Vittorio LussanaCi vediamo costretti ad accodarci al ‘coro’ di critiche che tanti osservatori e colleghi hanno espresso in questi giorni nel merito della nuova legge di stabilità varata dal Governo. Si tratta di un provvedimento deludente, anche se qua e là sembrano affiorare alcuni ‘spunti’ interessanti. Tuttavia, nel complesso ci si attendeva di più: un esecutivo sostenuto da un’ampia maggioranza dovrebbe saper incidere sulla situazione economica di un Paese. Invece, è ‘saltata fuori’ una terapia né bella, né brutta, rassegnata all’apatia dei nostri mercati interni, non rispondente alle evidenti necessità di dare sostegno alla domanda di consumo. La riduzione del cuneo fiscale appare irrisoria; una serie di tributi contraddicono ogni intenzione a non aumentare le tasse sul fronte fiscale; l’intervento sull’Irap sembra molto teorico, o addirittura parziale; molte agevolazioni vengono eliminate; si agisce sul fronte delle entrate, ma solo attraverso espedienti ‘una tantum’; sulle cosiddette ‘dismissioni’ degli immobili non si capisce dove si voglia andare a ‘parare’, dato che si tratta di un’idea che può solo servire a coprire la spesa corrente, ma ininfluente sul debito effettivo. Cari Letta e Saccomanni: tutto qua? Non dovevate andare, vedere e vincere, con queste benedette ‘larghe intese’ da influenza intestinale? Mi pare proprio che il viceministro Fassina abbia avuto le sue ragioni a pensare di dimettersi: costui, ‘poverino’, si è ritrovato nel bel mezzo di un ‘fuoco incrociato’ tra accuse ridicole e richieste improvvisate, alle quali il giovane economista ha cercato di rispondere con pazienza e spirito di sopportazione, al fine di difendere lealmente l’operato del Governo. A che pro, se alla fine viene approntata una manovra così ‘scialba’? Una legge di bilancio né cotta, né cruda, che scontenta tutti o quasi: una sorta di ‘lancio’ di Pirlo a ‘mezza strada’ tra Montolivo e Balotelli, che nessuno ha compreso. Insomma, un mero elenco di soluzioni palliative. Alcuni esponenti del Pd hanno affermato che si tratta solamente di una ‘bozza’, migliorabile nelle sedi parlamentari: staremo a vedere. Anche se appare poco credibile mettere in scena ‘l’Aida’ con tutte queste ‘voci stonate’. Siamo rimasti tutti un po’ perplessi, a destra come a sinistra. Eppure, le risposte da fornire alla nostra attuale situazione sono semplici, tutto sommato: una ‘bella’ patrimoniale e una seria redistribuzione dei redditi. Due decisioni dalle quali si tenta disperatamente di fuggire, sin dall’estate del 2011. Ci tenete così tanto a dar regione all’ex ministro Ferrero e alla combriccola di amici ‘apocalittici’ di Gianluigi Paragone? Io non lo so: sembra quasi che ve le andiate a cercare…




Direttore responsabile di www.laici.it e www.periodicoitalianomagazine.it
Lascia il tuo commento

Marina - Urbino - Mail - giovedi 24 ottobre 2013 7.26
Fingono di "fare cose" ma in realtà non arrivano da nessuna parte perché impegnarsi costa fatica.
Mi fanno orrore !
Giovanni - Agrigento - Mail - mercoledi 23 ottobre 2013 16.58
Piuttosto che larghe intese io le chiamerei intese deluse.
Francesco - Roma - Mail - mercoledi 23 ottobre 2013 16.37
La perplessità ormai è una componente dell'Italia. L'impostazione della legge di stabilità è buona ma sono le cifre investite che non convincono. Era necessario come il pane una vera "cura da cavallo" con riduzione immediata della spesa pubblica e investimenti nei settori fortemente a rischio come la sanità e la scuola. È mancato quel giusto coraggio per abbassare drasticamente il cuneo fiscale. Non credo sia difficile per gli economisti capire che se si lavora di più, perché alle imprese conviene assumere, il Paese cresce economicamente.
Cristina - Milano - Mail - mercoledi 23 ottobre 2013 15.19
Avrei un rimedio per "l' influenza intestinale" piuttosto repentino e risolutorio...ma evito!
Roberto - Roma - Mail - mercoledi 23 ottobre 2013 13.54
No, Paragone no dai.....non è possibile dargli ragione!!


 1