Vittorio LussanaQuel che stupisce, allorquando si parla delle donne, è come non si riesca più di tanto a far comprendere il loro punto di vista alla maggior parte degli uomini. Quanto la gran parte di essi sia sostanzialmente basata su un codice comportamentale 'binario', tanto semplicistico, quanto miserabile. Il maschio, in particolare quello 'latino', sta vivendo una profondissima crisi d'identità, poiché il progresso e l'emancipazione delle donne è ormai in pieno divenire. E' il loro percorso stesso a mettere in crisi l'uomo: non c'è nulla di ideologico o di voluto in ciò. Le donne stanno diventando le personalità più evolute e intelligenti della nostra società: sono loro quelle che leggono di più, che si informano, che s'interessano dei problemi della modernità. L'uomo, invece, è fermo 'al palo'. Qualche speranza sull'evoluzione maschile proviene da alcuni giovani universitari simpatici e intelligenti, oppure da qualche ragazzetto sottoproletario che, a sorpresa, riesce a dimostrare la propria integrità morale o una riconoscibile identità e autenticità personale. Ma si tratta, purtroppo, di eccezioni. La domanda che sempre più spesso la donna rivolge ad amici e conoscenti, infatti, è una soltanto: che fine hanno fatto gli uomini? Dove sono? In quali meandri calcistici o pornografici si sono lasciati 'risucchiare'? Dopo la fase edonistica dei Rocky e dei Rambo dei controversi anni '80 del secolo scorso, il maschio non è più riuscito a produrre riferimenti culturali e identitari precisi. Le donne cercano di offrire qualche suggerimento, del tipo: "Per piacere a una ragazza bisogna saperla far ridere e divertire". La qual cosa non è affatto un'indicazione a trasformarsi in 'buffoni', bensì quella di provare a trasmettere sensazioni positive, di apprendere come far sentire il prossimo a proprio agio, provando a uscire dal proprio egoismo per cercare di essere amici delle donne, prima ancora che amanti, corteggiatori, ammiratori appiccicosi ed estenuanti. Ogni donna è diversa da tutte le altre. E ciò rende più difficile il 'rompicapo' per gli uomini e il loro codice 'sciacallesco'. C'è, infatti, la donna impegnata; c'è la 'crocerossina'; c'è la mamma di figli e mariti; e c'è l'ape regina, ovvero quella che, nel tentativo di porsi al di sopra di ogni questione, un po' cautelativamente prova a scegliere l'uomo con maggiori qualità. Ma anche queste tipizzazioni sono diventate semplici schematismi: la verità è che anche le donne sbagliano, molto spesso, a scegliersi gli uomini; che è giunto il tempo di dover ammettere come certi maschi, che all'inizio sembravano perfetti, istruiti, economicamente stabili e indipendenti, in realtà sono quelli che, alla prova dei fatti, deludono maggiormente, mentre altri, che in gioventù apparivano disorganici, particolari o anticonformisti, durante il proprio percorso di vita dimostrano intelligenza e originalità. Come assai ben raccontato di recente dal film 'Boy hood', che ha portato l'attrice Patricia Arquette (sì, proprio lei: quella di 'Medium' e di 'Stigmate') a vincere un meritatissimo premio Oscar.




(editoriale tratto dalla rivista sfogliabile 'Periodico italiano magazine', n. 10 - marzo 2015)

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Cristina - Milano - Mail - lunedi 9 marzo 2015 19.42
Articolo bellissimo e molto vero!!


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