Michela ZanarellaNon si può non rimanere coinvolti dalla scrittura a quattro mani di Michele Caccamo e Luisella Pescatori, talmente perfetta è la loro intesa di narrazione nel libro 'La profezia delle triglie' edito da David and Matthaus. Il volume descrive con chiarezza e stile avvolgente il tema della clandestinità visto in tutta la sua crudezza, ma con un fine altamente spirituale, che rimanda alla lunga tradizione della cultura araba, la quale ha il proprio fondamento nel Corano. Il libro si apre con un pensiero di Andrea Camilleri, che esprime apprezzamenti per la poesia di Michele Caccamo: l'autore, infatti, è noto come poeta in particolar modo nel mondo arabo. Tornando al romanzo, o meglio alle sensazioni che leggendo tutto d'un fiato le 164 pagine si ricevono come atmosfera permanente, si sussegue una formula tradizionale islamica che veniva pronunciata prima di ogni interpretazione dei sogni, insieme ad alcuni versetti tratti dalla Sura, le ripartizioni in cui è diviso il Corano. L'opera racconta la storia di Ibrahim, un giovane egiziano accusato di essere uno scafista e trafficante di profughi, recluso in un carcere italiano. Gli autori non si sono limitati a descrivere la tragedia che accomuna tanti uomini del nostro tempo, che cercano una speranza affidando il proprio destino al mare: le 'triglie' del mar Mediterraneo hanno nell'occhio spento una riga di sangue. Ecco cosa lega questo pesce, che diventa metafora della profezia, rivelando il dramma dei tanti migranti in balìa del mare. E' una continua oscillazione narrativa, che rispecchia la mimesi delle acque. I personaggi vivono questo costante movimento fatto di tensioni, pause, rinascite, speranze e obiettivi all'orizzonte da raggiungere. Il contrasto tra la posizione nella plancia della barca e la tolda sono indicative di un disagio esistenziale per raggiungere la libertà, che porterà alla scelta di una vita nuova. Opera viva è la plancia, opera morta è la tolda, la parte superiore dell'imbarcazione. Ciò che è vivo, come le triglie nel mare, è quindi sott'acqua; quel che è morto è ciò che sta sopra, quasi come il crudele presagio di una fortuna solo per pochi. Michele Caccamo e Luisella Pescatori ci offrono una visione diversa del mondo e della cultura araba, attraverso un recupero di valori e conoscenze dell'oriente, il rimando a leggende e tradizioni antiche, la mitologia, il riferimento ai simboli, l'importanza della religione. E' un lavoro preciso di ricerca e di studio, volto a far comprendere al lettore come la civiltà del Medio Oriente sia importante, una fonte a cui noi occidentali, nei secoli, abbiamo sempre attinto. Nel libro sono frequenti i riadattamenti a favole egizie antichissime e, di pagina in pagina, si viene avvolti dalla magia della narrazione, da quei ritmi, dai suoni e dai colori, che richiamano ad antiche divinità come Horus, per fare un esempio, dio solare. Proprio riscoprendo i racconti del passato, si viene proiettati in una vera e propria Odissea, dove la vicenda, purtroppo attuale, di grande dolore umano si alterna a sogni, profezie e alla luce, che rappresenta la tanto desiderata libertà. Conoscere un popolo attraverso i suoi riti, le profezie e i simboli, indica una volontà di aprire la propria mente e il proprio cuore. Ecco perché il sogno diventa un tramite essenziale per raggiungere la rivelazione. Questo libro è un invito all'amore, al rispetto tra i popoli: un ponte non solo di parole, ma di sincere e profonde emozioni.

La profezia delle triglie
di Michele Caccamo e Luisella Pescatori
David and Matthaus Edizioni
Pagg. 164 , 15, 90 euro

Gli autori
Michele Caccamo è poeta, drammaturgo e scrittore. È pubblicato e tradotto all'estero e conosciuto nel mondo arabo come il poeta della fratellanza, per la sua attenzione all'integrazione e il suo impegno letterario nell'incontro tra popoli e religioni. Firma per un magazine on line estero articoli di critica musicale. È anche autore di testi di canzoni.

Luisella Pescatori è attrice di teatro al suo debutto letterario. Si avvicina a vari generi di scrittura creativa, dapprima con un adattamento teatrale, su drammaturgia di Michele Caccamo, poi come web editor e come contributor per un magazine on line, sul quale cura una rubrica personale di poesia e tendenza.


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