Chiara GenoveseLa scoperta della sessualità e di tutto ciò che riguarda la sfera intima è sempre un momento delicato, spesso anche difficile, che di solito coincide con l'inizio della pubertà. L'inizio di tale scoperta è un passaggio importante, perché l'esplorazione dell'intimità e dell'affettività prosegue, poi, per tutta la vita, con risultati altalenanti. Tutti abbiamo cominciato da qualche parte: ad ‘illuminarci’ sono state le goffe spiegazioni dei genitori, oppure il passaparola tra coetanei o ancora le stuzzicanti immagini di una rivista. Quasi sempre, però, le informazioni ricevute sono state avvolte da un senso di proibito, piene di inesattezze. Nell'ultimo paio di decenni, gli adolescenti Hanno cominciato a 'imparare il sesso' soprattutto dal porno; e non il porno in Vhs, patinato e in qualche modo 'controllato', di cui fruivano i loro genitori, ma quello su internet, dove è possibile imbattersi in ogni genere di contenuto, spesso estremo e non sempre legale. Un approccio che può rivelarsi traumatico, per i giovanissimi che si affacciano per la prima volta al mondo della sessualità, generando paura, ansia da prestazione. In ogni caso, il porno travolge i ragazzi con una serie di informazioni incomplete, che i genitori trovano imbarazzanti da correggere e che la scuola non include tra i suoi programmi. Difatti, ci troviamo di fronte a una generazione di giovani e giovanissimi costantemente esposta a immagini e messaggi di natura sessuale, spesso in età molto precoce, pressoché digiuna di una vera e propria educazione sessuale e, soprattutto, affettiva. Un contrasto che non può che generare confusione, la quale a sua volta si ripercuote sulle loro relazioni, sul rapporto con il proprio corpo e con il corpo dell'altro.

Sex education: un esempio positivo

Da qui parte 'Sex Education', una serie tv britannica ideata da Laurie Nunn e prodotta da Netflix: dalla difficoltà degli adolescenti a capire se stessi e a parlare della propria sessualità e dei problemi ad essa collegati. E lo fa proprio parlandone, senza 'peli sulla lingua' e senza timore di addentrarsi in argomenti delicati, o di trattare temi divisivi come la transessualità, la religione e l'aborto. Tutto ciò in un clima scanzonato e allegro, che spoglia anche i temi più sensibili della loro aura di mistero, dissacrandoli e riportandoli alla loro dimensione umana, che in quanto tali possono essere discusse e affrontate. I protagonisti della serie sono dei liceali alle prese con i problemi tipici della loro età: la scoperta dell'amore e della sessualità, ma anche le difficoltà scolastiche, l'amicizia, il bullismo, il rapporto con i genitori, che cambia e si evolve. È difficile trovare un argomento che 'Sex Education' abbia paura di affrontare: si parla di omosessualità e identità di genere, di sesso e disabilità, di masturbazione, disfunzioni sessuali, malattie sessualmente trasmissibili. Ma si parla anche di abusi e revenge porn, di aborto, di gravidanza e depressione 'post-partum'. E di tutto questo liberamente, senza la pretesa di dispensare giudizi morali, senza paternalismi, né ipocrisie. In sostanza, 'Sex Education' parla agli adolescenti usando il loro linguaggio, mentre si rivolge agli adulti invitandoli a scoprire un modo più sano di approcciarsi a un argomento da sempre considerato tabù. Certo, una serie tv, in quanto prodotto principalmente d'intrattenimento, non può sostituirsi a una vera e propria educazione sessuale e affettiva, il cui insegnamento ci auguriamo diventi presto materia scolastica a tutti gli effetti, affidato a professionisti seri e preparati. Un difetto che si può trovare in 'Sex Education' è proprio quello di voler inserire nella narrazione tutti i tempi possibili, finendo talvolta per non approfondire abbastanza alcune storie che meriterebbero più tempo e attenzione. Ma si tratta di una debolezza perdonabile per una serie, a suo modo, rivoluzionaria, che avrebbe forse avuto bisogno di una o due stagioni in più per esprimere al meglio il proprio potenziale. 'Sex Education', infatti, è recentemente giunta alla sua conclusione, con la quarta e ultima stagione. Il consiglio è di recuperarla al più presto, non solo da adolescenti e giovani adulti - la visione è vietata ai minori di 16 anni - ma per tutti coloro che volessero dare un'occhiata al coloratissimo mondo degli studenti di Moordale raffigurato come fosse il nostro, se fossimo un po' meno spaventati dal sesso, dagli altri e, in fondo, da noi stessi.





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