Raffaella UgoliniL'avvento del Movimento 5 Stelle nella politica italiana ha reso chiara ed evidente la crisi di rappresentatività della sinistra italiana: è inutile nascondere questa verità. E la sua affermazione si sta risolvendo in un rimedio peggiore del male, poiché ha finito col promuovere immeritatamente esponenti e personaggi politici quanto mai discutibili. In sostanza, il M5S non è neanche un movimento vero e proprio, ma una sorta di ascensore sociale di riserva, che ha consentito ad alcuni di aggirare il problema dell'immobilismo italiano senza risolverlo alla radice. In Italia, chi parte da condizioni sociali o ambientali di svantaggio non viene assolutamente posto nelle condizioni di risalire la china. E tutta la carica innovativa che il movimento 'grillino' avrebbe dovuto liberare attraverso progetti e idee, ha finito col trasformarsi in un 'pasticcio', la prova provata della tesi 'pasoliniana' di un mondo del marketing che riesce sempre ad attenuare le punte critiche della società, inglobandole e facendole proprie. Ma una cosa è comunicare e informare, ben altra è condizionare. Una funzione, quest'ultima, che appartiene al mondo del 'sinistrese' più vetusto, all'utilizzo delle parole come 'gusci vuoti', alla creazione di slogan propagandistici di comoda sintesi. Anche il parere espresso in questi giorni da Luigi Di Maio, relativo alla sua pretesa di non voler rinnegare quanto fatto dal governo 'gialloverde' negli ultimi 14 mesi, è un mero imbroglio, oltreché un'autentica 'castroneria': l'esecutivo 'Conte 1' è stato il peggior gabinetto di governo mai visto all'opera, il peggiore tra tutti quelli che l'Italia abbia mai avuto nel corso della sua Storia repubblicana. Un qualcosa per il quale l'aspirante vicepremier del futuro governo 'giallorosso', se mai nascerà, dovrebbe andare a nascondersi. Il Movimento 5 Stelle, all'inizio del suo percorso ha cercato di far proprie alcune tematiche di sinistra 'antagonista', come il 'No-Tav' in Val di Susa, il 'No-Tap' e altre istanze ambientaliste. Ma quando si è ritrovato al governo, si è accorto che tali battaglie o erano sbagliate, come nel caso del gasdotto pugliese, oppure erano già perdute da tempo, come nel caso della Torino-Lione. Oltre a ciò, esso tende a dipingere la figura di Gianroberto Casaleggio come quella di un 'freak' di sinistra visionario e stravagante, mentre invece era un uomo di destra, ammiratore della Lega Nord di Umberto Bossi, presentatosi anche in alcune consultazioni amministrative nelle liste di Forza Italia con esiti disastrosi. E questa 'roba' che ha messo in piedi, utilizzando un comico di successo come Beppe Grillo, ha sempre fatto schifo proprio a chi proviene da storie familiari e culturali autenticamente e convintamente di sinistra. Il Movimento 5 Stelle ha sempre fatto schifo e basta, poiché tra unanimismo popolare rousseauiano ed elitismo liberale esistono, nel mezzo, una marea di altre tradizioni, culture e 'terze vie' che costoro, i 'grillini', neanche conoscono. Alla fine, il loro discorso è lo stesso, identico, di quello dell'attuale Lega di Matteo Salvini: la politica non serve per risolvere i problemi, ma a utilizzarli per intercettare voti. Insomma, questa gente non risolverà mai nulla. Osserviamo, tanto per chiarire ulterirmente il concetto, il loro 'reddito di cittadinanza', vergognosamente spacciato come leva di sostegno della domanda di consumo, o addirittura in quanto reddito universalistico che potrebbe, un giorno, liberare i cittadini dalla schiavitù del lavoro. In realtà, esso non è nient'altro che un sussidio di disoccupazione: uno 'strumento-tampone' che proviene dall'alveo neo-liberista, niente affatto 'di sinistra'. Una reale politica dei redditi dev'essere 'inclusiva'. Deve, cioè, cercare di ampliare i diritti democratici e le possibilità professionali all'interno di un progetto formativo di specializzazione e di riqualificazione del lavoro assai più ampio. Questa gente qui, in realtà, non sa neanche cosa significa, cosa vuol dire veramente "essere di sinistra". Essi rappresentano una generazione tradita dall'incapacità della politica italiana, di tutta la politica italiana, di combattere le disuguaglianze economiche e sociali. In sostanza, la vera colpa ricade su tutti quanti noi, per il modo in cui si è cercato di fare politica sino a oggi, da Forza Italia al Movimento 5 Stelle, passando per il Partito democratico sino ad approdare alle stupidaggini del sovranismo ideologizzato. Tesi e argomenti che non solo non sono riuscite a combattere le tare di fondo dell'economia e della società italiana, ma non hanno saputo nemmeno individuarle o diagnosticarle. Slogan totalmente 'campati per aria' in quanto mere 'astrazioni generaliste'. Era assai più di sinistra Ugo La Malfa nel 1961, ma questa gente non lo capirà mai; era più di sinistra Aldo Moro, ma essi non lo comprenderanno mai; era più di sinistra Bettino Craxi, ma loro non lo ammetteranno mai.


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