Marcello ValeriUna nuova iniziativa nell'ambito della manifestazione romana 'Aqua Film Festival' che celebra e difende l'elemento fondante della vita sulla Terra

La quinta edizione dell'Aqua Film Festival slitta al 2021 e viene aggiunta una nuova sezione 'fuori concorso', dedicata a tutti coloro che, telefonino alla mano, abbiano voglia di denunciare qualsiasi tipo di attività di inquinamento delle risorse idriche. Le conseguenze della pandemia da Covid-19 non hanno risparmiato neanche la V edizione della rassegna internazionale ospitata alla Casa del Cinema di Roma, che vuole rappresentare, con lo strumento cinematografico e di documentazione, lo straordinario mondo dell'acqua nei suoi diversi valori e funzioni di utilizzo, per scoprire nuovi talenti. Noi di Laici.it abbiamo raggiunto il direttore artistico e fondatrice del Festival, Eleonora Vallone, artista poliedrica attenta ai problemi ambientali, che dal 2016 dirige la manifestazione che intende "valorizzare l'elemento Acqua sul territorio, come fonte di vita , di energia, di salute, di memoria, da amare, rispettare, valorizzare e temere, attraverso l'immagine in movimento catturata dall'Uomo, sotto forma di messaggio sociale di libertà, di sport di arte, consapevolizzando chi ne ha in abbondanza e aiutando i Paesi che non ne hanno".

Eleonora Vallone, la lunga quarantena per il Covid 19 ha investito quasi in pieno il suo 'Aqua Film Festival' 2020, rimandato all'anno prossimo: è stato solo un inconveniente, oppure questi mesi consentiranno alla manifestazione un ulteriore arricchimento di contenuti?
"Il bando terminava il 20 febbraio e, grazie anche a una giuria fantastica stavamo preparando tutto per il debutto della manifestazione, senza immaginare la tragedia che abbiamo vissuto. Dopo un paio di slittamenti a causa del lockdown, avevamo ipotizzato di spostare il Festival ai primi di ottobre ma, viste le necessità derivanti dal distanziamento sociale, che non avrebbero favorito la partecipazione da parte del pubblico adulto e delle scuole, abbiamo spostato questa edizione della manifestazione per l'anno venturo, ovvero dal 25 al 27 marzo 2021, i primi giorni della prossima primavera. Un periodo d'attesa che, comunque, non passerà invano: abbiamo istituito la sezione fuori concorso 'Fratello Mare, Amico Fiume, Caro Lago - Se inquini ti riprendo', aperta a tutti i cittadini, in cui chi vorrà, potrà inviare filmati realizzati anche con uno smartphone per denunciare con un reportage di pochi secondi o max 5 minuti, qualsiasi tipo di attività irresponsabile che provoca inquinamento del mare, dei fiumi o dei laghi. Invito perciò tutti a guardare ciò che si ha intorno, a fare dei filmati e a contribuire in modo semplice alla salvaguardia di un bene importante come quello dell'acqua. L'invio dei filmati potrà essere fatto utilizzando l'apposita sezione del sito internet di 'Aqua Film Festival'. I filmati, potranno essere inviati anche in forma anonima per tutte quelle situazioni che potrebbero comportare delle conseguenze per chi denuncia l'attività illecita. Non importa come, ma l'importante é farlo. Il Festival si occuperà di rendere pubblica la situazione denunciata e la sottoporrà all'attenzione dei media e delle autorità  competenti. Ci sarà un canale Youtube "Fratello Mare", dove si potranno vedere i filmati-reportage inviati durante l'anno. Il migliore filmato avrà la menzione speciale fuori concorso: 'Fratello Mare'...".

Quali sono le novità che verranno introdotte nell'edizione 2021?
"Oltre alla sezione 'Fratello Mare', la quinta edizione del Festival introduce la sezione 'Aqua & Arch', dedicata a progetti di bioarchitettura legati all'acqua e la sezione 'Aqua Music' riservata a video musicali aventi come protagonista l'acqua. Inoltre, la giuria assegnerà il premio 'Sorella Aqua' per il miglior corto e per il miglior 'cortino'. Sono previste Menzioni Speciali trasversali, che andranno ai corti o cortini girati anche da smartphone che meglio interpretano i seguenti sottotemi del  Festival: Menzione  speciale 'Aqua & Ambiente' - miglior  documentario. Quindi, 'Aqua & Isola' con  tematica  ambientata o ispirata da un'isola. Dalla scorsa edizione è inoltre istituita la sezione 'Aqua & Thriller', aperta a corti e 'cortini' di genere giallo, poliziesco o thriller, che attraverso l'utilizzo dell'acqua esprimano al meglio questa tematica. Durante l'edizione 2021, verranno annunciati i vincitori del concorso parallelo a quello ufficiale dedicato a scuole e università, nazionali e internazionali, denominato 'Aqua & Students'. Ci saranno novità anche dal punto di vista delle partnership, come la nuova collaborazione con Federpesca, con l'Istituto svizzero a Roma, con la Fondazione italiana bioarchitettura e con l'Anica, l'associazione che rappresenta l'audiovisivo e valorizzazione del cinema".

Cosa rappresenta per lei l'acqua e come nasce l'idea di un festival dedicato all'acqua? Può riassumere ai lettori di Laici.it la storia di questo evento?
"Tra me e l'acqua c'é un legame profondo. Ho iniziato la mia carriera artistica come attrice e, a ogni contratto facevo mettere come clausola la necessità di dormire in un posto dove c'era dell'acqua o, comunque, con un parco nelle vicinanze. Il contatto con la natura per me è vitale. Nel 1984, scampai a un grave incidente che provocò la morte del mio compagno. Oltre al dolore del lutto, la scioccante esperienza stava per avere delle conseguenze serie anche sulla mia mobilità: l'acqua é stato l'unico elemento in cui riuscivo a muovermi senza sentire dolore. Da allora, iniziai a pensare a come l'acqua potesse essere un elemento benefico. Ho inventato una serie di esercizi (oltre 3 mila) brevettandoli col nome di 'GymNuoto' in Italia e 'GymSwim' all'estero. E ho scritto 5 libri, in cui propongo moltissimi tipi di esercizi: dal dimagrimento, al benessere della voce o, perfino, per far meglio l'amore. Ho fondato la prima scuola per diventare insegnanti di questa disciplina acquatica, formando i primi istruttori di Ginnastica in acqua (Acquagym) e sono riuscita a farla considerare una disciplina sportiva dal Coni. Il cinema, poi, é stato sempre il mio grande amore. Decisi di frequentare l'Actor's Studio di New York e, per ogni personaggio, devi immaginare la storia a tal punto che essa deve entrare dentro di te per poter diventare vera. La devi vivere dentro di te e la devi rendere realtà, inventando con la fantasia qualcosa che non esiste. Devi trovare dentro di le corde per interpretare il personaggio che andrai a impersonare: un lavoro bellissimo. Poi c'é il lavoro con la troupe, con gli altri attori e gli altri personaggi. Tutte le mattine sei lì con il truccatore, il fonico, il regista: é come essere in una grande famiglia. Senza contare le trasferte di viaggio, che spesso ti fanno stare via per due, tre cinque mesi. E' un lavoro bellissimo, in cui conta molto l'aggancio. E io non sono brava a chiedere favori. Non sopportavo il fatto di dover sottostare alla 'telefonata': se non arrivava, eri zero e contavi niente. Mi ribellavo al quel sistema, perché non lo ritenevo giusto. Dopo il periodo dell'insegnamento, ho perciò deciso di unire l'amore per l'acqua e quello per il cinema: ho ideato questo festival che ha avuto un successo inaspettato. Mai avrei pensato che da tutto il mondo, dall'Argentina, al Paraguay alla Tunisia, avrebbero mandato tanti film. Penso che il motivo sia da ricondurre all'universalità dell'argomento: come l'amore, l'acqua riguarda tutti. Riguarda anche coloro che grazie al mar Mediterraneo (e troppo spesso con gravi perdite e sacrifici) riescono a fuggire dalle guerre, dalle carestie, dalla fame. Perché l'acqua é anche una grande simbolo di libertà. Charles Baudelaire, ne 'I fiori del male', inizia 'L'uomo e il mare' affermando: "Uomo libero, sempre amerai il mare"! io mi permetto di coniugare, oggi, questi versi al femminile: "Donna libera, sempre amerai il mare"!

C'è da dire che, nel corso delle distinte edizioni, la sua manifestazione è cresciuta, sia per le buone idee presentate ogni anno, sia per il seguito crescente che è riuscita a richiamare: è un collegamento storico tradizionale - o comunque familiare - quello degli italiani con le 'acque', secondo lei?
"Generalmente, ci arrivano più film dall'estero, mentre quest'anno i film italiani risultano essere in maggioranza. Certamente, gli italiani hanno un collegamento storico con l'acqua: se guardiamo l'Italia dal punto di vista idrografico, viene fuori una penisola inedita, spesso sconosciuta anche dagli addetti ai lavori. Un territorio con una straordinaria varietà della risorsa acqua: temperatura, composizione chimica delle sorgenti, forme di affioramento, scorrimento ed erosione. Una varietà di fenomeni idrografici naturali e una storia millenaria della loro difficile gestione. Una varietà di acque che non ha eguali in tutto il mondo. Non a caso, i romani avevano sistemi, per l'epoca, assai avanzati di gestione, valorizzazione e sfruttamento di tale ricchezza anche per il benessere, come per esempio le terme e gli acquedotti giunti sino a noi. Una ricchezza che merita di essere salvaguardata e valorizzata, soprattutto ai giorni nostri".

Come sta trascorrendo questa estate 2020? E come ha trascorso la lunga fase di pandemia planetaria?
"In questo periodo sto, come tutti, uscendo e frequentando amici, cercando di vivere questa strana normalità in cui il contatto fisico è sospetto: non è certo una sensazione che mi piaccia. Ho trascorso la fase di lockdown isolata, nella tranquillità delle colline vicino casa, con lunghe passeggiate in completo isolamento, in cui mi capitava di incontrare simpatiche famigliole di cinghiali inconsapevoli di ciò che accadeva nel mondo. Ho scritto molto e sto lavorando a una cosa di cui non posso parlare".

Qual é il personaggio della sua carriera cinematografica che le é rimasto dentro o che sente più suo?
"Giulia Gonzaga. Si tratta di un personaggio che interpretavo in un film storico per la tv di Sergio Giordani nel 1983, girato a Sperlonga: un luogo a cui, tra l'altro, sono molto legata sin da bambina. Ero talmente dentro il personaggio che anche Giordani si stupiva per come "mi muovevo come una donna del '500". Giulia era una nobildonna italiana del XVI secolo, rimasta vedova e 'single' - come si direbbe oggi - nonostante la sua bellezza e la corte di alcuni "buoni partiti" dell'epoca (anche l'Ariosto dedicò dei sonetti alla sua cultura, intelligenza e bellezza...). Fu notata dal sultano Solimano I il Magnifico grazie a un quadro che la raffigurava. E il corsaro Barbarossa mise a ferro e fuoco Fondi, dove ella si era stabilita, tentando di rapirla per consegnarla in 'dono' al sultano. Ma Giulia riuscì a sfuggire al rapimento, con una fuga avventurosa".


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