Michela DiamantiLouis Siciliano, attore e compositore polistrumentista, tra i pochi artisti europei in giuria ai ‘Grammy Awards’, ci racconta in questa intervista il suo ‘Mumex Trio’ e il video-album ‘Folds of Time’, usciti nei mesi scorsi per Musica Presente Records, etichetta diretta dal celebre Renzo Cresti. Si tratta di un intenso caleidoscopio di sentimenti e influssi, in cui il ritmo varia regalando, talvolta, suggestioni malinconiche – come nella title track di Folds of Time – o, all’occasione, spiccata energia, come nel caso di ‘Roue de la Fortune’. il mitico Louis Siciliano incontra il bassista, Roberto Bellatalla – che lui stesso definisce “il protagonista dell’avant-garde music a Londra per più di 30 anni” – e il grande batterista, Mauro Salvatore, per portare a livello pratico le parole contenute nel suo libro ‘Music Multiverse Exploration’ (Mumex, per l’appunto, edito da Magic&Unique Book), ispirato a John Coltrane e basato sul concetto che la musica sia mossa da ciò che regola l’universo, tra simmetrie e l’opera didattica di George Garzone.

Louis Siciliano, innanzitutto come è nato questo trio con Roberto Bellatalla e Mauro Salvatore, uniti in un progetto unico come Mumex?
“Il trio nasce dalla pratica strumentale scaturita dall'indagine sui concetti espressi nel mio libro, ‘Music Multiverse Exploration’ (Magic&Unique Book edizioni), che abbiamo tenuto costantemente negli ultimi anni con il contrabbassista, Roberto Bellatalla. Abbiamo anche registrato, dopo il primo lungo lockdown, un album in duo dal titolo ‘The first day of freedom’. Durante questo viaggio in Mumex (Music Multiverse Exploration) abbiamo incrociato sul nostro sentiero il batterista, Mauro Salvatore. Anch’egli è un ricercatore di timbri e di trame ritmiche diverse e innovative. E abbiamo tutti e tre percepito una grande sintonia, una comunione di intenti: una visione della musica di ciascuno di noi totalmente in risonanza. Da lì, il passo a fare in modo che il trio diventasse un laboratorio permanente di suoni sotto una prospettiva Mumex, è stato davvero naturale”.

‘Folds of time’ è un ‘video-album’: come funziona la negoziazione fra musica e video nel vostro progetto?
“Sono sempre stato convinto che gli album e la musica registrata siano ‘documenti’, che servono cioè a non dimenticare. Sono come delle fotografie: una cosa è incontrare e dialogare con una persona dal vivo, ben altra vederla in foto o in video. La fisica quantistica ha dimostrato che viviamo in una realtà vibrante: tutto vibra. Questa considerazione è fondamentale, al fine di affermare che nulla potrà mai sostituire la musica dal vivo. Visto e considerato che le tecnologie, oggi, oltre a essere un meraviglioso strumento creativo, possono anche ‘alterare’ un prodotto artistico, io volevo portare a tutti i costi agli ascoltatori che ci seguono un qualcosa di ‘vero’, di tangibile, dato che il periodo che abbiamo passato, di certo non è stato il massimo per la musica dal vivo. Avevo, insomma, il desiderio di far partecipe il pubblico di questa esperienza: così è nata l'idea di affiancare all'uscita dell'album su Spotify e tutte le altre piattaforme di musica digitale mondiali, un video-album che documentasse, senza ‘edulcoranti’, la nostra performance”.

Lei è un grande artista internazionale, pluripremiato a più livelli: cosa rappresenta questo progetto all’interno della sua carriera?
“Ho atteso la soglia dei 47 anni, per poter fare la mia musica e condividere con il pubblico che ci segue il mio punto di vista, che è molto affine alla visione di Roberto Bellatalla e Mauro Salvatore. Di fare il ‘cameriere’ per registi e montatori ero stanchissimo: mi sentivo totalmente ‘dilaniato’ dalla totale mancanza di cultura musicale e di sensibilità verso il nostro ambiente da parte del mondo dell'audiovisivo italiano. Ringrazio la vita di avermi riportato al centro del suono. Io sogno un ritorno alla civiltà dell'ascolto: l'ascolto, infatti, è il presupposto basilare di un modo nuovo di intendere l'arte e i rapporti sociali. Siamo inquinati da miliardi di immagini e bombardati, continuamente, dal dover apparire. La mia carriera, se così vogliamo definirla, finalmente è a un nuovo punto di partenza: mi auguro di poter condividere con tutti voi questa prima tappa di quello che, per me, è un avvincente viaggio nel ‘Multiverso’ dei suoni”.

La sua attività musicale si compone di tanti tasselli e passa, certamente, attraverso la performance, la composizione, ma anche l'attività imprenditoriale: come concilia tutti questi aspetti all'interno della sua vita professionale?
“Più che attività imprenditoriale, la mia è un’attività politica in senso più ampio. Anche perché, considerando i guadagni, mi viene da sorridere e ora vi spiego perché: Magic&Unique Group è, per l’appunto, un ‘media group’ di 12 etichette discografiche che, a detta degli amici dei ‘Grammy Awards’, rappresenta il Wwf della musica. Siamo l'ultimo fortino di una eesistenza che cerca di contrastare l'azione devastante del mainstream, che vuole ridurre la musica a mera banalità. Per il sottoscritto e per tutti gli artisti di M&UG, la musica è una via alla conoscenza: una vera e propria pratica spirituale, lontana dai dogmi di grande profondità. Per me è una missione importante e sono felice di vedere più di 4 milioni e 700 mila ascoltatori da tutto il mondo, che hanno apprezzato la nostra ultima produzione con Elizabeth Sombart, una delle grandi leggende viventi del nostro tempo e della musica classica più in generale. Non nego che è stata, davvero, una grande soddisfazione. Il mondo ha bisogno di verità, adesso. E di tanta, tanta musica, possibilmente dal vivo”.





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