Serena Di GiovanniIl piccolo comune laziale di Castel Sant'Elia (Vt) inaugura il nuovo volto del Museo comunale della spiritualità intitolato a 'Don Giovanni Rosavini' in cui, dal 1° giugno 2017, sarà custodita una preziosa raccolta di paramenti liturgici recentemente restaurati dall'Istituto superiore per la conservazione e il restauro (Iscr). È questa l'ultima fase del complesso lavoro di conservazione e restauro sui manufatti tessili e in cuoio di periodo medievale, curato dal noto istituto romano a partire dal 2001, che ha previsto anche il riallestimento degli spazi espositivi dell'antico Museo comunale della spiritualità della Valle Suppentonia. Grazie a un lungo e impegnativo lavoro di recupero, che ha coinvolto istituzioni centrali e locali, un prezioso e antico tesoro di arte sacra viene presentato in una nuova veste non solo alla comunità di Castel Sant'Elia, ma a tutta l'Italia. Si tratta, nello specifico, dei sandali pontificali con arabesco e dei tre calzari, sempre di pontefice, dei quali uno è particolarmente interessante, poiché ornato con delle iscrizioni denominate 'pseudo-cufiche': uno stile calligrafico della lingua araba, che si presume prenda il nome della città irachena di Kufa. Tutti gli esemplari appartengono a un insieme di 29 paramenti liturgici, provenienti dal piccolo comune del viterbese. Del primo, ben conservato rispetto ai suoi 'cugini europei', ne è stata ipotizzata la fabbricazione in una bottega artigianale del XIII secolo dell'Italia meridionale, più precisamente siciliana, che ha attinto alla tradizione manifatturiera islamica. Del resto, gli studi storico-artistici condotti durante gli interventi conservativi hanno consentito di appurare come le tecniche di decorazione del cuoio si siano sviluppate principalmente nel vicino Oriente. E che la loro diffusione in occidente sia avvenuta soltanto in un momento successivo. Il sandalo pontificale costituisce una particolare tipologia di calzatura liturgica, utilizzata durante alcune cerimonie religiose, come la messa pontificale. Queste calzature cerimoniali, cui fu attribuito il nome di 'sandalia', divennero col tempo parte distintiva dell'abbigliamento liturgico del vescovo. Ne sono giunti fino a noi diversi esempi, databili al XII-XIII secolo, accomunati da una foggia particolare, che secondo alcuni rappresenterebbe un'evoluzione formale della tipologia di calzatura romana detta 'campagus': una scarpa 'aperta', assicurata al piede mediante un sistema di lacci e indossata generalmente dall'aristocrazia o dagli ufficiali dell'esercito. Tale tipologia si sarebbe modificata nel tempo, divenendo una calzatura 'alta' fino alla caviglia. I calzari con le iscrizioni, invece, rappresentano un significativo caso di studio: come per l'esemplare arabescato, gli studiosi dell'Iscr hanno ipotizzato che sia stato prodotto in una bottega dell'Italia meridionale, precisamente siciliana, per opera di artigiani islamici o, comunque, sotto la loro influenza diretta. Inoltre, il restauro in questione ha messo in luce il particolare approccio metodologico del 'team Iscr': un gruppo interdisciplinare che ha messo insieme restauratori, biologi, esperti di documentazione e storici. L'intervento, infatti, ha previsto come primo elemento la ricostruzione del quadro storico di riferimento delle calzature e, quindi, l'individuazione delle indagini diagnostiche da effettuare, la documentazione grafica degli oggetti, per organizzare le informazioni relative alla tecnica d'esecuzione allo stato di conservazione e al restauro e, quindi, l'intervento conservativo vero e proprio. A ciò hanno fatto seguito i provvedimenti per il mantenimento della forma 'corretta', restituita durante il restauro per il deposito e per l'esposizione nel museo, oggi intitolato all'abate cistercense, Don Giovanni Rosavini (Castel Sant'Elia, 1909-2004), rifondatore di antiche abbazie dell'Ordine e per anni custode della basilica di Sant'Elia e dei suoi preziosi paramenti.

Dove
Museo Comunale della Spiritualità 'Don Giovanni Rosavini',
Piazza Sant'Anna, Castel Sant'Elia - Viterbo
Comune di Castel Sant'Elia: tel. 0761 556911


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