Valentina SpagnoloIn merito alle recenti polemiche esplose all’interno dell’Ordine dei medici e degli odontoiatri di Roma e provincia (Omceo) è intervenuto in questi giorni, con un appello all’unità di tutta la categoria dei professionisti della sanità, anche Foad Aodi, presidente di Amsi e del movimento ‘Uniti per Unire’, già 4 volte consigliere Omceo di Roma, in merito alla sospensione forzata dell’assemblea dell’Omceo avvenuta nei giorni scorsi per opera di un gruppo di operatori della sanità contrari alla vaccinazione obbligatoria per l’intera categoria. "A nome dell’Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi), del Movimento internazionale transculturale interprofessionale ‘Uniti per Unire’, dell'Unione medica euromediterranea (Umem) e della comunità del mondo arabo in Italia (Co-mai)”, afferma in una nota il professor Aodi, “esprimo solidarietà al presidente dell’Ordine provinciale dei medici di Roma, Antonio Magi, che ho sentito telefonicamente per ribadire la nostra vicinanza a lui, all’intero Consiglio direttivo e a tutto il personale dell'Omceo di Roma. Amsi, UxU e Umem”, aggiunge, “continuano a difendere la sovranità dell'Ordine dei medici e di tutte le istituzioni chiamate ad applicare la legge con trasparenza e rigore in un momento molto difficile per tutti, sia per i professionisti della sanità, sia per i cittadini. Facciamo un appello a tutto il mondo medico e dei professionisti della sanità”, prosegue Aodi nella nota, “al fine di essere uniti e non cercare guerre e scontri tra di noi, cosa dannosa per tutta la categoria, per il Sistema sanitario nazionale e per i pazienti. Il nostro nemico è il Covid 19 e non il vaccino o chi lo consiglia”, sottolinea il luminare. “Con Amsi, UxU e Umem, noi siamo presenti in 80 Paesi dove ci sono statistiche gravi di morti e contagiati, ma non registriamo nessuna guerra, né scontri interni tra medici e professionisti della sanità. Inoltre, il mio appello alle televisioni, radio e al mondo dell’informazione, è quello di fare un salto di qualità, cercando di fare una buona comunicazione, senza polemiche e scontri tra i partecipanti, che rischiano di eccitare gli animi e di dare un messaggio pericoloso e dannoso per tutti. In questo momento tragico, ognuno deve assumersi le proprie responsabilità”, sottolinea il consigliere dell’Ordine dei medici di Roma e provincia, “se perdiamo questa battaglia, perdiamo tutti. Ma se la vinciamo, vinciamo tutti. Per questo, ribadiamo: "Uno per tutti e tutti per uno"! Con trasparenza, confronto civile e senza scontri sterili e dannosi". A tale appello si è aggiunta anche una nota del direttore responsabile di www.laici.it, testata telematica di approfondimento politico-culturale, Vittorio Lussana, che in una nota su Facebook ha aggiunto: “Le procedure di contestazione espresse dai vari video che stanno circolando in questi giorni non sono quelle consentite da alcun organo di regolamentazione deontologica o di rappresentanza. Una minoranza, per quanto rumorosa e combattiva possa essere, rimane pur sempre una minoranza. E prima di contestare il conservatorismo altrui, essa dovrebbe dimostrare il coraggio di analizzare il proprio immobilismo e il rifiuto di riordinare una visione dottrinaria che, oltre alla protesta, non propone alcunché. La guerra sui vaccini c'entra poco o nulla rispetto a tutto questo”, ha sottolineato Lussana, “se non per confermare tre assunti, assolutamente chiari e precisi: a) i medici e il personale sanitario che stanno armando una guerra inutile, lo fanno solamente oggi che si ritrovano sospesi o radiati dai propri incarichi con piena ragione da parte dell'Ordine professionale, che potrà avvalersi dell'Avvocatura dello Stato per difendersi e vedere confermate le proprie decisioni; b) medici e sanitari che non si vaccinano o che sono contrari alla vaccinazione sono una contraddizione in termini, da un punto di vista schiettamente scientifico; c) strumentalizzare i morti di una pandemia di dimensioni planetarie per combattere le proprie battaglie di reazione, senza voler ammettere i propri errori d'impostazione pietistica e assistenzialista rispetto alla vera applicazione della medicina, che invece ha le sue regole - spesso molto rigide - è un qualcosa che richiama unicamente la vigliaccheria. Il medico, così come il giornalista”, ha spiegato il direttore di www.laici.it, “è un professionista autonomo: se ci sono delle regole per evitare interpretazioni 'sofistiche' nel primo caso e 'marchettare' nel secondo, esse vanno rispettate, soprattutto se confortate dalle recenti prese di distanza della comunicazione pubblicitaria e del marketing, che invece si era avvalsa a lungo dell'alleanza con ambienti professionali che richiedevano una stretta osservanza delle regole sul piano collettivo e una piena libertà d'azione individuale. Si tratta della medesima impostazione culturale della Cei”, ha concluso Vittorio Lussana, “ognuno faccia un po' quello che vuole in privato, purché non si chiedano nuove libertà pubbliche. Come dire che lo Stato non dovrebbe riformare se stesso dall'interno, ma applicare regole aziendaliste, contrattualiste e privatiste. Una cosa francamente impossibile, poiché amare il proprio mestiere e viverlo con passione non può essere una forma di mera prostituzione intellettuale”.





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