Emanuela Colatosti
Il nuovo libro di Luca Mariani, giornalista dell’Agi (Agenzia giornalistica italiana, ndr), dal titolo 'Rete nera: non ci sono lupi solitari' (Futura Editrice) ha il merito di evidenziare un dato quasi occultato all'opinione pubblica: il terrorismo suprematista, nazionalista e xenofobo ha colpito negli ultimi anni decine di volte, causando centinaia di vittime. Pochi ricordano cosa sia accaduto a Utøya, Christchurch, Monaco di Baviera, El Paso. Tutti, però, ricordano le Torri gemelle, la strage del Bataclan, quella di Nizza o del mercatino di Natale a Berlino. In sostanza, sul terrorismo islamista si sono moltiplicate le edizioni straordinarie, le ricorrenze o le celebrazioni degli anniversari, ma chi ricorda, invece, che nel 2011, a Utøya (Norvegia) sono stati massacrati 69 adolescenti, al fine di estirpare alla radice le idee socialiste "che hanno permesso l'invasione islamica"? Chi rimembra che a Christchurch (Nuova Zelanda) sono stati uccisi, in due moschee, 51 fedeli islamici inermi in diretta web, tra cui un bambino di tre anni? E chi rammenta che a El Paso, negli Stati Uniti, ben 23 persone sono state freddate per porre uno stop "all'invasione ispanica del Texas"? Quanti conoscono la 'coincidenza' della strage di immigrati nel Mc Donald's di Monaco di Baviera (Germania), avvenuta esattamente cinque anni dopo, stessa data e stessa ora, della strage di Utøya? La Nuova Zelanda è il primo Paese occidentale che ha tentato di porre un argine al doppiopesismo politico e mediatico: la Reale commissione d'inchiesta sui fatti di Christchurch, infatti, ha concluso: "Per molto tempo, l'estremismo di destra non è stato visto (e in alcuni Paesi non viene ancora visto) come una minaccia alla sicurezza nazionale e internazionale come l'estremismo islamista. In parte, ciò è dovuto al fatto che le persone che manifestano l'estremismo di destra spesso non sono etnicamente, socialmente o culturalmente distinte dalla maggioranza della popolazione. Concludiamo che c'è stata una concentrazione inappropriata di risorse sulla minaccia del terrorismo estremista islamista". Secondo l'analista americano, Jeffrey D. Simon: "Nonostante tutta l'attenzione data all'estremismo islamista dopo gli attacchi dell'11 settembre 2001, i due peggiori attacchi terroristici di ‘lupi solitari’ nella Storia sono stati realizzati da terroristi di destra, non islamici: Timothy Mc Veigh (Oklahoma City) e Anders Breivik (Utøya)". Impressiona, leggendo il libro di Mariani, il comune 'brodo di coltura' che ammanta i vari killer suprematisti: leggono le stesse cose sulla rete internet; hanno molti riferimenti politici in comune; si elogiano l'uno con l'altro: Breivik (Utøya) stima McVeigh (Oklahoma City); Tarrant (Christchurch) dichiara di avere preso ispirazione da Breivik e cita spesso Traini, candidato della Lega di Matteo Salvini alle comunali di Corridonia (Mc), che tentò una strage a Macerata nel 2018; Mair, ammiratore di Breivik, uccise una giovane deputata laburista, Jo Cox, durante la sua campagna elettorale contro la Brexit; Crusius (lo stragista di El Paso) si ispira a Tarrant. Insomma, siamo di fronte a una lista infinita di fatti che collegano un killer all'altro, fino a creare una vera e propria 'rete nera': altro che lupi solitari! Inoltre, Breivik, Tarrant e Crusius vogliono cacciare gli immigrati dall'Europa e dagli Stati Uniti. Lo stragista norvegese indica anche una 'data-simbolo': tutto dovrebbe essere realizzato entro il 2083, quattro secoli dopo il fallito assedio degli Ottomani a Vienna. E, per realizzare questo progetto, i nazionalisti debbono prendere il potere nei Paesi europei entro il 2070. La nuova Europa nazionalista guarderà a est, verso la Russia, poiché il partito di Vladimir Putin è l'alleato più forte per distruggere l'Unione europea e allontanare gli Stati Uniti. Oltre a Putin, Breivik scrive che gli alleati dei suprematisti dovrebbero essere: Marine Le Pen in Francia; il Fpoe in Austria; il Pvv in Olanda; Vlaams Belang in Belgio; il Likud in Israele; la Lega e Forza Nuova in Italia. Gran parte di questi Partiti hanno formato un unico eurogruppo a Strasburgo sin dal 2015. Matteo Salvini prese il timone della Lega nel 2013: da allora, abbiamo dovuto assistere a una continua e decisa marcia di avvicinamento verso Mosca, con dichiarazioni del tipo: "Cedo due Mattarella in cambio di mezzo Putin" (Strasburgo, 2015); "A Mosca mi sento a casa mia, in altri Paesi europei no" (Mosca, 2018, in visita come ministro dell'Interno). Il patto tra Lega e Russia Unita, il Partito di Putin, fu firmato dallo stesso Salvini, a Mosca, nel marzo 2017. Oggi, Salvini dice che l'aggressione dell'Ucraina ha cambiato tutto. Tuttavia, il patto risulta ancora pienamente in vigore e intatto nella cassaforte moscovita: verba volant, scripta manent.





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