Vittorio LussanaSalutiamo anche quest’anno amici e lettori, augurando loro un agosto di serenità e di riflessione. Non sarà molto semplice affrontare il prossimo autunno, data la situazione venutasi a creare in un Paese amante delle complicazioni. In più, per non farci mai mancare nulla, quest’anno siamo anche in campagna elettorale, poiché qualche ‘genio della lirica’ ha voluto per forza mandarci a votare a fine settembre. Sarà un agosto particolare, quello di quest’anno: qui da noi non si votava in autunno dai tempi del Regno d’Italia. Si spera, a questo punto, in un esito molto simile a quello del 1919, anche se i numeri, al momento, sembrano volgere a favore del centrodestra. Perché l’Italia, ormai da tempo, è fatta così: una coalizione composta da un anziano signore giunto ormai alla fine del proprio ciclo politico, da un milanese ‘scavezzacollo’ e da una ‘gaffeuse’ della Garbatella risultano, per molti di noi, un qualcosa di irresistibile. E non si può fare a meno di votarli. E’ anche vero che nel centrosinistra le cose non vanno affatto meglio, poiché tutti si stanno reciprocamente sulle ‘scatole’ e vorrebbero correre da soli. A cominciare da Matteo Renzi, che pare voglia ‘ballare da solo’ nella notte, come Zlatan Ibrahimovic in un noto spot televisivo. Così, tanto per fare “du’ passi de danza”, parafrasando l'ex calciatore, Francesco Totti. Pertanto, anche a sinistra vige una ‘torsione ideologica’, che conduce tutti quanti al masochismo più contorto. Il dato di fondo rimane quello di un Paese allo sbando, che pone ogni questione sullo stesso piano, senza distinzione alcuna, vittima della propria piattezza mentale. E’ anche vero che alcuni problemi provengano da lontano. E che non sia tutta colpa degli italiani se, oggi, essi non sanno distinguere tra politica e demagogia, anche a costo di mettere a rischio il futuro dei propri figli. Non è certo un caso se accadono fatti raccapriccianti, come quelli che hanno condotto alla morte della piccola Diana, abbandonata in casa a Milano dalla madre: viviamo, ormai, in un Paese immerso nella superficialità e nel cinismo. Quello che conta realmente è, innanzitutto, la propria immagine, la visibilità, il mettersi in mostra. E si crede a tutte le ‘panzane’ più assurde e incredibili, tranne in ciò a cui dovremmo veramente affidarci. Ecco perché, molto probabilmente, finiremo col dar ragione a Vladimir Putin, quando afferma che le democrazie liberali sono alla fine del loro ciclo storico: persino i Russi hanno compreso quanto siamo vittime, innanzitutto, di noi stessi. Siamo, insomma, un Paese di irresponsabili, a cui basta trovare un ‘capro espiatorio’ qualsiasi pur di rimanere aggrappati alle nostre convinzioni generiche, alle vaghezze più discutibili e distorte: ce li meritiamo tutti i nostri ‘guai’. Perché non solo non accettiamo la realtà e i suoi cambiamenti, ma siamo in grado di mettere in discussione persino che il papa non sia un vero papa. E che Dio non sia Dio. Il nostro problema di fondo rimangono i talk televisivi, che continuano a proporci personaggi opinabili e a fare disinformazione. Ma vedremo, in futuro, come riuscire a far comprendere meglio la necessità di intervenire in tale settore e contesto. Siamo diventati, insomma, più materialisti di San Tommaso: non crediamo più a nulla e a nessuno, fin quando non ‘tocchiamo con mano’, immersi in una nostra realtà segmentata e alternativa. Tutto sommato, non siamo poi così diversi rispetto a una madre ‘snaturata’ come Alessia Pifferi. Buone vacanze a tutti.




(articolo tratto dalla rubrica settimanale Giustappunto! pubblicata su www.gaiaitalia.com)


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