Vittorio LussanaNata a Venezia, ma cresciuta a Milano, Caroline Pagani è una presenza garbata e spiritosa, un'attrice e drammaturga dalla solida preparazione accademica. I suoi spettacoli colpiscono per una comicità 'elegante': così, per lo meno, la giudicano i critici teatrali della 'piazza' romana, spesso presi in 'contropiede' da forme di umorismo più sottili, ma non per questo meno efficaci. Lo spettacolo che Caroline Pagani ha recentemente presentato al Roma Fringe Festival 2015, intitolato 'Luxuriàs', si è permesso di sottolineare, con vivace intelligenza, come Dante Alighieri probabilmente abbia commesso un errore: ha tramandato ai posteri una Francesca da Rimini fedifraga e peccatrice, finita all'Inferno, nel 'girone' dei 'lussuriosi', in quanto colpevole di aver tradito il marito, Gianciotto Malatesta. Ma rivisitando la vicenda con gli occhi di oggi, ci si rende conto di trovarsi di fronte a uno dei primi 'femminicidi' documentati dalla letteratura. E ciò solamente per aver ceduto, in un attimo di debolezza, alla tentazione di scambiarsi un bacio con il giovane 'cognatino' Paolo. Era ormai giunto il momento di rimettere le cose 'a posto' e fare giustizia, ponendo in evidenza come anche il grande Dante Alighieri qualche 'problema', nei confronti delle donne, ce lo aveva eccome.

Caroline Pagani, al Roma Fringe Festival di quest'anno hai presentato lo spettacolo 'Luxuriàs': puoi spiegarci, innanzitutto, perché questo titolo con l'accento sull'ultima sillaba?
"Perché così era più 'testoriano': volevo, cioè, un impatto più popolare, che non si confondesse con altre 'cose'...".

Quindi, si tratta un titolo tipicamente 'romagnolo', dato che hai fatto rivivere una Francesca da Rimini che si esprime tramite questo dialetto?
"Sì. Ovviamente, lo spettacolo prende spunto dal V canto dell'Inferno, cioè dal notissimo episodio di Paolo e Francesca. In realtà, l'idea era nata per un festival che aveva come tema 'Buoni e cattivi'. E siccome Francesca è stata una ragazza molto sfortunata e il materiale umano che avevo per farla rivivere era composto solamente da me stessa, dato che la mia 'compagnia' sono io, ho pensato che potevo essere credibile nell'interpretarla. Inoltre, si tratta di un personaggio dall'effetto 'Gioconda', molto stratificato. Infine, m'interessava affrontare il tema del 'femminicidio', ma in una 'chiave' brillante, 'slittando' dal mito di Francesca per portarla alla contemporaneità, attualizzando il personaggio".

Infatti, hai proposto una Francesca 'equilibrata', che parla in romagnolo, ma non deborda verso una modernità 'vuota': hai preferito rendere omaggio a una ragazza molto dolce, che durante la sua breve esistenza non ha nemmeno potuto vivere appieno i suoi anni giovanili?
"Sì: era troppo facile 'buttare' tutto sulla parodìa. E rischiava di diventare uno spettacolo di 'cabaret', con tutto il rispetto per il 'cabaret', che anche amo. Diciamo che mi sono permessa il 'lusso' di non essere 'ammiccante' a tutti i costi. Anche perché, per far questo, ci sono altri 'spazi': la televisione e altre 'cose'. Il pubblico del teatro viene per pensare: se può farlo divertendosi e godendo di un intrattenimento, tanto meglio. Ma non era quella l'operazione che m'interessava fare, né come artista, né come attrice".

Anche se, nel 'tuo' Inferno, Francesca si ritrova con Moana Pozzi: dunque, anche lei è 'finita' nel 'girone' dei lussuriosi, secondo te?
"Sì, ma questo rende ancor più ingiusto che Francesca sia stata messa lì. Lei era posseduta dall'eros, non era una che si 'vendeva': lei amava il suo Paolo...".

Quindi, hai 'spostato' la vicenda sul versante dell'amore 'trecentesco' per non 'deragliare' verso una comicità facile?
"Il pericolo era esattamente quello: 'farla facile'. Probabilmente, sarebbe stato tutto più semplice e, forse, sarei riuscita ad avere anche più pubblico: pago un 'prezzo' per queste scelte. Ma, ripeto, era troppo semplice 'buttarla' in 'caciara'...".

Tu sei popolare anche per la tua simpatia personale: al 'Fringe' di due anni fa avevi già proposto, con lo spettacolo 'Hamletelia', una rivisitazione di Ophelia decisamente 'brillante': ci parli un po' di te? Come nasci? Che studi hai fatto? Che specializzazioni hai?
"Nasco da madre polacca e padre nord africano, in quanto nato a Tripoli quando la Libia era una colonia italiana. Ho studiato un po' qua e un po' all'estero e, sin da prima che nascessi, i miei vicini di casa erano Giorgio Strehler, Valentina Cortese e Andrea Jonasson. Quindi, sono rimasta sin da subito 'intrappolata' nelle loro 'spire'. Poi, mi sono laureata in Filosofia, con una tesi in Storia del teatro inglese. Dopodichè, ho preso un'altra laurea, non prevista, in drammaturgia, con una tesi sull'eros in Shakespeare, ovvero: gli 'amanti shakespeariani'. In seguito, grazie a una borsa di studio, ho anche frequentato lo 'Stella Adler Studio of Acting' di New York, lavorando e studiando. E così nacque il mio amore per Shakespeare, tant'è che il mio primo spettacolo s'intitola, appunto: 'Shakespeare's lovers'...".

Insomma, sei un'appassionata di teatro 'shakespeariano', eppure non sembri affatto la classica attrice d'accademia 'debordante': anche in questo, dimostri un tuo equilibrio 'originale', da cosa dipende?
"Non è difficile fare certi 'tromboneggiamenti': se sai fare quelli, puoi fare tutto. Quindi, ho imparato a fare anche quelli. Tuttavia, in genere scelgo di 'calibrare' i miei comportamenti".

Quali sono i tuoi prossimi progetti?
"Voglio mettere in scena un testo di Steven Berkoff, che ho tradotto: 'The secret love life of Ophelia'. Lo so che lo faranno in tanti, ma non me ne 'frega' niente: voglio farlo con la mia traduzione e lo farò a tutti i costi. Poi, ho in progetto uno 'spettacolo-concerto' su Herbert Pagani, cantautore e artista visivo, di cui devo trovare la produzione. Eppoi, ho un progetto anche per il Veneto e per Venezia in particolare: una rivisitazione di Otello intitolato 'Desde-Mona'. Un titolo, ovviamente, fatto apposta per trovare pubblico".

Vuoi aggiungere ancora qualcosa sul tuo 'Luxuriàs'?
"Sì: voglio ricordare il mio co-autore, Filippo Bruschi, professore di Storia del teatro, drammaturgo e traduttore, che in questo periodo è a Parigi. L'idea di 'Luxuriàs' è partita da me, ma il testo lo abbiamo scritto a 4 mani, chiedendoci come la 'povera' Francesca, che si chiamava da Polenta - paradossalmente il nome del marito assassino - ed è passata alla Storia come Francesca da Rimini mentre invece era di Ravenna, avrebbe giudicato il mito che si è creato intorno a lei, al di là di come l'ha immortalata Dante Alighieri. Faccio anche notare che per fare 'Luxuriàs' mi sono sottoposta a delle sedute di ipnosi: un po' per curiosità personale, un po' per capire come strutturare il testo e comprendere come si comporta una persona che si è fatta ipnotizzare, per poi utilizzare questa esperienza come episodio introduttivo della performance".

Per vedere un estratto di questa intervista cliccare QUI


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David Brown - New York/ USA - Mail - venerdi 31 luglio 2015 15.14
Caroline Pagani è un'attrice straordinaria e una mente vulcanica. La vogliamo anche qui a New York!
MARIA LUISA - Italia - Mail - giovedi 30 luglio 2015 7.19
Bravo Vittorio Lussana! Una bella intervista è quella in cui l'intervistatore scompare per lasciare la scena all'intervistato... E la scena Caroline Pagani la occupa non solo con tutta la sua bravura di artista, ma con le sue affascinanti riflessioni in quanto autrice!
Cynthia Storari - rOMA - Mail - mercoledi 29 luglio 2015 16.4
Spettacolo molto bello, elegante, divertente e sottilmente inquietante. La dicotomia infinita tra donna angelicata e donna di passione è qui resa in maniera dirompente, e Caroline è perfetta in entrambe. Assolutamente consigliabile ovunque.
alessandro - milano - Mail Web Site - mercoledi 29 luglio 2015 15.34
Se Luxurias è anche solo un quarto di Hamletelia, allora sarà bellissimo..... La Pagani è sempre una garanzia....
Roberto - Roma - Mail - martedi 28 luglio 2015 17.58
Ammetto di non averci mai pensato prima: un bel "girone" di "cornuti" in cui mettere questo "Gianciotto" sarebbe stata un'idea geniale da parte del Poeta. Un'idea molto spiritosa.
Marina - Urbino (Italia) - Mail - martedi 28 luglio 2015 13.5
Mi piace molto la visione di Francesca che ha espresso Caroline Pagani: la trovo veritiera e finalmente lusinghiera verso questa povera ragazza, uccisa dal vecchio marito per un bacio.... Eh sì, anche a mio avviso il seppur grande Dante Alighieri aveva "qualche problema" con le donne: forse perché era attratto dagli uomini? Questo è un mio pensiero e me ne prendo totale responsabilità! Comunque, questo servizio mi è piaciuto molto: franco, diretto, realista come sempre.


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