Domenico BriguglioEnrico Nicodemo si pone di diritto tra gli artisti contemporanei in grande ascesa: pittore, scultore, stilista e gioielliere, la sua fama ha travalicato rapidamente i confini nazionali, imponendosi all'attenzione dei media più prestigiosi con le sue opere innovative e sorprendenti, che sperimentano una nuova tecnica che ha molto colpito la critica. Nel corso di quest'intervista che ci ha gentilmente concesso, abbiamo avuto modo di affrontare insieme a lui alcuni interessanti temi artistici, che proponiamo ai lettori.

Enrico Nicodemo, abbiamo saputo della sua ennesima mostra fuori dal nostro Paese, al Dubai Art Expo: com’è andata?
“Sì, sono tornato da poco: mi sono trattenuto a Dubai dall'uno al 12 novembre per questo straordinario evento, organizzato all'Hotel Maidan e, in seguito, nella suggestiva parte vecchia della città, presso il museo Fahidi Historical Neighbourood's”.

Un evento internazionale di grande livello, a quanto ci risulta: è così?
“Già: 400 artisti provenienti da ben 170 Paesi, con inclusi una serie di spettacoli tradizionali provenienti da tutti i continenti con ballerini, cori, musicisti”.

E un solo italiano, Demo'...
“In effetti, è stato un grandissimo onore rappresentare il nostro Paese a questo evento legato alla pace nel mondo. Un tema espresso anche nei disegni di bambini di tutto il pianeta, in collaborazione con l'associazione italiana Colori della Pace Onlus, per esprimere un messaggio di tolleranza, armonia e unità”.

Giungono voci di grande apprezzamento per l'opera che ha presentato: è così?
“Un'opera creata appositamente per l'occasione, dal titolo ‘La saggezza di condurre un popolo’, che ho consegnato personalmente all'emiro di Dubai, Mohamed bin Rashid Al Makdum, tempestata di pietre preziose, 271 carati, che ho realizzato appositamente per lui”.

271 carati? Si stenta a crederlo: quale tecnica ha usato?

“Io lavoro soprattutto con la resina applicata al plexiglass, una tecnica che mi consente di applicare i preziosi fissandoli in modo stabile, evitando il pericolo che possano staccarsi”.

Avrà avuto un valore consistente, vero?
“Beh sì, ma il parterre dai nomi altisonanti ha apprezzato parecchio”.

Sbaglio o non era la prima volta che realizzava un'opera del genere?
“Infatti: in passato ne ho creata una con circa 1000 carati. Come saprà, io sono anche un gioielliere: delle pietre preziose vedo, al di là del semplice valore, la bellezza intrinseca, la capacità di riflettere la luce in mille modi a seconda dell'angolazione da cui si guardano. Non solo un valore aggiunto e notevole all'opera, ma anche un pregio artistico che altri materiali non riescono assolutamente a imitare. Proprio questa specifica qualità mi ha spinto a sperimentare: all'inizio ho utilizzato semipreziosi, poi i risultati ottenuti mi hanno spinto sempre più avanti e, pian piano, sono approdato ai risultati odierni”.

Giornali e riviste di tutto il mondo hanno parlato delle sue opere: è soddisfatto?
“Sì, ovviamente, mi ha fatto molto piacere. Si sono soffermati molto sulla novità assoluta della mia produzione, oltre che sul pregio puramente artistico”.

Lei ritiene di appartenere a una specifica corrente artistica?
“Ho esordito con il figurativo puro, opere in olio e acrilico. In seguito, ho deciso di virare verso il materico, colpito dalla sua malleabilità, dalla possibilità di essere plasmato in forme nuove e al pennello ho sostituito la spatola. Inevitabilmente, il materico mi ha condotto verso l'astratto, che ha in sé la capacità di offrire diverse chiavi di lettura allo spettatore il quale, con i suoi punti di vista diversi e alternativi, arricchisce lo stesso artista con una sorta di ‘effetto di ritorno’. Man mano, la mia passione per i preziosi ha fatto capolino, innestandosi nel materico, imponendo cioè un nuovo supporto di lavoro e riproponendomi la possibilità di tornare a una inedita versione del figurativo, stavolta commisto al concettuale: due poli tra i quali sono tutt'ora sospeso”.

E gli altri rami della sua attività?
“Sono comunque strettamente connessi alla mia creazione artistica: i miei gioielli sono da considerarsi anch'essi delle opere d'arte. Lo stesso dicasi per il mio impegno come stilista. Per entrambe le cose ho previsto un'ulteriore incentivazione: in alcune sfilate ho proposto, contestualmente, abiti, gioielli e accessori di moda. Il successo ottenuto ha avuto il risultato di far conoscere a platee sempre più ampie il mio brand: Demo' arte design and more”.

La vedremo presto competere con i migliori brand del settore, allora?
“Non vi nascondo che è un sogno che vorrei si realizzasse: l’impresa è oggettivamente ardua ma...”.

Forse, i suoi successi come artista agevoleranno questo sogno, non crede?
“Me lo auguro. Diciamo che potrebbero essere un possibile traino...”.





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