Raffaella UgoliniLo scorso mese di maggio, presso l'Underdog's di via dei Sabelli 17 in Roma (zona San Lorenzo), si è tenuto un 'aperitivo-dibattito' sul tema 'Psicologia e scuola quale futuro', organizzato dalla psicologa, psicoterapeuta ed esperta in formazione: Francesca Andronico. Alla tavola rotonda hanno partecipato figure di spicco del mondo educativo-psicologico. L'aperitivo-dibattito è una forma di interazione di argomenti importanti in un contesto informale, in cui i vari 'stakeholders' possono relazionarsi positivamente nell'affrontare argomentazioni delicate,  trovando la 'chiave' più efficace per un'alleanza pedagogica, in un contesto così complesso come quello educativo odierno. Da questo punto di partenza, si punta verso un 'canovaccio' di incontri sempre più strutturati, che concilino il mondo della psicologia, della didattica educativa sperimentale e del giornalismo specializzato. Sono tre le principali aree di interesse per gli adulti che, in diversi contesti e circostanze, si relazionano con bambini e adolescenti: a) la dimensione didattica; b) quella della socializzazione; c) quella dei comportamenti a rischio.

LA DIDATTICA
Per quanto riguarda la didattica, è importante considerare l'apprendimento, la motivazione e la possibilità di costruire una propria progettualità, come dimensioni interagenti tra loro: 1) apprendimento: è importante individuare preventivamente le difficoltà legate all'acquisizione dei processi di automatizzazione di lettura, scrittura e calcolo, distinguendo questi dalle difficoltà legate ad una metodologia di studio disfunzionale; 2) motivazione: dietro una scarsa motivazione possono nascondersi difficoltà di apprendimento, deficit di attenzione, difficoltà emotive di cui vanno individuati i segnali, per prevenire il 'drop out' scolastico; 3) progettualità: l'investimento scolastico può essere rinforzato da un orientamento focalizzato sull'individuazione preventiva delle aree di vulnerabilità e delle specifiche risorse di sviluppo.

LA SOCIALIZZAZIONE
La socializzazione ha a che fare con l'appartenenza al gruppo dei pari ed è un aspetto importante per la crescita dell'individuo. Essa può avvenire in contesti scolastici e extrascolastici, ma vanno individuati tutti gli indicatori di rischio per prevenire la dispersione scolastica e, più in generale, lo sviluppo di problematiche emotive e comportamentali in età evolutiva.

COMPORTAMENTI A RISCHIO
I comportamenti a rischio sono più frequenti in adolescenza e possono riguardare temi come la tutela della privacy, l'abuso di sostanze o la sessualità promiscua. Possono influenzare negativamente una o più delle precedenti aree. Per questo motivo, è importante riuscire a capire quali segnali che permettono di comprendere quando un comportamento legato a una particolare fase evolutiva diventa un comportamento a rischio, quindi potenzialmente dannoso per lo sviluppo. Come spiega la dottoressa Andronico "genitori e insegnanti sono per bambini e ragazzi importanti figure di riferimento, che con i loro comportamenti e atteggiamenti possono influenzare negativamente e/o positivamente il percorso di crescita in età evolutiva. Bisogna, inoltre, considerare che i bambini e gli adolescenti utilizzano spesso canali comunicativi diversi da quello verbale, per esprimere vissuti, pensieri e difficoltà. A tal proposito, è importante fornire agli adulti di riferimento chiavi di lettura e strumenti utili per relazionarsi con bambini e ragazzi. In questa sede", prosegue la Andronico, "si è dunque proposto uno spazio di confronto sulle possibili problematiche che si possono manifestare nella relazione tra bambino e adulto e i segnali predittori di disagio a cui prestare attenzione. Dev'essere, inoltre, condivisa la visione sistemica entro cui scuola, famiglia e studente sono inseriti, per avviare una riflessione sull'importanza del confronto e della coerenza tra le parti". E' stato anche avviato uno confronto sulla posizione della Commissione europea, che ritiene come miglior esempio di investimento sociale proprio i bambini e la scuola. A dimostrarlo sono i risultati positivi dei progetti che sono stati realizzati attraverso i finanziamenti dei programmi europei, grazie a indicatori di sviluppo sociale ed economici di giovani adulti che hanno beneficiato delle azioni svolte attraverso i suddetti programmi. Si suggerisce, dunque, una panoramica sulle 'best practices' a livello europeo, in cui si applichi un approccio integrato, dando importanza non solo alla formazione degli insegnanti, ma anche all'educazione dei membri della famiglia e della comunità, al fine di eliminare gli ostacoli strutturali e a far 'convivere' la prevenzione con il sostegno. Al dibattito ha fatto seguito uno spazio finale di 'question time', così da stimolare l'interazione sui citati contenuti. Si auspica, per il futuro, una partecipazione più ampia delle diverse professionalità del mondo della scuola e, altresì, della componente genitoriale, per un dibattito fruttuoso e collaborativo che sia il punto di partenza per una serie di altri interessanti 'aperitivi-dibattiti', fonte di stimolo per la trattazione di altri focali argomenti sul mondo educativo-didattico.


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