La Costituente socialista nasce per colmare il vuoto riformista che si è accumulato in 4 legislature, dal ’94 ad oggi, a causa di un bipolarismo maggioritario che ha visto i socialisti fuori gioco o in ruoli del tutto marginali. Oggi i problemi del Paese risultano aggravati. E’ del tutto evidente la crisi delle classi dirigenti che si sono alternate al governo dell’Italia, incapaci di dare una risposta ai problemi più urgenti, quali il debito pubblico, il fisco e lo sviluppo del Paese, la riforma delle burocrazia e la crescita del Mezzogiorno il cui divario col Nord si è addirittura accentuato, la legalità, la sicurezza e la lotta alla criminalità organizzata che si è pericolosamente diffusa in tutto il Paese, la corruzione e la caduta del costume che conosce forme sempre più inedite e sconcertanti. La politica delle privatizzazioni facili, senza effetti positivi per l’economia, tranne che per i pochi beneficiari di operazioni finanziarie e speculative, il venir meno dei controlli sociali, politici e giudiziari a causa di un sistema inceppato e bloccato dagli interessi dei poteri forti, i costi insostenibili e crescenti della politica, hanno messo in crisi il rapporto cittadini-Stato e ridotto la credibilità delle istituzioni a livelli simili al periodo di Tangentopoli. 15 anni persi per il Paese, disseminati di illusioni e di false promesse di rigenerazione della società e delle istituzioni e di profondi cambiamenti rimasti lettera morta. Di cambiato c’è solo parte del personale politico e non credo in meglio! Con l’incoronazione di Veltroni a leader del Partito democratico da parte del popolo delle primarie (3,5 milioni di cittadini) e con l’assunzione a leader del nuovo Partito delle libertà di Berlusconi, ad opera del popolo dei gazebo (circa 8 milioni di firme) muore la seconda Repubblica e si riapre una fase nuova. Si archivia giustamente il bipolarismo malato ed impotente da parte delle forze egemoni di entrambi gli schieramenti in modo affrettato, senza riflessione, confronto ed analisi critica delle responsabilità, degli errori e dei guasti compiuti, unicamente per legittimarsi, sulla base di una delega forzata dai rispettivi elettorati quali candidati unici a gestire un nuovo bipolarismo dai contorni indefiniti e dalle incognite preoccupanti. Restano in campo due forze e due leader speculari che pretendono di avere nelle loro mani le sorti del Paese e della democrazia italiana, forse un po’ troppo anche per un Paese che in tutti questi anni ha dimostrato grande spirito di sopportazione e di tolleranza. Spetta ai socialisti impegnati nel progetto costituente di un Partito nuovo provocare una discussione ed un confronto senza rete e senza vincoli di schieramento sulla nuova fase che si apre, sulle riforme istituzionali, economiche e sociali di cui c’è urgente bisogno, sulla legge elettorale che qualifica una democrazia e che deve saper conciliare l’esigenza di governabilità col principio fondamentale di rappresentanza. Lo faremo nella stagione dei congressi territoriali, provinciali e regionali in preparazione del Congresso fondativo nazionale della prossima primavera per far nascere un Partito con la più ampia partecipazione e base di iscritti e militanti e selezionare un nuovo gruppo dirigente, giovane e rappresentativo, diretta espressione del territorio e non frutto di accordi di vertice, di imposizioni, di scelte centralizzate. I regolamenti congressuali e lo Statuto del nuovo Partito dovranno porsi a garanzia di un processo realmente nuovo e partecipato dal basso, aperto a nuovi referenti sociali, figure e categorie professionali, giovani donne intellettuali liberi operatori e professioni liberali, lontani dai giochi della politica per portare a successo una grande operazione che non può e non deve fallire, pena l’ulteriore aggravamento della crisi sociale e morale del Paese e lo scadimento delle vita civile e democratica.