Caterina Di Perri
Dopo 30 anni di attesa, l’Africa avrà il suo primo vaccino contro la malaria. L’annuncio è stato diffuso lo scorso 11 ottobre 2022 dal ministero della Salute del Malawi. Il vaccino è da somministrare a tutta la popolazione infantile al di sotto dei cinque anni d’età. L’inizio della campagna è prevista per il prossimo mese di novembre. I Paesi in cui il vaccino antimalarico è stato testato sono: Malawi, Ghana e Kenya. Nel luglio scorso, l’Oms (Organizzazione mondiale per la sanità, ndr) aveva già annunciato che le sperimentazioni nelle suddette nazioni africane avevano dato delle risultanze positive. La speranza è di salvare tutti quei bambini che, ogni anno, muoiono durante la stagione delle piogge a causa di questa malattia trasmessa dalle zanzare, che registra numeri altissimi nella popolazione: 400 mila decessi all’anno. Il ministro della Sanità malawese, Khumbize Kandodo Chiponda, secondo quanto riportato da Ugandanews.net riferisce che la decisione di intraprendere il percorso di vaccinazione contro la malaria nel suo Paese è nata durante una riunione alle Nazioni Unite avvenuta quest’anno a New York, nella quale il presidente del Malawi, Lazarus Chakwera, si è trovato a interagire con i rappresentanti della Ong Path (Program for Appropriate Technology in Health, ndr) in merito alla questione.

I costi previsti
Il progetto di vaccinazione in Africa è del 2019. Nella fase iniziale di sperimentazione, l'Oms ha dichiarato di aver somministrato vaccini a circa 360 mila bambini nei tre Stati interessati. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, questa è una svolta epocale sia dal punto di vista sanitario, sia culturale, poiché fino a questo momento, in Malawi e nel resto dell’Africa l’unica arma preventiva contro la malaria era la zanzariera che copre i letti. Il vaccino prevede la somministrazione di 4 dosi. I finanziamenti necessari per la prima fase di vaccinazione necessitano di un investimento pari a circa 160 milioni di dollari americani.

Alcune perplessità
Il vaccino Rts-S, noto anche col nome ‘Mosquirix’, prodotto dalla GlaxoSmithKline, attesta la sua efficacia intorno a un dato del 30%. I finanziatori del progetto, però, hanno delle perplessità sull’effettiva valenza del prodotto. Tra questi, la ‘Gates Fondation’ ritiene che il costo sia troppo elevato rispetto alla percentuale di copertura contro la malattia. Pertanto, la fondazione diretta da Bill e Melinda Gates è intenzionata a non garantire il supporto per la produzione del vaccino, ma finanziamenti a favore della vaccinazione della popolazione infantile. Nonostante le perplessità dei finanziatori, c’è ottimismo nel Malawi, perché ottenere un’arma che possa fermare le mortalità tra i bambini, anche solo del 30%, è sempre meglio dello 0%. Il ragionamento si basa sul fatto che nessun vaccino può dare certezza sul 100% di copertura. Nello Stato malawese, la malattia interessa il 36% dei pazienti registrati negli ambulatori e il 15% dei ricoveri in ospedale, per cui il vaccino è atteso come una manna dal cielo. Tuttavia, le opinioni della comunità scientifica sono, questa volta, alquanto discordanti: seppur il numero di quelli fiduciosi sia alto, l’obiettivo da raggiungere è quello di diminuire il più possibile il numero di ricoveri e decessi, nonché di abbassare i rischi di contagio di questa patologia, così endemica in Africa.





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