Claudia ConteUna notizia straordinaria: Claudia Goldin è stata premiata con il Nobel per l'economia 2023. Questo riconoscimento è il risultato di una vita dedicata allo studio della partecipazione delle donne al mercato del lavoro nel corso dei secoli. Claudia Goldin, nata nel 1946, è docente di Economia politica all'Università di Harvard ed è stata la prima donna a ricoprire questa posizione all'interno dell'ateneo americano di maggior prestigio. Ha anche ricoperto il ruolo di condirettrice del Gender in the Economy Study Group dell'Nber (National Bureau of Economic Research, ndr) e direttrice del programma Development of the American Economy dal 1989 al 2017. Il suo ultimo libro, intitolato 'Career & Family: Women’s Century-Long Journey into Equity' (traduzione: Carriera e famiglia: il viaggio secolare delle donne verso l'equità, ndr), è stato pubblicato nel 2021 dalla Princeton University Press. La Goldin meritava questo riconoscimento, per aver individuato i 'fattori-chiave' delle differenze di genere nel mercato del lavoro e per aver delineato il primo resoconto completo sulle retribuzioni. Dal suo lavoro emerge, assai chiaramente, che la partecipazione delle donne al mercato del lavoro non ha avuto una tendenza costante nel corso del tempo, ma ha subito fluttuazioni significative. Durante la transizione da una società agricola a quella industriale all'inizio del XIX secolo, per esempio, si è verificato un calo della partecipazione delle donne coniugate, seguito da un aumento con la crescita del settore dei servizi all'inizio del XX secolo, creando una ‘curva a U’. Claudia Goldin lo ha ben spiegato: questo modello è il risultato dei cambiamenti strutturali e delle evoluzioni delle norme sociali riguardanti le responsabilità delle donne per la casa e la famiglia. Nonostante la crescita economica e l'aumento della percentuale di donne occupate nel corso del XX secolo, il divario salariale tra uomini e donne non si è ancora colmato. La ricerca innovativa di Claudia Goldin assume, perciò, un ruolo fondamentale per la comprensione delle sfide multifattoriali e delle possibili soluzioni future in campo sociale. Inoltre, a questo prestigioso riconoscimento se ne affianca a un altro altrettanto importante: il premio Nobel per la pace assegnato all'attivista iraniana, Narges Mohammadi. Mohammadi, cinquantunenne, ha lottato instancabilmente per i diritti delle donne e l'abolizione della pena di morte nel suo Paese. Attualmente, sta scontando diverse condanne nella prigione di Evin, nel pressi di Teheran, per un totale di circa 12 anni di reclusione, con accuse che includono la diffusione di propaganda contro lo Stato. Mohammadi è anche vicecapo del Centro per i difensori dei diritti umani: un'organizzazione non governativa guidata da Shirin Ebadi, anch'essa vincitrice del premio Nobel per la pace vent'anni fa. La vittoria di Mohammadi rappresenta un ulteriore passo avanti nella lotta per i diritti delle donne e contro la pena di morte. Questi due importanti riconoscimenti dimostrano l'impegno e la determinazione di due donne straordinarie nel promuovere l'uguaglianza di genere e i diritti umani.





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