Fabrizio Federici"Il 70% dei medici di origine straniera torna nel suo Paese dopo la laurea in Italia, ma conserva il legame con il 'Belpaese' anche attraverso l'aggiornamento professionale di 'Doctor's Life'. Grazie al gruppo Adnkronos, per aver riportato la nostra voce con grande professionalità dal 2000, trasmettendo in tempo reale notizie, ricerche e dati statistici dai nostri Paesi d'origine su immigrazione, sanità e cooperazione internazionale". Questo il benvenuto di Foad Aodi, medico fisiatra, fondatore e presidente dell'Associazione dei medici di origine straniera in Italia (Amsi), membro della Commissione 'Salute Globale' della Federazione nazionale Ordini dei medici, chirurghi e odontoiatri (Fnomceo) e consigliere della Fondazione dell'Ordine dei medici di Roma, al nuovo palinsesto di 'Doctor's Life', il primo canale per formare e informare i medici italiani e stranieri, edito da Adnkronos Salute, in onda sul canale 440 della piattaforma Sky. Il lancio ufficiale è avvenuto a Roma presso il Palazzo dell'Informazione, in piazza Mastai, per la ricorrenza del quinto compleanno di 'Doctor's Life'. Il canale trasmetterà a partire da settembre talk show, interviste e mini-documentari su argomenti innovativi di carattere scientifico ed erogherà corsi 'Ecm'. Dopo aver esteso i suoi ringraziamenti al promotore dell'evento, il proprietario e direttore dell'Adn Kronos, Giuseppe Pasquale Marra, Aodi ha poi riportato, alla presenza di esperti di sanità, ricerca e informazione, le statistiche dell'Amsi, avanzando le sue proposte: "In Italia, 17 mila medici, 37 mila e 200 infermieri, 4 mila fisioterapisti, 3 mila e 500 farmacisti e 270 psicologi sono di origine straniera, provenienti da tutti i continenti. In circa 16 anni - ha proseguito - abbiamo organizzato più di 440 corsi e convegni di aggiornamento professionale, internazionale e interdisciplinare. Chiediamo di dedicare il 30% dei corsi erogati da 'Doctor's Life' a immigrazione e sanità, per arricchire il bagaglio formativo dei professionisti della sanità, italiani e di origine straniera, con un aggiornamento continuo sulle malattie emergenti e con una sezione sulle patologie che più frequentemente si riscontrano tra gli immigrati nei loro viaggi. Ci avvaliamo, per questo, dell'esperienza degli ambulatori Amsi per stranieri, maturata dal 2001. E della nostra rete di oltre 400 associazioni e comunità, italiane e d'origine straniera, che aderiscono, appunto, all'Amsi e al movimento per il dialogo interculturale e interreligioso 'Uniti per unire'. Va promossa la ricerca scientifica sullo stile di vita, l'alimentazione e le sindromi ansiose e depressive degli immigrati e dei rifugiati. Vanno combattute le cure 'fai da te' e, soprattutto, le pratiche illegali, come la mutilazione dei genitali femminili (purtroppo ancora frequente tra gli immigrati e in vari gruppi di stranieri in Italia, ndr). Va invece autorizzata, ma solo nelle  strutture pubbliche, o comunque in grado d'offrire piena igiene e sicurezza, la pratica della circoncisione". E' seguìta la proposta dell'europarlamentare Lara Comi, per la costituzione di un 'tavolo di lavoro' concentrato sulla ricerca scientifica, attraverso il quale l'Italia possa fruire dei fondi europei per la ricerca, alla stregua degli altri Paesi Ue. L'europarlamentare ha inoltre invitato l'Amsi alla collaborazione, per vigilare sulla circolazione dei medici in Europa e sul riconoscimento dei loro titoli di studio e professionali conseguiti all'estero, per ottimizzarli: "L'Amsi accoglie con entusiasmo quest'invito", ha risposto Aodi, "mettendo a disposizione tutta la sua esperienza in materia di riconoscimento dei titoli di studio. Occorre vigilare sulla circolazione, in Europa, di medici e altri operatori sanitari. I titoli di studio rilasciati dalle Università devono seguire degli standard di qualità ed essere riconosciuti in maniera uniforme. Molti errori sono stati compiuti in passato, creando illusioni sui posti di lavoro: vedi la strategia attuata dal cancelliere tedesco, Angela Merkel, che ha proposto di facilitare l'accesso nel proprio Paese ai soli rifugiati siriani 'qualificati', provocando così la fuga dei professionisti della sanità siriani dall'Italia e dagli altri Paesi verso la Germania".



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