Dopo i fatti di Zurigo e il trasversale ostruzionismo di molti esponenti cattolici alla normazione di un qualsiasi tipo di testamento biologico o di direttiva anticipata di fine vita, crediamo necessario provare a suggerire un ritorno delle forze moderate, o sedicenti tali, verso una laicizzazione della dottrina politica cattolico-democratica. Un rientro nell'alveo della credenza 'in partibus', che conferisca un forte grado di rinnovamento etico e di responsabilizzazione individuale di coloro che professano una fede religiosa. Non è più tempo di attendere redenzioni o invocare la buona volontà dei santi, poiché risulta ormai urgente richiamare quella dei singoli individui. Una sorta di 'fede laicizzata' impone una serie di prese d'atto tutto sommato piuttosto chiare: a) non aspettarsi nulla dagli altri rispetto a ciò che chiediamo a noi stessi; b) richiamarsi a un principio di libero arbitrio che imponga un rinnovato senso del dovere, da attuare attraverso un profondo sentimento di autocoscienza organizzativa; c) dare valore anche a ciò che è opera, scelta e decisione del singolo individuo. A prescindere da riti e simbolismi, chiedere una 'via liberale' al cattolicesimo-democratico implica inoltre: 1) il coraggio di riflettere anche in antitesi con le proprie convinzioni più radicate; 2) aprirsi a un'autocritica superatrice di quell'ambizione a identificarsi con una dottrina morale 'naturale', nella pretesa di annettere l'intera società a un'unica visione del mondo, a un solo modo di intendere e impostare la vita privata, i rapporti sessuali, i legami di paternità e di maternità. La morale cattolica, posta oggi innanzi alla modernità, si dimostra al contempo monolitica e astratta: monolitica, poiché dotata di scarsa agilità all'interno di una secolarizzazione che rischia di 'ghettizzare' i cattolici stessi negli angusti confini dello spiritualismo esoterico; astratta, in quanto la sua tendenza alla deresponsabilizzazione individuale e alla non decisione, la rende superata di fronte a un mondo in cui nessun essere umano é più disposto a diventare oggetto di una volontà teologica, trascendente, omologativa e assoluta, bensì avanza ogni giorno nella direzione di un soggettivismo tendente a giungere persino al limite di 'sganciarsi' da ogni genere di etica valoriale o di principio che dir si voglia. Proprio per quest'ultima conseguenza, che si pone innanzi agli occhi dei laici medesimi come un Giano bifronte, tendente a sottoporre il singolo individuo a prove estreme e spesso opposte tra loro, chiediamo con dovuto rispetto un rinnovamento pieno dell'impegno politico cattolico-democratico, affinché esso sappia aprirsi al dubbio riflessivo con umiltà, abbandonando vetuste certezze.