Giuseppe Lorin
Una selezione di prestigiose testimonianze scenografiche create da Paolo Bernardi dagli anni ‘70 a oggi, arricchiranno fino al prossimo 9 ottobre 2022 le collezioni di Arte e Scenografia della Fondazione ‘Eugenio Guglielminetti’ di Asti, in omaggio al Maestro scomparso nel 2006. Formatosi presso l’Accademia Albertina di Torino alle lezioni di Enrico Kaneclin e Paolo Derusticis, lo scenografo Paolo Bernardi si dedicò per decenni all’insegnamento nelle Accademie di Belle Arti di Torino, Bologna, Roma e, dal 2004, presso il Dipartimento di scenografia dell’Accademia di Brera-Milano, coltivando l’impegno professionale in teatri ed enti lirici europei, tra cui il Teatro Regio di Torino, il Teatro Comunale di Bologna, L’Opera di Lucerna, Berna, Lussemburgo, Montpellier, Nizza e Giessen, accanto a interventi scenografici presso i Centri di produzione televisiva Rai in svariati generi di spettacolo, dallo sceneggiato letterario al poliziesco, fino ai programmi musicali e scientifici. La vicenda artistica di Paolo Bernardi era già stata presentata ad Asti, in passato, in occasione della retrospettiva ‘Pittore in scena’ presso il Polo didattico di Palazzo Alfieri nel dicembre 2018-gennaio 2019. E la successiva esposizione in Castello d’Annone, è avvenuta presso la chiesa sconsacrata della santissima Annunziata, nel settembre 2019, in seguito alla designazione di Maestro del Palio di Asti 2019 e all’esecuzione dei ‘Drappi per il santo’, oltreché per la disputa equestre. L’itinerario espositivo concepito per la donazione alla Fondazione ‘Eugenio Guglielminetti’ si avvia dai bozzetti per la prosa contemporanea e l’apparato scenografico di ‘Uno, nessuno, centomila’ di Luigi Pirandello, ideato da Bernardi per il Festival Taormina Arte nel luglio 1995. Al debutto presso il Teatro Pergola di Firenze, il dispositivo scenico dello spettacolo conseguì rilevanti consensi critici sulle testate nazionali per “la scena deserta”, intuita da Bernardi per il regista Marco Mattolini “in quelle pareti sghembe, in quei mobili che emergevano dal pavimento in quelle finestre e porte affacciate su nulla di un fondale grigio cupo sapientemente illuminato”. Dai disegni tecnici ai bozzetti, “la funzionalità scenografica è dettata da un patto drammaturgico”, cui rispondono i costumi di scena, le gamme tonali e la luce, modulati in indaco, grigio, bianco e nero, la lava e l’ardesia: i colori arcaici e universali della Sicilia. La ricerca del rigore espressivo si rivela nell’essenziale impianto scenografico e nei costumi di ‘Rudens’ di Tito Maccio Plauto, con la regia di Alvaro Piccardi, del 30 luglio 1996 al Festival del Teatro Antico di Sarsina (FC). I bozzetti scenografici di ‘Chi ha paura di Virginia Wolf’ di Edward Albee assumono rilievo plastico per la regia di Marco Mattolini, le musiche di Lucio Gregoretti e il testo drammatico interpretato da Athina Cenci nel 1998 a Carpi (Mo). Un’atmosfera serrata e avvolgente permea l’ambientazione di ‘Buonanotte mamma’, di Marsha Norman, mentre vivaci chiaroscuri animano i costumi sul nitido fondale dell’impianto scenografico per ‘Molto rumore per nulla’ di William Shakespeare, nella produzione per il Teatro Ghione di Roma nel 1991. Tra gli allestimenti per l’opera lirica, Bernardi privilegia alcuni progetti di successo: dal bozzetto scenografico d’esordio al Teatro Regio di Torino nel febbraio 1969, al ‘Bastiano e Bastiana’ di Wolfang Amedeus Mozart con la regia di Peter Busse, stretto collaboratore del Maestro, Herbert von Karajan. Tra l'altro, il regista Busse è stato il maestro ideale con cui condusse la seconda impegnativa creazione scenografica, sempre presso il Teatro Regio, nel 1984 per il ‘Fidelio’ di Ludwig van Beethoven, diretto da Milan Horvat, con Sabine Hass, Peter Meven e Kurt Rydl. L’impostazione scenografica, suggerita dal grande critico Massimo Mila e ispirata alle ‘Carceri del Piranesi’, offre oggi una possente costruzione plastica, percorsa da intensi contrasti tonali, mentre la collaborazione con il regista tedesco proseguì, in seguito, con l’allestimento scenografico per ‘La Regina di Saba’ di Carl Goldmark, opera prodotta ancora una volta dal Teatro Regio di Torino nel 1991, con direttore Yuri Ahronovitch e le coreografie di Jan Fabre, mediante un progetto dai vigorosi accenti architettonici e scultorei, che si ispirarono alla Vienna visionaria di Otto Wagner, ricreati con originali interventi materici e cromatici. Ma questo scenografo non è solo inventore di spazi, bensì l’artefice di forme e di colori, di superfici e di piani, di rilievi e profondità. Ulteriore conferma è offerta dal recentissimo assemblaggio polimaterico di fibre tessili e campionature intitolato ‘Stracci’ del 2022, ideato per l’attuale esposizione nelle sale della ‘Fondazione Guglielminetti’ al fine di accogliere il pubblico. L’emozione virtuale e la percezione pittorica affiorano, inoltre, nei bozzetti e nel modellino per ‘Romeo e Giulietta alla campagna’ di Frederick Delius per la ‘Stadttheater’ di Berna nel 1987, con cui Bernardi disse di aver percepito uno spazio scenico in cui fluivano “ricordi di situazioni simili, di relazioni simboliche vissute, per giungere a una forma, a un quadro che valesse per tutti i momenti in assoluto”. La sezione dedicata ai progetti scenografici per la televisione è particolarmente interessante, poiché legata all’evoluzione tecnica e stilistica della comunicazione prodotta nel decennio ‘70-‘80 del secolo scorso negli studi torinesi del Centro di produzione Rai di via Giuseppe Verdi, con la realizzazione di sceneggiati tratti da romanzi letterari mediante ambientazioni ancora classicheggianti e realistiche. Esemplare, nel valore estetico del tempo, l’intervento condotto da Bernardi nell’arredamento per ‘Bel Ami’ di Guy De Maupassant, sceneggiato in quattro puntate e prodotto dal Centro di produzione Rai di Torino, che vide l'interpretazione di Corrado Pani, Arnoldo Foà e Veronica Lario, trasmesso su Rai Uno nel 1978. Soluzioni scenografiche dinamiche e personali sono state, invece, sperimentate da Bernardi per Andrea Camilleri in ‘Intimità’ di Arthur Adamov nel 1976, o con Massimo Scaglione ne ‘I racconti di Primo Levi’: tre episodi girati presso il Centro di produzione Rai Tre di Torino nel 1977. Infine, maggior autonomia espressiva e suggestione scenica sono conseguite nella strutturazione dell’impianto plastico circolare de ‘La speranza’, interpretata da Anna Marchesini, Francesca Archibugi e Nicoletta Bideri nel 1981. Tuttavia, la molteplice articolazione dei programmi culturali promossi dal Dipartimento scuola ed educazione della Rai, indusse lo scenografo a sfidare spazi e strumenti tecnologici in ‘Serata Ambiente’, condotta da Piero Angela dal Palasport di Torino e trasmessa in mondovisione dal Centro di produzione della nostra prima capitale d'Italia su Rai Uno, nel 1989. Completano la ricca e articolata donazione, i vibranti dipinti, dialettici protagonisti della recente vicenda creativa di Bernardi, interlocutori inquieti nel suo atelier-pensatoio della santissima Annunziata, così come sul palcoscenico del mistero della vita.





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