Vittorio LussanaE’ inutile, anche il leader del più grande Partito di opposizione, Pierluigi Bersani, continua a dimostrare di aver proprio la ‘testa dura’: con l’avvento della seconda Repubblica si è voluto irresponsabilmente ‘inventare’ una politica ‘profetica’, basata su programmi di Governo assolutamente propagandistici. E tali ‘benedette’ programmazioni si sono sempre scontrate con eventi imprevisti o imprevedibili, che non solo hanno rallentato la realizzazione di ogni azione riformatrice di lunga lena, ma hanno regolarmente preso ogni politica in ‘contropiede’, costringendola a continue operazioni di ‘tamponamento’ o di riaggiustamento. La domanda, perciò, sorge spontanea: ma perché il Partito democratico continua, fondatamente, ad accusare il Popolo delle Libertà di fare mera propaganda se poi esso stesso, per voce dei propri leader, propone la stessa identica cosa? Ma lo hai capito o no, Bersani, che il problema è proprio quello lì: i programmi irrealizzabili? E’ esattamente questo l’elemento più assurdo introdotto dal 1994 a oggi: la piattaforma programmatica di un normale esecutivo ‘balnerare’ di Giovanni Leone era molto più pragmatica, realista e ‘mirata’ di uno qualsiasi degli obiettivi che si son posti, negli ultimi 17 anni, i vari Governi succedutisi nella cosiddetta II Repubblica. “Bacchette magiche, qui non le ha nessuno”, ha dichiarato Pierluigi Bersani a ‘Che tempo che fa’, la trasmissione di Fabio Fazio. E quindi? E’ tutta qui la grande proposta alternativa del Partito democratico? La grande e lungimirante prospettiva del nuovo Ulivo? A parte il fatto che l’onorevole Bersani ricorda assai male la vittoria elettorale dell’Unione nel 2006, ottenuta non per mezzo del ‘mattarellum’, bensì tramite la prima grande prova di inefficienza ‘genetica’ del ‘porcellum’, una norma che meriterebbe l’internamento immediato e coatto dell’intera classe politica di questo Paese. In ogni caso, proprio non si comprendono quali siano le concrete ricette economiche ‘di sinistra’ in grado di porre la politica al servizio della società civile, permettendole di riformare un mercato del lavoro vergognoso, in cui si è lasciata mano libera allo sfruttamento di due intere generazioni di giovani. La sinistra post-comunista è realmente in grado di invertire la rotta di questo Paese verso il disastro definitivo? Ce l’ha una propria ‘soluzione finale’, tipo abbattere il debito pubblico attraverso una coraggiosa riduzione dell’apparato burocratico dello Stato? La vogliamo mettere una ‘pezza’ a un precariato introdotto e varato proprio dal ‘pacchetto Treu’, ovvero quel complesso di nuove regole contrattuali che ha sostanzialmente trasformato il nostro mercato del lavoro in una jungla? Cosa vuol fare questo futuro quanto fantomatico ‘nuovo Ulivo’? Riusciamo a essere più chiari, oppure vogliamo continuare a fingere di garantire tutti quanti ‘galleggiando’ nell’ipocrisia e le prese per i ‘fondelli’? Bersani viene ricordato per le sue ‘lenzuolate’ e i suoi tentativi di ‘liberalizzazione’. Esperimenti, in realtà, mal condotti, che hanno spesso aperto le ‘porte’ alla pirateria finanziaria e allo ‘svaccamento’ dei mercati interni di molti comparti economici, piuttosto che a nuove forme di effettiva concorrenza. Non c’è proprio niente da fare. Purtroppo, questa è la classe dirigente che l’Italia ha oggi di fronte: senza fantasia, senza coraggio, senza un minimo di spina dorsale, senza uno ‘straccio’ di idea.      


Lascia il tuo commento

LuciaP - Roma - Mail - mercoledi 5 ottobre 2011 20.43
Ritengo giusto questo monito di preoccupazione e perplessità espresso dallo scrivente, notoriamente molto diretto e congruo nell'espressione del panorama politico. Tuttavia, continuo a carpire un unico filo conduttore di pensiero politico attuale che inevitabilmente cede il passo allo standard gestionale alla mercè di quelle persone che si credono " qualcuno " da anni ; sebbene stagionati siano i loro allori, persistono nell'avere un sentimento di ironica tenerezza , quasi pietà intrisa di scherno verso quelli che, comunque corraggiosamente, ohimè novellini, ci provano a proporre delle idee. Parliamoci chiaro : stiamo continuando ad affidare tutto al fato che muove i contenuti della politica ( quando ci sono) ottenendo virtuali risultati di movimenti telepatici di pensiero e non espressioni di concretezza ed utilità che ci garantisca delle basi future.
antonella monteleone - Bari - Mail - martedi 4 ottobre 2011 20.13
Anch'io condivido, mancano le idee, non vi è progettualizzazione ma non sono sicura che la causa sia l'incapacità della classa politica o quanto meno essa è solo una concausa di una " voluta " e " finalizzata " inefficienza. Noi italiani continuamo a lamentarci ad essere gregge di uno " stolto pastore " Quando riusciremo a svegliarci? Quando saremo veramente capaci di usare il nostro potere e decidere chi deve governarci ?
Antonio Moschitta - Foligno, Italia - Mail - martedi 4 ottobre 2011 12.8
Condivido e sottoscrivo! LA classe politica mi sembra composta in genere da personaggi con forti deficit culturali, abile nella raccolta del consenso ma non nella effettiva gestione del sistema, e irriducibilmente autoreferenziale.


 1