Vittorio LussanaQuesto numero di 'Periodico italiano magazine' è dedicato agli alieni e alle varie teorie 'complottiste' a essi legate. Un pretesto, in realtà, per riflettere sulle conseguenze sociali delle trasformazioni tecnologiche avvenute in questi primi decenni del Terzo millennio. La decisione di trattare un argomento del genere deriva da una convinzione 'estetica' ben precisa: dopo l'attacco al World Trade Center dell'11 settembre 2001, tutto sembra divenuto plausibile, anche un possibile 'sbarco' degli extraterrestri sul nostro pianeta o l'avvento di una dittatura di robot con sembianze umane. Temi che, per lungo tempo, risultavano divisi tra due diverse 'scuole di pensiero': quella strettamente 'ufologica' e quella legata al materialismo storico di Isaac Asimov, il quale faceva discendere dal concetto 'marxista' di 'alienazione' della società 'meccanicista' una profezia - alquanto pessimista, a dire il vero - che prefigurava un violentissimo conflitto tra l'uomo e le macchine. La nostra società risulta, in effetti, sempre più assoggettata all'informatica: un ulteriore 'segnale' che ci porta a sospettare che quanto fino a ieri veniva considerato poco credibile potrebbe, un giorno, sorprendentemente accadere. Compresi gli sconvolgimenti climatici della natura e dell'ambiente, i quali hanno dato vita, a loro volta, a una terza 'scuola' di pensiero: quella 'catastrofista'. Ora, dato che esistono questi tre 'filoni' ben distinti tra loro, essi vanno affrontati uno per volta: il primo, quello ufologico, pretende un approccio freddo, razionale e puntuale nel verificare e soppesare prove e testimonianze relative ai vari avvistamenti o incontri 'ravvicinati'; il secondo, quello che ci avverte in merito ai rischi derivanti dalla 'rivoluzione cibernetica' che già si annuncia per i prossimi anni, costringe a rivalutare l'innocenza e l'immaginazione quali antidoti alla corruzione e alla violenza, poiché saggezza e raziocinio rischiano di soccombere di fronte alla follia 'complottista' e alla diffusione di nuove psicosi di massa (come avvenuto di recente, in Italia, con la questione dei vaccini...); nel terzo caso, riteniamo corretto avvertire l'opinione pubblica in merito a un processo di estremizzazione dei fenomeni climatici i quali, in molti casi, hanno ribaltato quel 'dominio illuminista' della ragione sulla natura che, per lungo tempo, abbiamo dato per scontato. Ebbene, proprio in questo preciso punto dell'analisi, si giunge a un nuovo 'incrocio di sintesi' tra le tre diverse 'antitesi' che abbiamo fin qui 'tratteggiato': quello relativo a una riscoperta delle esigenze 'spirituali' dell'essere umano. Se, infatti, l'umanità non riuscirà a elevarsi verso un fine più alto rispetto al suo attuale ripiegamento in direzione di un 'gretto pragmatismo' totalmente dissociato dalla Storia, essa è destinata all'autodistruzione e all'estinzione. Una diagnosi che ci obbliga ad affidarci alla scienza non in senso esclusivamente 'tecnico', bensì anche in una chiave 'umanista', lasciando un margine di 'sfogo' a quelle sensibilità 'fantastiche', o 'fantascientifiche', che non solo hanno saputo suggerire, in passato, molte delle tecnologie che noi tutti, oggi, utilizziamo, ma che quando vengono contrastate da un sano scetticismo, possono condurci a una visione più equilibrata del futuro, aiutandoci a evitare ogni appiattimento omologativo sia verso lo 'scientismo', sia in direzione di un misticismo che declina, talvolta, nella superstizione. E' questa, dunque, la conclusione che ci ha convinti a proporre tali argomenti: l'impressione di aver individuato un'interessante 'equazione estetica' tra etica del successo ed etica della convinzione, tra elogio dell'intuizione e spirito di sacrificio. In buona sostanza: tra scienza e fede.

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(editoriale tratto dalla rivista 'Periodico italiano magazine' n. 53 - gennaio/febbraio 2020)

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