Pietro Pisano
L'associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi), il movimento internazionale ‘Uniti per unire’ e l'Unione medica Euromediterranea (Umem) hanno presentato, nei giorni scorsi, la fotografia di alcuni loro bilanci da gennaio 2022 a oggi, evidenziando la seguente lista di prolematiche, ma anche di obiettivi raggiunti: 1) dal 2022 è stata evitata la chiusura di più di 250 servizi in strutture sanitarie pubbliche e private, poliambulatori, medicina generale e pediatria, grazie ai medici dell’Amsi e dei movimento ‘Uniti per Unire’, in particolare in Sicilia, Sardegna, Calabria, Lazio, Umbria, Molise, Lombardia, Veneto, Toscana e Puglia; 2) è aumentata la richiesta di medici, infermieri e fisioterapisti del 35% da parte delle strutture pubbliche e private, maggiormente dalla Sicilia, Sardegna, Veneto, Lombardia, Umbria, Lazio, Calabria, Puglia e Molise, a cui abbiamo fornito risposta per quanto si poteva; 3) è aumentata del 40% la richiesta di medici specialisti, sia giovani, sia esperti e di infermieri italiani per andare a lavorare all'estero (in Europa e nei Paesi arabi); 4) è aumento del 30% l'arrivo di professionisti della salute di origine straniera per lavorare in Italia, sia tramite la modalità di riconoscimento dei titoli, ordinaria o straordinaria (decreto 'Cura Italia', articolo 13 e decreto 'Medici ucraini') maggiormente dai Paesi dell'America del nord, dell’America del sud, dai Paesi arabi e, più in generale, dall'Asia; 5) sono aumentati del 30% le discriminazioni e i pregiudizi nei confronti dei professionisti della sanità di origine straniera, facendo confusione tra chi è laureato in Italia ed esercita da tanti anni e chi ha iniziato a esercitare in base ai decreti ‘Cura Italia’ e ‘Ucraina’; 6) è diminuito del 50% l'arrivo degli studenti stranieri per poter studiare in Italia. "Dal 2000 con l'Amsi e poi dal 2012 con il Movimento internazionale ‘Uniti per Unire’”, ha dichiarato il presidente, Foad Aodi, “che raggruppa professionisti della sanità di tutte le altre professioni, italiani e di origine straniera, noi fotografiamo con analisi, ricerche e statistiche, criticità e proposte per la sanità italiana, difendendo tutti i professionisti della sanità e la sanità italiana e pubblica nel suo complesso, senza distinzione. Ci dispiace vedere che la situazione in cui operano i medici e professionisti in Italia è diventata molto difficile”, ha aggiunto il professor Aodi, “causando un’emorragia sia dalla sanità pubblica, sia verso l'estero. Noi da anni proponiamo di risolvere le problematiche di tutti, dalla valorizzazione ai salari, ai problemi legati alla sicurezza dei medici, ma non sempre siamo stati ascoltati in tempo dalla politica, In più”, ha sottolineato il luminare, “c’è tanta divisione tra i medici e professionisti italiani e sono aumentati i pregiudizi nei confronti dei professionisti della sanità di origine straniera, per colpa di dichiarazioni da parte di rappresentati istituzionali fatte in modo generico, superficiale, senza distinguere tra le modalità d’ingresso nel mondo del lavoro in Italia (ordinaria e straordinaria), mettendo a rischio l'integrazione di chi esercita da tanti anni. Invitiamo chi combatte l'ingresso dei professionisti della sanità di origine straniera nel sistema sanitario nazionale con pregiudizi, di elencare proposte: dove stavano negli ultimi 15 anni? Che cosa hanno fatto?”, ha concluso professor Foad Aodi, presidente Amsi e del movimento ‘Uniti per Unire’, già 4 volte Consigliere dell'Omceo di Roma (Ordine dei medici, ndr) e membro della Commissione salute globale Fnomceo.





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