Vittorio LussanaTutto e il contrario di tutto. Questo rimane il ‘motto’ della politica economica italiana, in particolar modo del Governo Renzi. Da una parte, il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, lancia un appello agli imprenditori a non licenziare; dall’altra, questo stesso membro dell’esecutivo dichiara che pensioni e articolo 18 dello Statuto dei lavoratori “non sono intoccabili”. In linea generale, noi non siamo mai stati molto ‘teneri’ nei confronti del ceto imprenditoriale italiano, soprattutto quello ‘medio-grande’. Tuttavia, non si può non ammettere come determinate dichiarazioni appaiano affette da evidente ‘strabismo’ politico. Sui pensionati siamo andati a verificare: si trattava di un provvedimento riguardante la ‘fascia’ medio-alta, ovvero coloro che percepiscono dai 2 mila euro mensili in su. Dunque, la cosa si poteva anche fare se il ministro Poletti, in quel di Rimini, non si fosse immediatamente affrettato a smentire ogni intenzione in tal senso. Intorno alla questione dell’articolo 18, al contrario del ministro Guidi siamo invece convinti che in Italia si sia realizzato un singolare paradosso: quello di non poter più licenziare nessuno. In una fase storica di bassa conflittualità operaia e del lavoro dipendente, ostinarsi a non voler rivedere le norme che regolano il mercato del lavoro rappresenta un’autentica ‘fesserìa’. Casi di negligenza grave, tali cioè da produrre il blocco totale di un’intera linea di produzione, ne capitano assai pochi o molto raramente. Al contrario, le numerose inefficienze strutturali istituitesi a ‘sistema’, o certi ‘andazzi’ di comportamento sui luoghi di lavoro, risultano regolarmente ‘perdonati’, compresi gli abusi più gravi: a quanti di noi è capitato di subire un ‘accertamento’ per divieto di sosta da parte dei cosiddetti ‘ausiliari del traffico’ nel momento stesso in cui stavamo attraversando la strada al fine di acquistare il ‘cedolino’ di parcheggio? Durante il nefasto periodo dell’amministrazione Alemanno, a Roma sono capitati persino degli ‘accertamenti’ con tanto di ‘ticket’ perfettamente esposti sui cruscotti delle autovetture. Non stiamo parlando di negligenze gravi: tutti possono sbagliare. Tuttavia, il cittadino-utente quando commette un errore, anche di pura distrazione, è tenuto a pagare. Sempre. I tanti burocrati ‘rincoglioniti’, presenti a tutti i livelli, invece no. E ciò vale sia per gli enti pubblici, sia nelle aziende private (banche, assicurazioni, gestori della telefonia mobile e via dicendo). Siamo proprio sicuri che un ‘sistema-Paese’ in cui è divenuto sostanzialmente impossibile licenziare qualcuno sia da considerarsi perfettamente sano e normale? Cosa ‘diamine’ bisogna fare per perdere il lavoro “per giusta causa”, in Italia? Proporre alla Rai un servizio giornalistico sulla corrida trascinando un toro per la coda in diretta televisiva? Scaraventare una vecchietta giù dalla finestra per poter pubblicare un saggio sugli effetti della depressione nelle persone anziane? Parcheggiare una nave da crociera ‘a cazzo di cane’ presso l’isola del Giglio? Insomma, su tale ‘versante’ del dibattito riteniamo che qualche approfondimento in più risulterebbe opportuno. Quel che proprio non abbiamo compreso, ma neanche un po’, è stata la ‘mossa’ degli 80 euro in ‘busta-paga’. Un congruo intervento di riduzione fiscale avrebbe posto numerosi imprenditori - almeno uno su due - nella condizione di poter assumere qualche lavoratore in più. Invece, come recentemente certificato dai dati Istat di agosto - e da noi profetizzato in tempi non sospetti sulle colonne di questa testata - gli 80 euro di Renzi hanno semplicemente fatto il ‘solletico’ alla spirale deflattiva dei nostri consumi interni. Tale mancato ‘alleggerimento’, che si sarebbe potuto ottenere attraverso una semplificazione del sistema di tassazione, oppure studiando un taglio sull’Irap (l’imposta regionale sulle attività produttive, ndr)  non solo ha finito col ‘cronicizzare’ l’attuale livello di disoccupazione, soprattutto nel Mezzogiorno, ma ha svolto una precisa funzione ‘causale’ di ulteriore prolungamento della ‘stagnazione’ economica nel nostro Paese. Un errore grosso ‘come una casa’, che ora viene ‘intestato’, nel più democristiano dei modi, al rallentamento globale dell’intera ‘Eurozona’, oppure alla crisi russo-ucraina, persino alla ‘frenata’ tedesca (quanto torna ‘comodo’, la Germania si trasforma nella ‘locomotiva d’Europa’: se essa rallenta, gli altri Paesi non possono far altro che ‘arrancare’: maddechè!!! Dove sta scritto??? Il livello dello ‘spread’ tra i nostri titoli pubblici a scadenza decennale e i ‘bund’ tedeschi è tra i più bassi di sempre…). Insomma, ancora una volta ci troviamo a constatare un modo di governare a dir poco disarmante: tanti annunci e nessuna ripresa. Anzi, sorge persino un po’ di nostalgia per gli esecutivi precedenti, in una sorta di strano ‘giuoco dell’oca’ a ritroso nel tempo: il Governo Letta era leggermente meglio di quello attuale; l’esecutivo di Mario Monti, Fornero a parte, era a sua volta migliore dei due che gli sono succeduti. L’attuale premier, noto consumatore di coni-gelato, è solito giudicare questo genere di riflessioni come degli “sguardi all’indietro”. Può anche darsi: nessuno ha la verità in ‘tasca’. Tuttavia, parafrasando Renato Zero, “l’insoddisfazione qua ci ha raggiunti facilmente”, almeno fino a oggi. E’ dunque giunto il momento di una ‘scossa’. Di tipo economico, ovviamente. Altrimenti diviene normale che molti italiani si sentano come ‘il signor Giovanni’, quel malcapitato concorrente della parodia satirica de ‘l’Eredità’ a cui il comico Max Tortora, imitando un Amadeus perennemente indugiante, sembra sempre sul punto di rivolgere “la domanda da un milione di euro”. Senza fargliela mai.




Direttore responsabile di www.laici.it e della rivista mensile 'Periodico italiano magazine' (www.periodicoitalianomagazine.it)
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Michele Vittorio - Bari - Mail - lunedi 1 settembre 2014 23.19
Bisogna cambiare punto di osservazione.... Mettersi dalla parte di chi vuole affossare l'Italia. Tutto quadra poi! Pensateci!
Marina - Urbino - Mail - lunedi 1 settembre 2014 23.16
Poveri noi... Rra Renzi e Amadeus butterei tutti e due giù dal grattacielo.
Grazie Vittorio Lussana.
Cristina - Milano - Mail - lunedi 1 settembre 2014 23.15
Solo tanta preoccupazione e astio verso questi ignoranti incompetenti politichesi.


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