Giuseppe OrsiniLo scorso 2 novembre 2009, la Corte europea per i Diritti dell'uomo di Strasburgo ha stabilito che l'esposizione del crocifisso in classe “è contraria al diritto dei genitori di educare i figli in linea con le loro convinzioni e con il diritto dei bambini alla libertà di religione”. Tale sentenza ha fatto esplodere la polemica sulla presenza del crocifisso nelle aule scolastiche. Per tutti i cristiani, ben oltre un miliardo nel mondo, Cristo – Figlio di Dio e Dio oltre che uomo Egli stesso – ha predicato uguaglianza e fraternità di donne e uomini quando e dove si considerava legale la schiavitù con diritto di vita e di morte del padrone sullo schiavo. Quel crocifisso rappresenta Dio fattosi uomo “obbediente fino alla morte e alla morte di croce” (Paolo Apostolo, Fil. 2, 6-8). Accadeva duemila anni fa, quando la schiavitù era legale nelle legislazioni greca e romana. Dati gli interessi che toccava, Cristo finì in croce perché in quel contesto predicava amore e libertà. Idea stravolgente. Sia concettualmente che economicamente. Dopo di Lui tanti sono morti per la difesa degli stessi principi, come ad esempio Martin Luther King jr. ucciso a Memphis nel 1968.


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Massimo Albertin - Abano Terme (PD) / Italia - Mail - lunedi 21 dicembre 2009 17.6
Posso dire che non ho capito il significato, il messaggio dell'articolo?
Come va interpretato quanto affermato da Orsini sotto il titolo "Un simbolo di libertà" (già non mi convince il titolo...).
Devo pensare che sia un modo alternativo di proporre con parole "nuove" quanto già sostenuto dalle sentenze del TAR veneto e del Consiglio di Stato che, prima di Strasburgo, avevano definito il crocifisso "Simbolo di laicità"?
Gradirei capire meglio.
Grazie.


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