Vittorio LussanaDopo lo spodestamento del Governo Letta e fino alla spinosa questione della presidenza della Repubblica, il segretario del Partito democratico, Matteo Renzi, aveva mantenuto comportamenti razionali e comprensibili. La 'giravolta' su Roma di questi ultimi mesi, invece, non l'abbiamo del tutto compresa. C'è chi dice che egli non riesca a svolgere con lucidità il proprio ruolo di leader del Pd, poiché troppo impegnato a fare il premier. Noi pensiamo che le cose non stiano affatto così: le decisioni prese nell'ombra in merito all'affaire Marino tradiscono un riposizionamento 'centrista' del Partito mosso dalla speranza che esso possa, in futuro, trasformarsi nella nuova 'Arca di Noè' del mondo cattolico-democratico e moderato. Un'operazione che, sventuratamente, non riuscirà, poiché la questione non verte unicamente nell'attrarre l'intero mondo 'maritainiano', bensì anche quello dell'apotismo qualunquista italiano. Una galassia che non appartiene al sistema planetario dei vecchi liberali più o meno massoni, bensì a una 'nebulosa' che, sin dai tempi della caduta del fascismo, si è sempre mimetizzata in svariate formazioni politiche, dall'Uomo qualunque dell'ex teatrante Guglielmo Giannini, alle correnti più ciniche e accidiose della Dc. Si tratta di ambienti sociali e di potere che un Partito impegnato a riunire il riformismo cattolico, quello socialista e quello liberale non intercetterà mai. A suo tempo, l'apotismo italiano fu capace di promettere "un'onda lunga" di consensi, suggerendo la costruzione di un preciso 'scenario divisorio' a sinistra, in attesa di quel tracollo comunista ampiamente prevedibile sin dalla seconda metà degli anni '80 del secolo scorso. Si trattava di un ragionamento sensato, per quei tempi. Tuttavia, quel progetto si tradusse in un metodo strumentale per agganciare il Psi di Bettino Craxi, al fine di 'rimpinzarlo' di 'male erbe': affaristi, opportunisti e 'pasticcioni' di svariato genere e tipo, che finirono col desertificare prima e distruggere poi la più antica tradizione politica della sinistra italiana. Per non parlare dei numerosi 'colleghi', di provenienza Msi, fatti entrare alla 'chetichella' in Rai e che, sin da allora, è stato pressoché impossibile riuscire a 'schiodarli' dalle proprie posizioni di 'rendita'. Si tratta, cioè, sempre della stessa illusoria 'promessa', che rischia di condurre anche Matteo Renzi verso l'isolamento e la sconfitta: la suggestione di una restaurazione di quel blocco unico di consenso populista e piccolo borghese, che garantì la stabilità del fascismo, il mezzo secolo di potere democristiano e, infine, il gaglioffo ventennio di 'berlusconismo' da basso impero. Nella logica 'cialtrona' dell'apotismo italiano, come al solito si sta semplicemente giocando allo 'schiaffo del soldato'. Ed è anche un po' triste spiegarlo proprio nei giorni in cui si ricorda il 40esimo anniversario del massacro di Pier Paolo Pasolini all'idroscalo di Ostia. Un ragazzo intelligente come Matteo Renzi dovrebbe essere maggiormente consapevole dei rischi che simili operazioni di 'ricollocamento' ideologico comportano. E di come siano spesso aleatorie, volatili e quasi sempre assai 'parziali' le 'millantate' promesse provenienti da alcuni ambienti di potere, tra i quali possiamo annoverare anche un bel 'pezzettino' di Vaticano, dato che non stiamo facendo riferimento ai soliti 4 libertini 'inviperiti' del vecchio mondo liberal-massonico, bensì del più 'strisciante' dei neonazismi meta-politici. Dopo il capolavoro in negativo di un Consiglio comunale capitolino sciolto dall'esterno, cioè senza nemmeno prendersi la briga di passare da quell'Aula 'Giulio Cesare' che avrebbe dovuto essere il palcoscenico naturale per sfiduciare il sindaco di Roma, Renzi è tenuto a sapere sin d'ora che non riuscirà a ricondurre sotto l'ombrello del Pd capitolino quell'elettorato della 'Roma bene' (si fa per dire...) frequentatore dei 'circoli di fiume' della buona borghesia dei commercialisti, degli avvocati e dei ragionieri. In un Paese profondamente cattolico come il nostro, è necessario ricordare a se stessi che non si può essere "servitore di due padroni", poiché prima o poi si scontenterà l'uno per accontentare l'altro, oppure si finirà col tradire ambedue. Ed è persino assurdo che debba essere un esponente del mondo laico a rammentare a un presidente del Consiglio dei ministri di provenienza cattolica un principio dettato proprio dalla filosofia morale cristiana. Eppure, questo è il solo e più diretto modo per cercare di avvertire l'attuale premier intorno a quei pericoli di 'corto circuito' che, in passato, sono stati capaci di eliminare, anche drasticamente, leader ed esponenti politici considerati, sino al giorno prima, egemonici e vincenti. Il 'copione' è sempre lo stesso, qui da noi. Da millenni. Faccia dunque molta attenzione, il 'giovin virgulto' della politica italiana: il suo disegno è chiaro e persino promettente, se osservato secondo una precisa 'ottica' di stabilità socio-economica del Paese. Cerchi tuttavia di smetterla con gli agguati e le 'coltellate' alla schiena, poiché tali comportamenti non sono affatto gli unici ed esclusivi metodi di eliminazione politica, all'interno di certi ambienti di potere. Ambienti che si prendono assai spesso il lusso di cambiare le 'carte in tavola' a proprio piacimento. E quando ciò accade, la responsabilità non è mai né di Roma, né di Suburra, ma dell'intera società italiana.




Direttore responsabile di www.laici.it e della rivista sfogliabile 'Periodico italiano magazine' (www.periodicoitalianomagazine.it)

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Renzo - Milano - Mail - sabato 7 novembre 2015 11.57
Poi cominciano i calci nelle palle ???
Massimo - Roma - Mail - martedi 3 novembre 2015 1.18
Muoia Sansone con tutti i Filistei, ma nel caso di Marino... "muoriamo noi Filistei con tutto Sansone!"
Renato Delfiol - Firenze - Mail - lunedi 2 novembre 2015 22.2
Il fatto è che Renzi dimostra più che altro di voler governare da solo, cercando volta volta le alleanze utili. Un tempo veniva definito trasformismo, e ha portato molti mali alla società italiana...Anche io credo che questa strategia sia alla fine perdente. Conquisterà il centro e vi assorbirà parte della destra, ma potrebbe perdere molti elettori della sinistra, da cui proviene (anche della sinistra cattolica). La mia impressione è che Marino dava ombra e avrebbe potuto essere uno sfidante.
Marina - Urbino - Mail - lunedi 2 novembre 2015 15.43
La bocca della Verità...
Roberto - Roma - Mail - lunedi 2 novembre 2015 10.49
Le solite logiche di potere: anche se non amato, un sindaco di Roma qualsiasi casomai fosse riuscito a far qualcosa di buono poteva essere pericoloso. Meglio farlo fuori subito. Beghe interne gabellate come problemi della città. Questa volta sono abbastanza d'accordo con il suo editoriale.


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