Vittorio LussanaSono particolarmente orgoglioso che l’amica e collega Sofia Riccaboni mi abbia incaricato di scrivere la presente prefazione a questa sua nuova raccolta di articoli e scritti. Verso la fine del 1995, infatti, nel corso di una riunione di giornalisti romani presieduta dal ‘maestro’ Salvatore D’Agata, già direttore di ‘Momento Sera’ e del GR2 della Rai, ebbi l’onore di partecipare alla nascita del primo vero giornale on line a cadenza settimanale: ‘l’Italiano’. Ero tra i pionieri del giornalismo su internet: lo sapevo bene. Tuttavia, grazie a quell’esperienza, mosse i suoi primi passi una nuova forma di informazione che mi permise di ‘trascinare’ sulla rete internet quasi tutti i principali protagonisti politici di quel tempo (compreso il presidente del Consiglio dei Ministri dell’epoca, Lamberto Dini), costringendo tutte le altre testate di quotidiani, settimanali e mensili ‘cartacei’ a dar vita a una propria versione on line con l’obbligo di mantenerla aggiornata. Di lì in poi, il ‘morbo’ della scrittura su internet finì col travolgere tutti, anche i singoli lettori, in una sorta di ‘esplosione democratica’ della comunicazione che è giunta fino alle attuali grandi piattaforme interattive dei social network. Ma da dove ‘partiva’ quella nostra analisi? Da dove nasceva quel bisogno di aprire ‘nuove frontiere’ all’intero mondo dell’informazione? Semplicemente, dalla presa d’atto che il rapporto tra lettori e giornalismo era in crisi. V’era la solita tesi di chi incolpava i cittadini di ciò. E v’era chi, come il sottoscritto, non disperava di riuscire a trovare un nuovo modo per riavvicinare giornalisti e giornali ai lettori. La cronaca parlamentare dei ‘Tg’ testimonia tutt’oggi l’esistenza di una simile ‘distanza’: di fronte a una nuova misura del Governo, buona parte dei servizi non dà spazio ad altro se non alla raccolta di pareri dei diversi personaggi politici, quelli favorevoli e quelli contrari, mentre i cittadini chiedono di valutare e di comprendere più a fondo ogni nuova disposizione. Internet fu dunque l’occasione per rivoluzionare questo rapporto tra informazione e lettori. Un giornale lo si compra per abitudine e lo si percepisce come un oggetto composto da tante cose diverse: la cronaca locale, i film in programmazione, le notizie sportive. La rete web, invece, dà modo di approfondire ogni singola notizia, arricchendo di molto l’informazione. Quando, con il passare degli anni, venne compreso l’avvenuto ‘ribaltamento’ di questo rapporto, ecco che, finalmente, si giunse all’esplosione definitiva dei ‘bloggers’ e dei social network, i quali iniziarono a dar vita a un giornalismo che riusciva a fornire notizie rinunciando alla vetusta forma ottocentesca di fare informazione come se questa fosse una materia riservata in via esclusiva agli ‘addetti ai lavori’. Non sempre è facile leggere un articolo sullo schermo di un computer. Perciò, in molti hanno tratto la conclusione che le notizie on line debbano essere brevi, veloci, asciutte. Ma ciò non è affatto vero: articoli sintetici possono essere una soluzione in determinate circostanze, un grave errore in altre. E la brevità obbligatoria rappresenta solamente la rinuncia ad uno dei principali vantaggi di internet rispetto alla carta stampata: l’abbondanza di spazio. Un sito web si può permettere di pubblicare il testo integrale di un disegno di legge senza omissione alcuna. E il lettore, peraltro, è interessato alla consultazione di atti originali, dai quali prendono spunto molti articoli di analisi o di commento. E può persino entrare in possesso di una documentazione di non semplice reperibilità. Il giornalismo on line ha dunque risposto pienamente, in questi suoi primi 15 anni di vita, a tali esigenze. Ed è riuscito a dimostrare che il problema della scarsa informazione era soprattutto una questione ‘qualitativa’: la gente non era affatto indifferente alla lettura, bensì voleva essere informata meglio e cercava un modo per partecipare più attivamente a quel fenomeno sociologico di ‘circolazione delle idee’ che caratterizza con pienezza la vita di una comunità. Questo, insomma, è il grande merito di chi, come Sofia Riccaboni, ha speso ore, giornate, mesi o addirittura anni interi per cercare di confezionare notizie in forme diverse e innovative, approfondendo, commentando, ascoltando, parlando con tutti, dai grandi protagonisti alla gente comune. Questi sono stati gli anni dell’avvento di internet e della grande informazione telematica. E Sofia Riccaboni appartiene pienamente alla sfera dei protagonisti italiani di questa travolgente rivoluzione, di coloro che furono tra i primi a pensarla, a desiderarla, a crederci fino in fondo.




(prefazione all'opera 'Nuove riflessioni di una ex neoblogger' di Sofia Riccaboni, Sangel edizioni)
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Lucia - Roma - Mail - venerdi 7 agosto 2009 15.48
Onestamente, non mi sorprende leggere questo genere di notizie da parte di un giornalista vero, serio, uno dei più limpidi talenti emergenti del nostro giornalismo.
Complimenti a Lussana.
LuciaP
Andrea - Roma - Mail - venerdi 7 agosto 2009 14.20
Grande Lussana!!!
aurelio - roma - Mail - mercoledi 5 agosto 2009 12.47
lussana..... non ho parole


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