Vittorio Lussana

Il consueto errore dei postmarxisti, allorquando si pongono la questione della libertà, è quello di fornire di essa una visione a ‘senso unico’. In pratica, si tratta di un concetto di libertà che assume come proprio presupposto la circonlocuzione ‘liberi da’, escludendo inconsapevolmente dal ragionamento il versante opposto, ovvero la perifrasi ‘liberi di’. Facciamo un esempio: un rappresentante qualsiasi della cultura laica si reputa libero da ogni influenza di carattere religioso. Al contempo, però, si sente anche libero di condividere alcuni argomenti di carattere fideistico nel momento e nella misura in cui essi toccano veramente il ‘tessuto morale’ di una questione. E’ una buona definizione di laicità, tutto sommato, che non necessita di molti altri ‘fronzoli’ filosofici, poiché la semplicità di un simile concetto presuppone una complementarietà già insita nel ragionamento stesso. Riportando il medesimo esempio sul piano politico, Veltroni e il Pd vogliono presentarsi da soli alle consultazioni elettorali per sentirsi liberi da eventuali influenze esterne che potrebbero derivare da altre forze politiche alleate, anche se di recente alcune di queste formazioni hanno dimostrato un grado di lealtà niente affatto disistimabile. Siamo di fronte al consueto ‘snobismo’ di derivazione ideologica: Veltroni non vuole ‘rotture di scatole’ processando già ora le intenzioni future degli altri. Fargli comprendere tale errore sembra servire a poco. Eppure, un simile abbaglio rischia di allargarsi a dismisura, rischiando di portare il tema del riformismo laico al centro esatto della scena politica. Non si tratta di una minaccia: la questione della complementarietà, anche da un punto di vista filosofico-morale rappresenta un’esigenza evidente di ogni autentica cultura politica. Essa è riassumibile proprio con la formula cristiana della ‘pietra scartata’ che diventa ‘testata d’angolo’: chi possiede un qualche elemento di cultura architettonica sa bene che la testata d’angolo è quella ‘base’ che fornisce un’immensa energia cinetica in grado di sostenere i cosiddetti ‘muri di spina’, quelli su cui poi potrà poggiare, in pieno equilibrio, il tetto di un edificio anche di grandissime dimensioni. Da ciò ne deriva che il futuro ‘tempio’ della laicità rischia di essere un qualcosa di molto più moderno e concorrenziale, rispetto a quello frettolosamente costruito sulle fondamenta del postmarxismo e di un cattolicesimo burocraticamente schematico. Certamente, può trattarsi di una ‘sfida’ che potrà dare i suoi frutti nel tempo, non nella contingenza di una campagna elettorale. Tuttavia, si tratta comunque di un errore, utile già ora per individuare i limiti di un’operazione politica, quella del Pd, che al momento appare troppo imperniata intorno a calcoli materialistici alla fin fine alquanto ‘spiccioli’. Ma passiamo oltre: ‘Valterino’ vuole essere libero. Ma libero di fare cosa? Di abbassare le tasse e di alzare gli stipendi? Complimenti per la fantasia: non c’eravamo per niente accorti, caro Veltroni, che erano proprio queste le emergenze che stavano impedendo una robusta ripresa dei consumi interni. Ma la domanda a questo punto sorge spontanea: eravamo noi a non essere consapevoli oppure è il Pd ad arrivarci con dieci anni di ritardo? E non vi sfiora minimamente l’idea che voi del Pd stiate comunque reiterando, sotto diverse forme e con stile distinto, una metodologia di ‘tamponamento’ che non vi caratterizza affatto per quel ‘piglio’ riformista in grado di prevenire le questioni più gravi del nostro Paese? No. Da un simile dubbio Veltroni e i suoi non vengono minimamente sfiorati. L’unica cosa che li preoccupa è di poter gestire quel 26% di voti che raccoglieranno, al fine di poter lavorare verso i nuovi futuri orizzonti del mondo postdemocristiano: in pratica, per il ‘Re di Prussia’. Tale logica è oltremodo di evidente deresponsabilizzazione politica: si preferisce lasciare al centrodestra la gestione dei futuri ‘nodi economici’, nella convinzione che essi toglieranno definitivamente di mezzo Silvio Berlusconi dalla scena politica. Che ciò poi finisca col generare, date le contraddizioni evidenti del centrodestra sotto il profilo delle sue lacunose politiche sociali, un ulteriore aumento del divario tra ceti agiati e classe medio-bassa, poco importa. Anzi, questa è la prova stessa del suicidio della politica in quanto interesse generale, poiché invece di cercare di affrontare i problemi, si preferisce attendere che essi esplodano fragorosamente come delle bombe ad orologeria coinvolgendo altri. Bello! Complimenti! Ma che fantastica linea politica! Chi mi conosce, sa bene come io abbia sempre nutrito i miei dubbi intorno alla demagogia meramente propagandistica di partiti come Forza Italia ed Alleanza nazionale, a parte qualche eccezione (Giulio Tremonti, Beppe Pisanu e Gianfranco Fini). Tuttavia, io non mi sognerei mai di sperare che un guaio qualsiasi del mio Paese deflagri definitivamente al solo proposito di danneggiare i miei avversari. Se mi si permette: è questa la vera superiorità morale di un laico.




(articolo tratto dalla rubrica settimanale '7 giorni di cattivi pensieri' pubblicata sul sito web di informazione e cultura www.diario21.net)
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