Vittorio LussanaC’è una spiegazione ben precisa intorno alle cause del ‘tracollo’ qualitativo della politica italiana: la sostituzione comunicazionale dell’interesse per lo sviluppo storico con l’illusione aziendalista e ‘tecnocratica’. L’aziendalismo, in particolar modo nella discutibile versione italica, si basa su presupposti ‘tribali’, poco mediati, selvaggi, istericamente suscettibili verso le idee altrui. Non cessa mai di predicare buoni costumi e i buoni costumi costantemente vìola. Si dà pensiero di raggiungere obiettivi concreti ma poi, quegli stessi obiettivi, li sfiora solo ‘di passata’. Alla saggezza popolare replica con la saputa ‘mezza-cultura’ piccolo borghese e, con pari presunzione, contrappone alla scienza il cosiddetto ‘umano buon senso’. Con fatua facilità si effonde in verbosità prolisse, in realtà inconsistenti, adottando forme plebee per travestire contenuti piccolo borghesi, nella stolta convinzione che sia la produzione a creare i consumatori, fornendo materia ai bisogni e bisogni alla materia. Tuttavia, la Storia, anche se con tempi piuttosto lunghi, attraversa alcune fasi radicali allorquando deve condurre alla tomba una vecchia ‘forma’, un modo di pensare che, fino al giorno prima, sembrava modernissimo. E l’ultima forma storica della politica è proprio la sua ‘commedia’. Le divinità greche, tragicamente ferite a morte nel ‘Prometeo incatenato’ di Eschilo, dovevano morire una seconda volta - e in modo comico - nei ‘Dialoghi’ di Luciano. Ma da cosa dipende questo modo di procedere della Storia? Semplicemente, dall’esigenza che l’uomo si separi dal suo passato.




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Alessandro - Villafranca in Lunigiana - Mail - martedi 2 ottobre 2012 20.0
Ho appena rilasciato un'intervista dove ammetto, in chiave antropologica, questi concetti ed evidenzio le ripercussioni sulla mente umana... Grazie, come sempre del resto, caro Vittorio Lussana.
Giovanni - Agrigento - Mail - martedi 2 ottobre 2012 19.53
Un articolo ben pensato e ben scritto.
Elisabetta - Parigi (Francia) - Mail - martedi 2 ottobre 2012 19.50
Grazie, Vittorio, per queste chicche.


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