Vittorio CraxiNel suo libro 'Rivoluzione socialista', edito di recente da Castelvecchi, l'attuale Governatore della Toscana, Enrico Rossi, ha avviato una riflessione utile per la sinistra italiana, non nascondendo gli errori politici commessi dall'attuale Pd. Inoltre, egli ha cominciato, seppur timidamente, un processo di revisione politica, teso a rivalutare e rilanciare la 'questione socialista', nella sinistra e nel Paese. Le nuove sfide e le difficoltà del presente possono essere affrontate mantenendo coerenti le nostre impostazioni di fondo, senza scartare, o peggio essere subalterni, ai poteri 'esondanti' della finanza internazionale e delle burocrazie continentali. La conseguenza logica del ragionamento di Rossi lo porterebbe a schierarsi con nitidezza nell'ampio fronte del 'No' alla riforma costituzionale e per l'elezione di un'Assemblea costituente: non lo ha fatto e questo è l'unico punto critico che gli muovo. In ogni caso, io penso vada sviluppata una nuova stagione di pensieri e riflessioni di lungo periodo, in grado di superare le ansie di un rinnovamento 'frettoloso' e di un pragmatismo senza princìpi, che sembra essere la 'cifra' di tanta parte del centrosinistra in questi ultimi due anni che hanno contrassegnato la stagione di Renzi, il quale ha cercato di cambiare, non riuscendovi, i parametri di riferimento della sinistra riformista italiana. Ma un socialismo moderno, adatto ai nostri tempi, può rivivere se ci si rinnova mantenendo il proprio legame con la tradizione: solo in Italia sono scomparse le culture politiche che continuano a essere presenti in tutto l'occidente europeo. E quest'anomalia deve necessariamente finire, perché la 'questione socialista' resta fondamentale.




Coordinatore nazionale del Comitato socialista per il 'No' alla riforma costituzionale

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Giovanni Caciolli - Firenze Italia - Mail - martedi 13 settembre 2016 16.24
Non ho letto il libro Di Rossi, ma ho avuto modo di ascoltarlo in varie occasioni, e anche di leggere qualche articolo che appare in qualche quotidiano, secondo il mio concetto ma anche di altri socialisti esso cerca con disperazione uno smarcamento politico da Renzi, ma purtroppo è impossibilitato e i fatti lo dimostrano, infatti è uno dei firmatari del si convinto e super convinto, e appoggia pure l'italicum, credo che più renziano di così non si può. Forse Vittorio Craxi leader di Area Socialista promotore del comitato del no giustamente come lo sono io, si è fatto attrarre dal governatore toscano perché esso in primavera presentò un simbolo con la scritta Socialdemocrazia, credo che tale iniziativa sia durata circa una settimana, i colonelli del Pd tosco-renziano lo hanno immediatamente esiliato dai ranghi del partito. Infatti è rientrato zitto e buono nelle file del Pd. Questa in parole povere è la situazione del compagnuccio Enrico Rossi, mi ricorda tanto le vicende dei vari Gavino Angius, Fabio Mussi e di Beppino Caldarola, personaggi che volevano far parte della costituente Socialista nel 2008, Concludendo, dico da craxiano che di certi tipi ne faccio a meno. Giovanni Caciolli


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