Iulia GrecoSi è tenuta in questi giorni, dopo trepidante attesa, l’ottava edizione del ‘Termoli Jazz’, il prestigioso festival organizzato dall’associazione culturale ‘Jack’, con Michele Macchiagodena nel ruolo di presidente e direttore artistico di una rassegna che rappresenta il fiore all’occhiello della città di Termoli (Cb) e, più in generale, del Molise. La Termoli vecchia, che sfocia all'improvviso in piazza Duomo, è stata la ‘venue’ di quattro concerti, tutti a ingresso libero, benché contingentato. I riflettori si sono accesi mercoledì 27 luglio 2022, con Federico Calcagno & The Dolphians, intraprendente sestetto diretto da Federico Calcagno (clarinetto soprano e clarinetto basso), definito “il nuovo alfiere del jazz italiano ed europeo” dal famoso web magazine ‘All About Jazz Italia’, affiancato da cinque fulgidi talenti come Luca Ceribelli (sax soprano e sax tenore), Gianluca Zanello (sax alto), Andrea Mellace (vibrafono), Stefano Zambon (contrabbasso) e Stefano Grasso (batteria). Questa formazione ha reso omaggio al leggendario polistrumentista e compositore statunitense, Eric Dolphy, attraverso composizioni originali di Calcagno, fra cui alcune completamente inedite, in un 'live' tra hard-bop, free, creative music, world music e hip hop. Si è proseguito giovedì 28 luglio con i Mack, un trio trasversale e singolare composto da musicisti estremamente creativi, come Federico Squassabia (tastiere), Marco Frattini (batteria) e Mattia 'Matta' Dallara (elettronica). Si tratta di un gruppo che ha riscosso un notevole successo anche fuori dall’Italia, soprattutto in Nordamerica, che propone un repertorio di brani originali improntati su un’accattivante commistione comprendente hip hop, funk, jazz, neo-soul ed elettronica. Venerdì 29 luglio sono invece saliti sul palco i C’mon Tigre (voce, chitarra ed elettronica) insieme a quattro eccellenti compagni di viaggio: Mirko Cisilino (tromba, flicorno ed elettronica), Beppe Scardino (sassofoni ed elettronica), Pasquale Mirra (vibrafono) e Marco Frattini (batteria). E’ un progetto figlio di una particolare simbiosi fra visual art e musica, che ha ottenuto parecchi consensi anche all’estero - Danimarca, Francia e Olanda – presentando composizioni che abbracciano generi quali afro-jazz, hip hop, funk, dance e colorazioni di musica mediterranea, ma con lo spirito del jazz sempre pronto ad aleggiare o a riecheggiare. Sabato 30 luglio, infine, il sipario è calato con una formazione d’eccezione: Di Nunzio/Bassi/Nisi Trio Special Guest, Antonio Faraò. Un quartetto formidabile, costituito, per l’appunto, da Luigi Di Nunzio (sax alto), Giuseppe Bassi (contrabbasso), Marcello Nisi (batteria) con ospite d’eccezione, al pianoforte, Antonio Faraò, il 'pupillo' di Herbie Hancock. Dunque, tre jazzisti dall’inestimabile valore più la presenza di una vera e propria star del jazz italiano come Faraò, riconosciuto e apprezzato sulla scena jazzistica internazionale da oltre vent’anni, per le sue qualità artistiche di pregevole fattura. Composizioni originali, quelle di Antonio Faraò, che insieme ad alcuni standard della tradizione jazz ‘riarrangiati’, hanno composto la scaletta di un magnifico concerto. In particolar modo, grazie alla lungimiranza e alla perseveranza del direttore artistico, Michele Macchiagodena, il Termoli Jazz si prefigge, ormai da otto edizioni, il nobile obiettivo di divulgare questo genere musicale, in continua evoluzione, in tutte le sue svariate forme, nel segno della contaminazione, del ‘melting pot’ stilistico, come la storia ultracentenaria del jazz da sempre insegna. Oltre a valorizzare i ‘giovani leoni’ del nostro panorama nazionale, che meritano di calcare palcoscenici importanti. Proprio come quello del festival termolese.





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