Alessandro LozziDa alcuni giorni (troppi), il quotidiano ‘la Repubblica’ insiste nel porre pubblicamente alcune domande a Berlusconi, chiedendone insistentemente una risposta. E poiché questa non arriva, il segretario del Pd, con ipocrisia degna della sua origine politica, afferma che lui non intende entrare nelle questioni private del presidente del Consiglio, ma che è inaccettabile che un politico non risponda alla libera stampa. Prima di fare qualche considerazione sulle domande che pone ‘la Repubblica’ varrà forse la pena ricordare che un altro quotidiano da tempo pone a un altro leader politico alcune domande pubbliche, che non trovano da questo alcuna risposta. Si tratta de ‘il Giornale’, che da tempo chiede a Di Pietro di chiarire se, come appare da una loro indagine, abbia usato soldi pubblici, provenienti dal rimborso elettorale al suo personalissimo partito, per acquistare immobili attraverso la sua personalissima società immobiliare. La domanda a Franceschini dunque è molto semplice: se proprio ritiene che un leader politico debba rispondere ai giornali, come mai non ricorda mai pubblicamente anche al signor Di Pietro di farlo? Non riterrà mica che le frequentazioni pubbliche di Berlusconi abbiano rilevanza politica e che le operazioni private fatte con fondi pubblici invece non ne abbiano? La domanda a ‘la Repubblica’ nasce da una semplice considerazione: Berlusconi ha commesso illeciti? Ha commesso atti riprovevoli? Perché di questo tormentone degno di un periodico patinato da pseudoscandali, che dura ormai da settimane, l’unica cosa che ancora non è stata detta è, appunto, il motivo dello scandalo. Questi signori vogliono farci vivere in un clima infame, tipo quello vigente nella Romania di Ceausescu, dove ciascuno sospettava perfino del proprio vicino di casa. E se Berlusconi non ha commesso illeciti, o comunque nessuno li denunciati espressamente, cari signori di ‘la Repubblica’, siete in pace con la vostra coscienza e soprattutto con il codice deontologico dei giornalisti? Noemi Letizia e i suoi genitori non sono personaggi pubblici: la ragazza solo da pochi giorni è maggiorenne e tutti i giorni va scuola con la pressione psicologia che può provocare la forza sproporzionata di un quotidiano nazionale come ‘la Repubblica’, che non dice ma sottintende, che non esplicita ma allude. Il codice deontologico espressamente prevede che deve essere rispettata la sfera privata. E che questa può essere varcata solo “quando l'informazione, anche dettagliata, sia indispensabile in ragione dell’originalità del fatto o della relativa descrizione dei modi particolari in cui è avvenuto”. Non vorranno mica dirci, quelli de ‘la Repubblica’, che l’intervista al fidanzato di Noemi, il quale ha dichiarato che (quando era ancora minorenne ndr) dormivano quasi sempre insieme, sia una “notizia di rilevante interesse pubblico o sociale”? Perché proprio il rilevante interesse pubblico o sociale sarebbe l’unico motivo per cui la sfera privata possa essere superata dal giornalista. Il padre ha dovuto rompere il riserbo giornalistico che si era prefissato e che era suo diritto, per dichiarare che sua figlia è illibata. Gli articoli di ‘la Repubblica’ sono dunque compatibili con il precetto che il giornalista deve astenersi “dalla descrizione di abitudini sessuali riferite di una determinata persona, identificata o identificabile”? Sono complementari con il precetto che prevede che “la pubblicazione è ammessa nell’ambito del perseguimento dell’essenzialità dell’informazione e nel rispetto della dignità della persona, se questa riveste una posizione di particolare rilevanza sociale o pubblica”? Sono congruenti con il precetto che prevede che “il diritto del minore alla riservatezza deve essere sempre considerato come primario rispetto al diritto di critica e di cronaca”? Come si vede, sono poche domande, semplici e chiare. Risponderà ‘la Repubblica’? O dobbiamo chiedere i buoni uffici di Franceschini?


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alessandro - firenze - Mail - lunedi 8 giugno 2009 10.42
la ringrazio di questo interessante scambio di idee. continuiamo ad avere diverse posizioni. lei dice che non ci interessa e berlusconi ha rapporti con una minorenne e che invece interessa se mente. dissento da entrambe le affermazioni. credo negli individui responsabili e per il nostro ordinamento lo si è con la maggiore età. un rapporto con una minorenne oltre a essere moralmente riprovebole è anche penalmente rilevante. non mi piacerebbe un presidente del consiglio in questa situazione. peggio se questo argomento mentisse, ma non è questo il caso. nè noemi nè la sua famiglia ha mai, nemmeno lontanamente, ventilato questa ipotesi. solo repubblica e veronica, ma senza mai dirlo chiaramente solo alludendo, insinuando, e questo ne converrà è inaccettabile prima che vilgliacco. per quanto riguarda le bugie siamo al solito balletto delle dichiarazioni e delle smentite. berlusconi dichiara di non aver mai dato quelle risposte. Gli dobbiamo crdere? non gli dobbiamo crdere? Ma chi se ne frega.
loredana - Italia - Mail - sabato 6 giugno 2009 15.59
La Sua è chiaramente una posizione preconcetta. Al mio Paese si dice "non c'è di peggio di colui che non vuol capire". Ribadisco un'ultima volta il mio pensiero. Le beghe familiari del Pemier non sono solo un fatto personale, ma un fatto politico. Soprattutto se lo stesso leader interessato ha occupato i mezzi di informazione per illustrare ed esaltare la sua vita privata. E' vero o non è vero che il Berlusconi ha messo Lui per primo in piazza le proprie vicende familiari?? E allora non possiamo ora dire che sono solo fatti suoi. E ancora, qui non ci interessa punto se il Berlusconi fornica con minorenni o meno, qui ci interessa il fatto che ancora una volta il nostro premier ha mentito spudoratamente all'opinione pubblica. Le ripeto ancora una volta la domanda; Le piace avere un premier che mente? A me francamente NO!
alessandro lozzi - firenze - Mail - sabato 6 giugno 2009 10.49
risposta a loredana.
vorrei ripercorrere un attimo la genesi della vicenda. una moglie decide di separsi ufficialmente dal marito, la notizia, condita da una serie di allusioni velenosissime, come solo i coniugi quando si separano sanno esprimere, invece di essere fornite all'avvocato sono servite al giornale che è il principale avversario del marito. avversario politico ma anche avversario inteso come gruppo industriale. visto che si parla di eticità come si qualifica questo comportamento della moglie che, come tutti i coniugi in caso di separazione ha questioni patrimoniali (si possono immaginare di che dimensioni) aperte con il marito? e come si qualifica, sempre dal punto di vista etico l'utilizzo che il giornale ne fa? Poteva scegliere di pubblicare o non pubblicare, ha scelto di farne una campagna mediatica di portata inverosimile. per un mese e mezzo la vicenda occupa, tutti i giorni, più spazio che lo storico discorso di obama al mondo arabo un solo giorno. questa è la vicenda: una moglie che utilizza un giornale contro il proprio marito e un giornale che utilizza una moglie contro il proprio avversario. si ricorda il detto orientale: quando la luna indica la luna lo stupido guarda il dito?
alessandro lozzi - firenze - Mail - sabato 6 giugno 2009 10.19
risposta a giorgio di milano
forse non mi sonospiegato bene, e mi dispiace, anche se rileggendo il pezzo devo dire che mi sembra di essere stato chiaro. alla domanda a di pietro non deve rispondere franceschini, la mia era solo ironia (incompresa) con la quale intendevo dire che siccome franceschini sollecita berlusconi a rispondere a repubblica, se di pietro non risponderà al giornale ci raccomanderemo a franceschini perchè solleciti anche di pietro. tutto qui. scrivendo mi rendo conto che non c'è niente di peggio che spiegare le batturte, non fanno sorridere nemmeno chi le racconta
Loredana - Italia - Mail - sabato 6 giugno 2009 9.43
Al sig. Borgioli vorrei fare osservare che la "tolleranza" nei comportamenti privati dei nostri leader è uno dei tanti sintomi della decadenza della nostra democrazia e dei valori della nostra gente. L'uomo politico e in special modo il leader carismatico (nella fattispecie il Berlusconi) rappresenta un modello e tale consapevolezza dovrebbe consigliare da parte dello stesso personaggio una certa "cautela" di comportamento. Ma si sa; a tutti gli uomini piacerebbe andare con le ragazzine, dirà Lei, che male c'è; in fondo beato il Berlusconi che se lo può permettere. Rifletta sig. Borgioli sull'enormità di questa convinzione! Ma la questione è sempre un'altra; il Berlusconi nel caso di specie ha MENTITO all'opinione pubblica. Le chiedo e Vi chiedo, un leader politico che mente spudoratamente è un bene per la democrazia? Riflettiamo.
Giorgio - Milano - Mail - venerdi 5 giugno 2009 18.20
Perché alle domande che il "Giornale" rivolge a Di Pietro ritiene che debba rispondere Franceschini? Lo dica, eventualmente, all'interessato (Di Pietro). Perché, in questo caso, prendersela con Franceschini? Mi puzza di strumentalismo, ma, si sa, il vero avversario è il PD, non certo l'IdV.
Fabrizio Borgioli - Firenze - Mail - venerdi 5 giugno 2009 12.58
Sono perfettamente d'accordo con la tua analisi, che condivido parola per parola. Tra l'altro, rilevo che questa forma di contestazione politica, volta a mettere in discussione la moralità domestica del leader avversato, assai praticata nel mondo anglosassone, è invece profodamente estranea alla cultura italiana: tutti i policiti nostrani hanno avuto amiche, amanti e compagne varie, e nessuno se ne è mai risentito, o ha mai sentito il bisogno di additare il fatto al pubblico scandalo. E che adesso questa "americanizzazione" della lotta politica venga proprio dalla sinistra, che su ben altri temi conduceva in passato le proprie battaglie, mi pare segno di un profondo decadimento in punto di contenuti. Forse non sarà iniziato tutto con Franceschini, ma certo un buon contributo in questa direzione anche lui l'ha dato... Cari saluti.
alessandro lozzi - firenze - Mail - giovedi 4 giugno 2009 17.9
sono giornalista pubblicista e direttore responsabile della testata laici che ho fondato, anche se non capisco questo cosa c'entri. mi sembra chiaro che non la pensiamo allo stesso modo. la storia dell'inquisizione è piena di esempi sul metodo repubblica: si crea un polverone su domande fondate sul nulla. se c'è qualcosa che non va repubblica lo denunci, ma pretendere che sia l'nteressato a scusarsi e difendersi di fronte ad accuse mai formulate altro non è che l'inversione della prova. non mi piace la cultura del sospetto, so dove porta, e so anche purtroppo che è molto diffusa
alessandro lozzi
Pietro - Bergamo - Mail - mercoledi 3 giugno 2009 15.41
La questione che solleva Repubblica mi pare chiara e non capisco le sue osservazioni...Il punto è UNO solo, POSSIAMO FIDARCI DI UN POLITICO CHE AD OGNI PIU SOSPINTO PRESENTA NON SOLO VERITA DIVERSE MA ADDIRITTURA INCOMPATIBILI FRA LORO ??
Purtroppo il metodo di difesa scelto dal Sig Berlusconi impone anche a dei girnalisti seri di scendere nel personale in alcune questioni, vedi Gino etc..
Se il Sig Berlusconi si fosse degnato di rispondere in modo chiaro alle domande poste, SENZA inventare nulla, SENZA mandare i suoi sgherri in Tv a dire che il Gino NON è attendibile perche condannato, cioè a rimestare nella melma, credo che non si sarebbe arrivati a certe " sviste ", a certe affermazioni, per alcuni versi spiacevoli..
D'altra parte mi pare che anche la stampa estera a ben chiaro che il punto NON è cosa il Sig Berlusconi fa nel suo privato MA COME GESTISCE IN PUBBLICO IL SUO POTERE !!! E mi pare che anche lei non possa NON aver capito che il nodo della discussione è proprio questo e NON altro..
Per quanto riguarda l' Onorevole Di Pietro, mi pare che abbia risposto al Giornale, che poi questo non sia ancora soddisfatto delle risposte ricevute mi pare ci possa stare, visto anche chi è l'editore di riferimento dello stesso..E credo che lei sappia bene anche questo vero ??
Inoltre, se come lei lascia intendere, c'è stato un appropriazione indebita di soldi pubblici da parte dell' Onorevole Di Pietro, mi chiedo e le chiedo e chiedo al Giornale, Perche NON ABBIAMO DENUNCIATO la cosa alla magistratura, o almeno presentato un esposto ??
Infine mi piacerebbe sapere, per correttezza di infomramzione, Lei chi è ?? Nel senso è un giornalista o cosa ?? se si di che testata ??
Grazie
alessandro lozzi - firenze - Mail - venerdi 29 maggio 2009 19.33
mi sembra chiaro che la pensiamo in modo diverso. radicalmente diverso. non è un male, è il bello della libertà.
alessandro lozzi


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