Ennio TrinelliPer un decennio, mi sono occupato attivamente della questione dei diritti delle persone omosessuali. L'ho fatto con passione, impegno e grande sacrificio. So che molti pensano il contrario proprio per effetto delle mie scelte professionali, ma il ruolo 'pubblico' a tutti i costi non fa esattamente per me: non lo vivo bene. Non mi fa sentire a mio agio. Il risultato di tutte le lotte intraprese è arrivato quando ormai l'avevo data per perso, grazie anche a questioni professionali che mi hanno portato su e giù per l'Europa. E quando il 'movimento' ha deciso di radicalizzarsi, chiedendo a gran voce - in questo Paese si chiede sempre a gran voce, perché non si vuole ottenere ciò che è giusto, ma si grida per avere di più, non importa cosa, basta che sia di più - il matrimonio egualitario. Diritto sacrosanto, che non si è ottenuto. Gli spagnoli, per esempio - e senza grida - hanno ottenuto tutto. Conosco perfettamente la politica di quel Paese. E so cosa dico. In Italia, invece, si è ottenuta una leggina sulle 'Unioni civili', con alcune 'squinternerìe all'italiana'. Una legge fatta approvare da un democristiano come Matteo Renzi, mettendosi contro il 'comunismo' [sic] del 'tutto e subito' confluito nel M5S ad usum puellarum e che, con una dichiarazione di Airola che ancora, passati alcuni anni, grida vendetta, gettava alle ortiche diritti Lgbti, Unioni civili, matrimonio egualitario e tutto quanto stava attorno alla questione dei diritti individuali. A qualche anno di distanza, abbiamo un attivismo Lgbti più che mai diviso, immobile su ogni questione, incapace di accordi, indirizzi e scelte politiche che vadano al di là di un 'Gay Pride' annuale e qualche comunicato stampa spesso a doppia firma: quello del presidente e, più in basso, quello dell'addetto stampa (una 'roba' che non si può vedere...). Un movimento che si ritrova a dover combattere con un evento potenzialmente devastante come il sedicente 'Congresso mondiale delle famiglie', il quale, proprio per la divisione che contraddistingue il 'movimento' [sic], poteva svolgersi solo in questo Paese e in questo momento storico, all'interno di un panorama umano e intellettuale devastante. Un Paese in cui tutti gridano, ma nessuno parla più e dove troppe persone omosessuali hanno scelto di combattere l'Altro per il suo colore della pelle, che magari è lo stesso del tipo che si è portato a letto la notte precedente. In questo panorama sconcertante, come si può sperare in una opposizione seria, sulla base della dignità di ogni essere umano e delle sue libertà individuali a un Governo dalle feroci pulsioni teocratiche e fondamentaliste? Girerei la domanda a qualcuno che abbia voglia di rispondere, se solo non avessi perso la voglia di leggere risposte tutte uguali.


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