Vittorio LussanaL’esito delle elezioni regionali tenutesi in questi giorni stabilizza un quadro politico devastato e devastante: se gli italiani son contenti così, a questo punto sono ‘cavoli’ loro. Il successo della Lega Nord inquieta per i numerosi elementi di cavalcamento opportunistico di problemi che non vengono né affrontati, né risolti. Un consenso dettato da una sorta di ‘nazismo goliardico’, che comincia a piacere anche a molti elettori dell’Emilia Romagna e financo della Toscana. L’italiano, da sempre è bravissimo a saltare sul carro dei vincitori. Dunque, il trionfo di una forza che appare sempre più in grado di dettare equilibri politici – e purtroppo anche molte forzature - appare un dato persino scontato. Dispiace che a pagare il prezzo di simili inculturazioni siano persone splendide come Mercedes Bresso, che ha ben governato in Piemonte e che di certo non meritava i maltrattamenti subiti, alla fine della competizione elettorale, da parte del neo-governatore, Roberto Cota. E dispiace anche osservare come la cafonaggine a senso unico di Beppe Grillo risulti il dato che ha sostanzialmente determinato lo spostamento a destra di una regione tradizionalmente operaia. Qualche supponenza di troppo e la superficialità dei Radicali nel non volersi andare a cercare un po’ di consenso anche oltre la cerchia della circoscrizione di Roma hanno invece dettato la sconfitta del centrosinistra nel Lazio. I ‘supercafoni’ eccoli qua, dunque. Molti di loro non sono in grado nemmeno di far giù la ‘o’ col bicchiere. Eppure, agli italiani piacciono tanto: si divertono proprio a votare questa gente qui. Il Pd prosegue nel denunciare i propri limiti. Ma i suoi dirigenti continuano a stare tranquillamente al loro posto e con la faccia ‘tosta’ di andare in televisione a dichiarare che il loro sarebbe diventato il primo Partito del Paese, con un Pdl escluso a Roma e un tasso di astensionismo ‘pazzesco’. Tentare di comprendere che tipo di sostanze assumano i nostri amici ‘democrats’ è ormai divenuta la vera indagine da portare assolutamente a termine, perché non è possibile continuare ad accontentarsi di risultati che altro non sono che degli emeriti ‘schiaffoni’: anche il masochismo ha i suoi limiti. E quella del Pd è ormai divenuta perversione allo stato puro. Nel pieno di questo mare in tempesta, in cui il mondo della politica si diverte a proporre il peggio di sé su ogni versante, pian pianino si segnala Periodico Italiano, il cui ultimo numero cartaceo ha proposto, con largo anticipo sui risultati finali, le interviste di molti candidati governatori poi risultati vincenti: da Renata Polverini a Stefano Caldoro, da Nichi Vendola a Catiuscia Marini, insieme a tanti altri amici candidati quasi tutti vincitori delle loro singole corse elettorali. Dunque, nel suo piccolo, Periodico Italiano cartaceo ha saputo dimostrare ‘fiuto’ e attenzione verso il panorama politico del Paese, ‘azzeccando’ quasi tutti i pronostici. Potrà forse apparire una magra consolazione, questa. Tuttavia, a noi basta per metterci nelle condizioni di affermare apertamente, alla nostra classe politica ma anche agli italiani presi nel loro complesso, che questo ‘andazzo’ non va affatto bene. Gli elettorati continuano a dimostrare una scarsa attitudine all’alternanza di governo, in Calabria garantita più da ‘operazioni anti-Loiero’ che da un’effettiva presa di coscienza in merito all’esigenza di un ricambio anche e soprattutto generazionale. E in Campania, la vittoria dell’amico Stefano Caldoro sembra molto ‘figlia’ delle ferite, ancora fresche, del lunghissimo ciclo ‘bassoliniano’. Il tema è perciò quello di elettorati di destra, di centro e di sinistra che, nella sostanza, continuano a dimostrarsi alquanto ‘post ideologici’, fossilizzati su posizioni e ‘incrostazioni’ che derivano più da retaggi familiari o da specifici interessi. Non c’è nulla, nelle competizioni politiche di questi ultimi decenni, che ricordi almeno lontanamente gli spostamenti di opinione tra democratici e repubblicani negli Usa, tra laburisti e conservatori nel Regno Unito, tra socialisti e liberali a Parigi. E’ corretto, ad esempio, che il ministro Sandro Bondi si stupisca dell’impossibilità di realizzare un qualsiasi mutamento di equilibrio in regioni come Toscana, Umbria, Marche ed Emilia Romagna. Tuttavia, lo stesso ragionamento può valere anche per Lombardia e Veneto, che sono state capaci di garantire 4 mandati a una stucchevole gestione Formigoni, oppure che si intestardiscono ad affidare il proprio consenso a forze politiche che rischiano solamente di estromettere l’Italia dal contesto della comunità internazionale, oltreché di isolare economicamente il Nord industriale e produttivo. Votare Lega Nord in pratica significa solamente portarsi ‘sfiga’ da soli. Ma come dimostra lo stesso Pd, la ‘moda masochista’ è ancora ben lungi dall’andare a morire. Ammazzata.




Direttore Responsabile di Periodico Italiano
(editoriale tratto dal web magazine www.periodicoitaliano.info)

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Antonella - Vicenza - Mail - venerdi 16 aprile 2010 21.26
E' purtroppo tutto vero, ciò che più mi addolora è il menefreghismo, l'apatia o meglio l'irresponsabilità degli italiani, nei confronti dei tanti atteggiamenti politici inaccettabili. Stiamo annegando ma a nessuno sembra importare!
Vittorio Lussana - Roma - Mail - domenica 11 aprile 2010 16.54
RISPOSTA AL SIG. ARRIGO: in effetti, è vero anche questo...
VL
ARRIGO - BORIN - Mail - venerdi 9 aprile 2010 17.8
E' la democrazia bellezza !
Arrigo Milano


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