Valentina Spagnolo
Sicuramente, la figura di Pino Daniele è una di quelle che comincia a mancare veramente. E non soltanto alla città di Napoli. Già la cantante Emma Marrone, nei giorni scorsi su Instagram lo ha ricordato ripubblicando il video di un ‘duetto’ insieme a lui. Ma il vuoto lo si percepisce ancor di più se, guardando all'indietro, si nota quanto Pino Daniele sia riuscito, grazie alle sue canzoni, a cambiare la cultura popolare napoletana. E’ stato senz’altro lui l’artefice di una ‘sprovincializzazione’ della città di Napoli, a lungo prigioniera di un immobilismo cattolico-tradizionalista sempre nostalgico dei ‘sovrani precedenti’, fino a entrare in contraddizione. Una contraddizione con se stessa, perché una città che produce attori come Antonio de Curtis e autentici giganti della letteratura e del teatro come Eduardo De Filippo, per non parlare dell’indimenticabile Massimo Troisi, per interi decenni sembrava non voler ammettere di essere molto più 'grande' di quanto essa stessa credesse. Ma la vera ‘chiave di volta’ culturale fu proprio lui, Pino Daniele, il creatore di una sorta di blues mediterraneo che egli stesso aveva ribattezzato ‘Tarumbò’: una crasi tra la tarantella e il sofisticatissimo blues ritmato dei neri d’America. E' impossibile non accorgersi di quello che ha fatto Pino Daniele: ha cambiato il volto di Napoli, rendendola una delle città più progressiste e aperte d’Europa, riuscendo a mettere assieme il rock, il blues e Masaniello, al fine di ricollocare Napoli all’interno di un alveo evolutivo e culturale internazionale. Napoli è diventata grande grazie a lui, poiché è riuscita a liberarsi da un proprio sentimentalismo quasi infantile, portandolo a maturazione, a un'incredibile razionalità. Si potrebbe persino parlare, oggi, di socialismo partenopeo, se proprio volessimo scomodare il mondo dei filosofi. Perché Napoli, un suo rapporto con la filosofia lo ha sempre avuto: non dimentichiamolo. Ed è stato soprattutto Pino Daniele a ricordarlo alla propria città. E infatti, a 7 anni dalla scomparsa di un genio musicale di questo genere, è normale registrare come si continui a ripescare dal patrimonio musicale che egli ci ha lasciato. Come ha fatto, di recente, l’agenzia di produzione musicale e management ‘Isola degli Artisti’, sorta ad Aprilia (Lt) nel decennio scorso, rendendogli omaggio con una versione di 'Je so’ pazzo' proposta da Serena Brancale: una rivisitazione arricchita da sonorità antiche, di stampo 'soul'. Un brano a cavallo tra passato e presente che anticipa il terzo album dell’artista pugliese e che vede la preziosa collaborazione d’oltreoceano di Richard Bona. "La prima idea musicale che abbiamo condiviso col mio produttore per la costruzione di questo terzo album", ha spiegato Serena Brancale, "è stata quella d'includere alcuni dei brani immortali di Pino Daniele. 'Je so’ pazzo' è stata la prima canzone che ho immaginato, con un ‘groove’ diverso, quasi a discostarmi dal sound italiano, rimandando a un’antica Africa. Nell’ultima fase di costruzione del brano ho preso coraggio e ho contattato chi non avrei mai pensato di conoscere nella vita: Richard Bona, un artista che ha sempre cantato nella sua lingua, come Pino Daniele, portando la sua tradizione sul palco in maniera pura ed autentica come il nostro napoletano". Il videoclip ufficiale del brano vede l’intera sequenza di immagini in bianco e nero, con Serena Brancale che canta la sua 'Je so’ pazzo' lasciandosi trasportare dal 'groove' del pezzo e dalle note del pianoforte che lei stessa suona. Nella seconda parte del video, appaiono le immagini che ritraggono Richard Bona all’interno di uno studio di registrazione mentre canta la sua ‘idea di follia’: "Il video di 'Je so’ pazzo' è stato pensato in bianco e nero, in studio, alla vecchia maniera", ci ha raccontato la Brancale. "Abbiamo registrato la voce dell’ospite in una caldissima giornata di luglio a Pescara, realizzando contemporaneamente il backstage della collaborazione. In un secondo momento, abbiamo miscelato gli inserti di Richard Bona con un video 'stretto', piano e voce, presso gli studi di ‘Isola degli Artisti’. Con un testo così ricco di significato e incredibilmente attuale, non immaginavo un video didascalico, bensì un qualcosa di asciutto”, ha concluso l'artista, "dove l’importanza viene data proprio alla musica".





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