Vittorio LussanaVeramente bizzarro questo Paese, indotto dai mezzi di informazione a cancellare, in un colpo solo, fatti incontrovertibili, giustificando un livello di incoerenza che non conosce vergogna, né fine. Mi riferisco alla notizia della firma dei referendum radicali da parte dell’ex premier - e oggi senatore - Silvio Berlusconi. Nei giorni scorsi, l’eroe di quei quasi 10 milioni di italiani sempre pronti a sostenere le tesi dell’ultimissimo secondo, dimenticando 20 anni di politiche di tutt’altro ‘segno’, ha infatti firmato a Roma tutti e 12 i quesiti referendari proposti dai Radicali italiani. Berlusconi non ha firmato solamente quelli per una ‘Giustizia giusta’, cosa che sarebbe apparsa comprensibile per un mondo della politica che obiettivamente necessita di qualche strumento legislativo in più al fine di difendersi dalle distorsioni e dagli eventuali errori giudiziari della magistratura, bensì anche quelli per i ‘diritti umani’, tra cui il divorzio breve (normativa ‘bocciata’ dal centrodestra nel 2004), la liberalizzazione delle droghe leggere (in totale contrasto con la norma attualmente vigente, la Fini-Giovanardi, varata da un esecutivo presieduto, ancora una volta, da Silvio Berlusconi) e persino per l’abolizione del reato di clandestinità, che è costata la condanna dell’Italia da parte della Corte europea per i Diritti dell’uomo. Ma non è l’evidente incoerenza di Silvio Berlusconi il punto che qui preme sottolineare: siamo pur sempre di fronte a un uomo che ha tutto il diritto di cambiare opinione su quello che vuole. La vera questione diviene un’altra: quella di un’informazione che rimane concentrata su un dettaglio - la personale battaglia ‘d’onore’ del Cavaliere di Arcore per rimanere a tutti i costi sul palcoscenico della politica - e che tuttavia perde completamente di vista il quadro complessivo del proprio compito di fare informazione, omettendo la piena evidenza di un centrodestra che ha perseguito, per due interi decenni, politiche completamente in contrasto con la realtà, impegnandosi in un disperato tentativo di tornare indietro nel tempo e nello spazio. E’ la solita logica del cosiddetto ‘orecchio da mercante’, che non è affatto di discendenza liberale, bensì ha il medesimo, inconfondibile, ‘odore’ della furbizia ‘dissimulatoria’ dei commercianti dell'antica Repubblica di Venezia, i quali diventavano ferventi fautori dei bisogni delle popolazioni cipriote o della Dalmazia solo allorquando si poteva vendere loro qualcosa. Soltanto in presenza di una domanda che incontra un’offerta ‘scattano’, finalmente, una serie di diritti incontestabili: una versione di liberalismo ‘utilitaristico’, da ‘dissociati’. Il ‘campo’ dei diritti civili non è un pittoresco mercato popolare della capitale, in cui conta soprattutto il prezzo delle frutta da portare in tavola. Siamo, invece, di fronte a un dato antropologico ben preciso: quello della profonda richiesta di una parte del popolo italiano a favore di un’assoluta libertà di ‘voltafaccia’, nella convinzione che tutto possa risolversi col potere del denaro e della contrattazione mercantilista. Non solo non si tratta di ‘spirito liberale’, bensì siamo innanzi a un materialismo di mera convenienza spicciola, senza neanche un minimo di ‘respiro storico’. Eppure, nessuno lo dice, nessuno lo scrive, nessuno lo vede o lo vuol vedere. Tutto viene nascosto sotto la parola ‘liberale’, confondendo quest’ultimo aggettivo con la pretesa assurda di comportamenti che, in realtà, rispecchiano il più anarchico dei qualunquismi. Va bene, ma allora lo si dica. E lo si scriva, per favore. A cominciare dal ‘paludato’ Ostellino, almeno per fare definitiva chiarezza intorno ai due decenni di ipocrisia e di ottusità del centrodestra italiano.




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Cristina - Milano - Mail - martedi 10 settembre 2013 17.15
Ritengo troppo scontato "mandare alla gogna" solo Berlusconi. Siamo governati da più di vent'anni da delinquenti e qualunquisti che hanno provocato una crisi socio-politica ed economica molto grave. Non mi sento rappresentata da nessuno di questi cialtroni ignoranti. Lei è un giornalista straordinario: un giorno mi dirà come mai non si parli più dello scandalo Monte Paschi di Siena, di Lusi & Co...etc.. Avremmo diritto di sapere la verità.
Roberto - Roma - Mail - martedi 10 settembre 2013 9.40
Meno sentito dell'analisi precedente, ma molto più lucido. Grande!!!!!!
Massimo - Roma - Mail - lunedi 9 settembre 2013 21.19
Questo articolo lo metterei come manifesto!.... finalmente un estrapolato chiaro, logico, quasi sinottico, da dedicare a tutti coloro che, fautori della politica del "cazzipropismo", la ostentano come ideologia liberale! Meno male!


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