Maria Chiara D'ApoteÈ noto a tutti che il grande talento interpretativo di Alessandro Borghi si sia rivelato grazie al mai dimenticato 'Non essere cattivo' del 2015, diretto dal compianto Claudio Calegari e, successivamente, con Suburra, il film e la serie televisiva che ne è derivata. Ma nel corso degli anni, la versatilità di questo attore si è costantemente confermata senza mai sbagliare un colpo, tra una serie tv e l’altra, prima con il convincente ‘Napoli velata’ del 2017 (regia di Ferzan Özpetek) e poi nel magistrale ‘Sulla mia pelle’ del 2018, che ha saputo raccontarci degnamente la drammatica storia di Stefano Cucchi. In quest’ultimo lavoro, spiccò per la prima volta l'intesa artistica con l’attrice Jasmine Trinca, che sarà al suo fianco anche nel film ‘Supereroi’ del 2021 (diretto da Paolo Genovese). La duttilità di Borghi ha fatto sì che l’attore sia riuscito a vestire i panni di personaggi molto diversi tra loro, sino all’attuale interpretazione di Rocco Siffredi, nel film tv 'Supersex', dove il certosino lavoro 'stanislavskjiano' dell’artista è il vero piatto forte in tutti e 7 gli episodi. Lo stesso Borghi, in un’intervista in visione sulla piattaforma di Netflix che introduce tutta la prima stagione, ha rivelato di aver aver vissuto, per meglio interpretare la celebre pornostar, a stretto contatto con Siffredi, al fine di riuscire a carpirne i ricordi, i desideri e le emozioni. Sebbene 'Supersex' sia incentrata sulla vita di un pornodivo, questa serie tv dice poco, in realtà, di quell’erotismo estremizzato e catalizzatore, rischiando di offrire una ricostruzione opacizzata e asettica, che lascia sullo sfondo quel senso di passione emotiva e dei sensi, quell’inevitabile brivido caldo che produsse il neo-divismo delle pornostar alla fine degli anni ‘80 del secolo scorso. Non è un caso che, nell’incipit del primo episodio, il Siffredi sia quello dei primi anni duemila, quando a Parigi, più malinconico che in preda all’ars erotica, si presentò al pubblico con l’annuncio imminente di voler lasciare la carriera di pornostar. Mentre la massa dei fans premeva sulle vetrate, Siffredi regalò una sua ultima 'esibizione', ovvero: un rapporto sessuale in presa diretta, con una sua ammiratrice-aspirante pornostar. La scelta di porre gli anni duemila come segmento narrativo verso il quale tornare continuamente – in analessi e prolessi - sottolinea come il vero protagonista sia sempre pronto a 'cambiare vita'. Anche se non sempre gli 'stacchi' da una sequenza all’altra, come il flashback che introduce il racconto dell’infanzia di Rocco, abbiano reso più fluida sia la narrazione filmica, sia lo stile del montaggio.

Infanzia e gioventù di Rocco
Quando ancora faceva parte della ‘gens’ Tano, il piccolo Rocco, nel suo triste girovagare, visto che la madre Carmela (Tania Garribba) lo trascurava, s’imbattè nel suo destino quando una rivista per adulti venne lanciata sull'asfalto da un camionista. Quel numero di 'Supersex' sarà, per il giovane, quel che fu la kryptonite per Superman: il primo seme dell’eros in quanto forza primordiale stava per essere impiantato nei muscoli e nell’anima del futuro re dell'hard.

La scoperta di un nuovo Eden
Ben presto, acquisito il sacro-fuoco, il ragazzo, ormai adolescente, fugge dal suo piccolo paesino di provincia, per gettarsi tra le braccia peccaminose della Parigi anni ‘80, dove incontra l’amato fratello Tommaso (un efficace Adriano Giannini), figlio outsider della gens Tano, perché di madre 'ignota'. Dopo aver lasciato il suo paese d’origine, Tommaso si è sposato con la sua fidanzatina storica, Lucia, interpretata dalla sempre brava Jasmine Trinca (anche se, in questa serie, è apparsa volutamente 'limitata' rispetto ad altre interpretazioni). Lucia è una donna sempre bella, ma decisa a emanciparsi, pur subendo l’amore simbiotico e violento del marito. Ma lei era sempre quella Lucia che rappresentava, per tutta la famiglia, una bellezza particolare, da scoprire giorno dopo giorno: un autentico frutto proibito dell’Eden. Una figura opposta a quella di Carmela, la madre di Rocco, tutta votata alla famiglia e all’anonimato. Una distanza, quella tra le due figure femminili, che spalanca l’avvento generazionale di una nuova femminilità, più trasgressiva e provocatoria, che secondo Rocco doveva essere innescata in tutte le donne. Fu proprio grazie a questa ricerca compulsiva, che divenne il vate dell’arte porno e il set il suo luogo iniziatico. Addentrandosi in questo nuovo 'Eden libertario', il giovane Rocco scopre che le artiste del porno sono ancora dei 'sottoprodotti', poco valorizzate rispetto ai colleghi uomini. Ma Rocco, nel pieno dei suoi poteri, le trasforma nelle protagoniste di vere e proprie performance erotico-sessuali: alcune attrici 'risorgono', provando un 'risveglio' dei piaceri sul set; altre si lamentano, perché lo ‘stallone abruzzese’ è un po' troppo irruento. Emblematico un dialogo con il produttore, che cerca di far capire a Rocco di dover 'fingere' in scena.

La divina Moana
Come tutti gli universi artistici, anche quello del porno ha avuto la sua ‘divinità’. E la 'stella' di Moana Pozzi, interpretata da un'efficace ed estraniante Gaia Messerklinger, era quella che brillava più di tutte, per carisma e doti spettacolari, iscrivendosi in un firmamento (seppur demonizzato) immortale. La sua 'aura' quasi intellettualistica e la sua riservatezza caratteriale, la discostavano molto dal mondo esibizionista e ipertrasgressivo del porno di allora. Una miscela esplosiva, che suggeriva la possibilità di una sessualità divertente, giocosa e spensierata anche nella vita privata di tutti gli italiani. Bisogna dire che nel film si respira una maggior aderenza a certe atmosfere di delirio collettivo, tipiche delle performance proibite inscenate dai seguaci di Moana Pozzi (o dello stesso Rocco Siffredi, che nel frattempo si afferma come richiestissimo partner di amplessi sempre più articolati, ndr). In ogni caso, l’incontro con la figura della diva, che divenne la principale confidente e amica di Rocco, fu di ben altro spessore e profondità. La grande Moana era, innanzitutto, una ragazza con una personalità autentica, molto più intelligente e matura rispetto alle altre. E solo a ricordarla, si prova una certa emozione.

Lo scandalo retrò
In ogni caso, 'Supersex' non si distanzia dai rigidi stilemi televisivi che pretendono inquadrature convenzionali. E si affida a un uso di luci fredde, nonostante quelle ‘diegetiche’ dei locali hard siano calde. Inoltre, pur con qualche momento 'toccante', il film sul divo del porno non rivolge quasi mai uno sguardo introspettivo sul fenomeno che fu, soprattutto in Italia, l’esplosione della cinematografia pornografica. Alla fine, Rocco Siffredi vince sul film, che certamente non è il suo manifesto. Ma la ricostruzione storica del periodo da lui intensamente attraversato risulta accennato senza patemi, rimanendo sullo sfondo. La serie è indubbiamente ben confezionata, ma presenta qualche lacuna nella ricostruzione degli ambienti dell’epoca. E forse, non aveva tutta questa intenzione di farlo, poiché rischiava di trasformare il soggetto dell’opera, rendendola nostalgica. Tuttavia, quelli erano gli anni ‘80: una vera e propria fucina di movimenti culturali di riflusso, pienamente immersi in un’epoca di trasgressioni ed eccessi. Insomma, 'Supersex' non riesce a essere un biopic di ampio respiro, non riesce a generare un’atmosfera coinvolgente: ci s affida, quasi del tutto, al ritmo cadenzato delle musiche  ‘cult’ degli anni ottanta. Un po' poco, alla fine: un certo spirito narcisista continua a vincere sullo storicismo, nonostante ci sia da riflettere anche in merito a questi frangenti di tendenze e stili di vita. A cominciare dal punto di vista delle donne, che certamente risultarono valorizzate rimanendo, però, confinate nella propria condizione di 'oggetto' puramente funzionale al piacere altrui, soprattutto quello maschile. Una posizione di subalternità solo apparentemente paritaria e decisamente non democratica.

'Supersex'
Paese di produzione: Italia
Anno: 2024
Formato: serie televisiva
Genere: biografico, drammatico, storico, erotico
Stagioni: 1
Episodi: 7
Durata: 42- 55 minuti a episodio
Ideatori: Francesca Manieri, Matteo Rovere (episodi 1, 4 e 6); Francesco Carrozzini (ep. 3 e 7); Francesca Mazzoleni (ep. 2 e 5)
Sceneggiatura: Francesca Mainieri
Attori e interopreti: Alessandro Borghi (Rocco Siffredi); Jasmine Trinca (Lucia); Adriano Giannini: (Tommaso Tano)
Produttori: Lorenzo Mieli; Matteo Rovere; Alessandro Borghi (produttore associato); Francesca Mainieri (produttrice associata)
Produttori esecutivo: Elena Recchia (The Apartment); Paolo Lucarini (Groenlandia)





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