenne. La stessa classe dirigente che oggi si ostina a non riconoscere gli errori del passato. Rileggo in molti giornali l’ipocrisia di allora. Un’ipocrisia cieca, che dopo l’89 non seppe capire quale fosse l’unica strada politica percorribile: costruire, come in tutti i Paesi europei, un grande partito socialista. Ancora oggi ci portiamo dietro gli strascichi di un accanimento giudiziario senza precedenti. Un accanimento, che definisco, alla “tre moschettieri”: tutti per uno e uno per tutti. Ha pagato uno per tutti e tutti hanno giocato al massacro su un unico, scomodo, soggetto politico. Definirsi socialista oggi viene percepito ancora come una bestemmia, ma fortunatamente ci sono ancora menti lucide e parole sagge che sanno come tenere alto il nostro orgoglio. Grazie, quindi, a Rino Formica. Sappia che non è solo. Ci sono tanti giovani che sostengono il suo pensiero, che sperano in una rinascita dovuta, non solo auspicabile, del socialismo liberale, autonomo e riformista per costruire un centro - sinistra degno dei nostri padri. L’unico partito di ‘sinistra’ presente in Parlamento (ovviamente nella categoria è esclusa l’Idv) si sta arrovellando e dividendo sulla tassa Sky, su aderire o meno allo sciopero della Cgil, sulle spinose questioni Napoli e Firenze. Nessuno parla di pane, di lavoro, di scuola (se non in maniera faziosa e strumentale), di infrastrutture. Nessuno parla di noi, gente comune, e dei nostri problemi. Per questo, c’è bisogno dei socialisti. Non sono giustizialista, sia chiaro, ma la storia è un intreccio di vittime e carnefici: è una ruota che gira. Mi auguro, che non sia arrivato il loro turno.




Reponsabile politiche giovanili del Partito socialista
(articolo tratto dal quotidiano 'il Riformista' dell'11 dicembre 2008)
Lascia il tuo commento

Fabrizio Federici - Roma, Italia - Mail - venerdi 12 dicembre 2008 12.18
Condivido in pieno, da socialista riformista come sono da sempre( basta vedere la mia email, tra l'altro...!)!Sono disponibile per collaborare, c'è bisogno di prese di posizione chiare in questo senso ( e bravo Rino Formica, non devi più rimanere ai margini!) Fabrizio Federici, giornalista pubblicista


 1