Vittorio LussanaGiovane e brillante esperto di comunicazione e media, Dario Cecconi Douprèe ha iniziato a frequentare il mondo artistico grazie ai suoi contatti con l'Accademia Studio Spettacolo di Roma, che lo ha aiutato a maturare i suoi interessi per gli ambienti artistici e dell’informazione, passioni che da sempre sente come proprie. Determinato e camaleontico nel proprio lavoro, dopo aver collaborato con alcune riviste e magazine di fama  e in quanto autore e redazionista per programmi radio e televisivi, nazionali e locali, nonché come ‘junior account’ presso importanti agenzie di comunicazione e marketing italiane, è in attesa dell'attestazione ufficiale di componente del ‘Club In’ (artisti europei), conseguente all'iscrizione ufficiale all'albo degli artisti europei nella categoria ‘Poliarte’. E’ inoltre curatore di progetti autorali della Rai e di Rai Cinema, per agenzie esterne e iniziative patrocinate dal Segretariato sociale. Ma soprattutto è un ‘media-trainer’ molto amato per simpatia, ironia, eccellente educazione personale, decisamente fuori dal comune. I colleghi, i collaboratori e gli amici più fidati lo dipingono come “una roccia” su cui poter far affidamento e un confidente dalla grande carica umana.

Dario Cecconi, che cos’è veramente la comunicazione, oggi?
“La comunicazione, a differenza di ciò che comunemente siamo portati a pensare, è tutto ciò che abbiamo dentro. I grandi comunicatori generalmente sono persone cariche di sentimento, di passione. Sono molto sensibili, perciò naturalmente predisposte a interiorizzare molto. Questa è una enorme ricchezza: il grande comunicatore possiede queste belle qualità e riesce a elaborarle al meglio, per poi trasferirle con tutto se stesso agli altri. Il saper parlare correttamente o i tanti aspetti tecnici sono, secondo me, solo elementi complementari. E' vero che non possono mancare, ma sono secondari”.

Quindi, il comunicatore non dev’essere per forza un letterato?
“Direi proprio di no, almeno in prevalenza. Puoi essere considerato il più grande intellettuale di tutti i tempi, apprezzato e stimato in tutto il mondo, puoi conoscere la tua lingua meglio delle tue ‘tasche’, ma se umanamente sei arido, se non hai quella marcia in più, quella carica di emozione necessaria perché il tuo ‘verbo’ faccia breccia nella mente e nel cuore degli altri, allora non sei un comunicatore: sei solamente un ‘professorino’ di linguistica”.

E’ più facile comunicare tramite la radio o la televisione?
“Per quanto mi riguarda, comunicare in radio è più semplice, ma meno coinvolgente. E’ più semplice, perché in radio nessuno ti vede, quindi puoi seguire la tua ‘scaletta’ senza problemi: non ci sono inciampi, puoi stare seduto, in piedi, fare ciò che credi. Questo, ovviamente, non è possibile davanti a una telecamera. Allo stesso tempo, però, è più difficile arrivare al pubblico che ti ascolta, perché manca tutta quella parte di comunicazione non verbale che, invece, è presente in tv. Il conduttore televisivo, per esempio, può comunicare, oltre che con la voce, anche con un sorriso o con lo sguardo. Quindi, comunicare per mezzo della radio è più semplice, ma la comunicazione è molto meno completa”.

Quali sono i comunicatori del mondo dello spettacolo italiano che apprezzi maggiormente?
“Ce ne sono molti davvero bravi, di grande professionalità e molto carismatici. Se ci riferiamo al cinema, per esempio, mi saltano subito in mente due nomi eccellenti: Virna Lisi, un'attrice che amo alla follia e Terence Hill, anche lui bravissimo, un grande”.

E tra i conduttori televisivi?
“In tv apprezzo la spontaneità, il saper coinvolgere e mettere a proprio agio il pubblico a casa. Dunque, dico Gerry Scotti e Mara Venier. Senza nulla togliere anche ad altri, che sono molto bravi”.

Qual’è la tipologia di programma tv che più riesce a coinvolgere i giovani, secondo te?
“Sicuramente, in questi ultimi 8-10 anni il ‘reality show’ l’ha fatta ‘da padrone’ in televisione, poiché ha catalizzato l'attenzione dei giovani. Ci sono stati dei programmi, come per esempio il ‘Grande Fratello’, che nella loro prima fase hanno avuto molto appeal. Attualmente, credo siano i ‘talent show’ i programmi che coinvolgono più direttamente i giovani, sia quelli che vi partecipano, sia quelli che li seguono”.

E' vero che ti piacerebbe molto lavorare anche nel mondo della moda?
“Si, mi piacerebbe, per promuovere la moda e, soprattutto, il ‘made in Italy’ della moda, in Italia e all'estero. In passato, mi sono state offerte delle possibilità di lavoro, ma non mi sentivo ancora pronto e ho preferito continuare a fare ciò che facevo in radio e televisione”.

Mi risulta che tu abbia partecipato anche a casting di moda e cinematografici…
“Si: era una selezione organizzata a Londra per una casa cinematografica. Mi venne proposta da un amico e ho accettato. L'ho fatto soprattutto per mettermi alla prova, per misurarmi con una realtà che non era la mia. E' stata una bella esperienza”.

Di cosa si trattava?
“Scatti fotografici, finalizzati alla promozione di corti cinematografici”.

Passiamo adesso ad alcune curiosità: a ogni domanda una risposta diretta, senza troppo pensare. Sei pronto?
“Prontissimo”.

Colore preferito?
“Il verde, senza dubbio! Il colore della natura, della tranquillità e della speranza. Il verde è il mio colore: mi è sempre piaciuto molto, sin da bambino”.

E' anche un colore scaramantico per te?
“No, non direi”.

Cosa pensi, a proposito dei colori, della leggenda secondo la quale il viola non sia molto indicato per un debutto o un evento importante? E' vero che non ‘porta buono’?
“A teatro dicono sia bene non indossarlo per una ‘prima’, per esempio. C'è anche chi non lo indossa per un debutto in tv o per un ‘lancio’. A me personalmente, per un primo appuntamento importante, capita spesso di indossare qualcosa di bianco, altro colore che mi piace molto, ma ti confesso che non sono molto scaramantico”.

L'ultimo libro letto?
“La settima onda, un bellissimo libro di Daniel Glattauer, edito da Feltrinelli: una storia d’amore, passione e voglia di riscatto”.

Quale genere di libro preferisci?
“Mi piacciono molto i ‘gialli’: c'è stato un periodo in cui mi sentivo veramente affascinato da questo genere di libri, ma apprezzo molto anche i libri di poesia”.

Il tuo programma televisivo preferito?
“Le Iene Show”.


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Matteo - Viadana (Mantova) - Mail - martedi 20 maggio 2014 9.10
Bella intervista e poi hai fatto i nomi e cognomi dei miei preferiti.... raro da trovare/leggere.


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