Andrea GiuliaLe difficoltà italiane sono soprattutto di carattere culturale. Anche a livello comunicativo e interpersonale l’ignoranza impera e non si sa neanche più dove stiano di casa la buona creanza e un sano livello di qualità professionale. Si tratta di un veleno che striscia pericolosamente nella nostra società, una prona accettazione di contraddizioni insane, verso le quali si tende alla più assoluta indulgenza: c’è chi si pone il problema dell’eccessiva distanza tra il proprio ufficio e la sua abitazione e poi magari pretende di difendere quei lavoratori che tutte le mattine si alzano alle sei per riuscire a raggiungere il proprio posto di lavoro in fabbrica; c’è chi legge troppo di fretta e non capisce un ‘tubo’ di quel che si scrive o si dice; e c’è persino chi ha perso completamente il senso del limite, facendo degenerare ogni evento, anche il più lieto, nella polemica più contestataria e inconcludente. Si tratta di situazioni che pongono un problema serio, in cui vige solamente la legge dell’opportunismo egoistico, poiché si è persa di vista ogni sana etica del lavoro. In pratica, ci si fa ‘fuori’ da soli, preferendo sguazzare nella propria ‘pozzanghera’ quotidiana, perché tanto, grazie al metodo del ‘piangino’, prima o poi si verrà recuperati da qualcuno in qualche modo. In Italia, nessuno ha più voglia di rimboccarsi le maniche e cercare di costruire qualcosa per proprio conto, bensì si attende la ‘manna’ dal cielo del potente di turno. E ben si comprende, allora, se qualcuno scrive che una buona parte della nostra disoccupazione sia di carattere volontario. Sono tematiche intorno alle quali la Lega Nord, nella sua prima fase di vita politica, aveva pienamente ragione: in questo Paese ci sono molte ‘cattive mentalità’ da sconfiggere. Peccato, però, che la stessa Lega Nord si sia poi legata ‘mani e piedi’ proprio al ‘cavallo’ più sbagliato, credendo di poter utilizzare il centrodestra italiano, un ambiente culturalmente ‘allucinante’, per chissà quali rivoluzionarie realizzazioni. Manca un disegno realmente innovativo di società maggiormente dinamica, che rinunci ai vecchi schematismi piccolo borghesi del vivere alla giornata. E anche nel mondo delle professioni bisognerebbe cominciare a essere maggiormente attenti all’evoluzione tecnologica, per adeguare se stessi alla modernità e sapersi rinnovare senza attendere occasioni dall’alto, come se tutto fosse dovuto. Perché solo così ci si può porre nelle condizioni per aver veramente titolo a esporre le proprie opinioni e obiezioni.


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