Valentina CirilliSi è da poco conclusa la prima rassegna di teatro scolastico dedicato alla Storia contemporanea, che ha portato in scena quasi 300 giovani interpreti che si sono fatti narratori delle pagine della nostra storia più recente. "Mi sento cambiata. D'ora in poi non sarò più disposta ad accettare le ingiustizie che vedo accadere intorno a me. Sento di dover fare qualcosa perché le cose cambino". Così risponde una delle giovanissime interpreti del gruppo 'Dedalus', vincitore del premio 'Be.lla Storia' della prima edizione di 'Be.Festival', alla domanda rivoltale da uno spettatore che chiede cosa abbia significato mettere in scena la crudeltà della triste vicenda di Carlo Giuliani. Non poteva concludersi in modo migliore 'Be.Festival', la prima rassegna di teatro scolastico dedicato alla Storia contemporanea organizzata e ospitata dal Teatro della Cooperativa di Milano e sostenuta da 'Fondazione Cariplo', il 23, 24 e 25 maggio scorsi. Una tre giorni di spettacoli, incontri e laboratori nata per riflettere intorno a un preciso interrogativo: come il linguaggio teatrale può intervenire per colmare le gravi lacune che pervadono la conoscenza della Storia, soprattutto di quella più recente, delle giovani generazioni? Nell'era della rivoluzione digitale e della 'lettura lampo' delle informazioni, il processo di trasmissione della memoria storica nel nostro Paese sta subendo un progressivo regresso. Non è di aiuto un sistema scolastico che, discostandosi dalle esperienze d'oltreoceano, rimane ancora fortemente legato a una cultura del manuale e della parola stampata, rifiutando qualsiasi metodo didattico alternativo. Diviene indispensabile rintracciare nuovi strumenti e nuovi approcci, tramite i quali permettere alla Storia di tornare a fare presa sulle coscienze dei cittadini di domani. Il teatro, attraverso la drammatizzazione e l'interpretazione dei grandi avvenimenti del passato, può essere uno di questi. Da qui è nata l'idea di 'Be.Festival' e delle 11 restituzioni dei laboratori teatrali portati avanti dagli studenti di ben 11 scuole private di teatro e degli istituti secondari di I e II grado del territorio di Milano che vi hanno partecipato, proponendo la loro personale lettura dei grandi episodi legati alla Storia contemporanea. Dal furore sessantottino, protagonista dello spettacolo 'Vogliamo la luna' del liceo linguistico Gentileschi, alle vicende del G8 di Genova, condensate in '01_Una tragedia italiana' della scuola teatrale 'Dedalus'. Non sono mancate le riletture di grandi opere classiche come 'Le donne al parlamento' di Aristofane, che è stato il pretesto per accendere il dibattito sulle questioni sociali più attuali, come il sessismo, la società patriarcale e l'identità di genere nella messa in scena 'Prassy Riot' del liceo Leonardo Da Vinci in collaborazione con 'Sagome Teatro'. È la 'Dodicesima notte' di William Shakespeare ad aver ispirato la riflessione intorno alla tragedia degli sbarchi clandestini che affollano il Mediterraneo nello spettacolo 'Sbarco in Illiria', del gruppo 'Elf teatro'. I grandi drammi dell'essere adolescenti trovano spazio nella creazione 'L'urlo' del gruppo 'Oltreunpò', la cui originalità della messa in scena ha meritato il premio 'Be.lla Creatività'. Il liceo Tito Livio ha invece conquistato il premio 'Be.lla Scena' con lo spettacolo 'Voci dal Campo', liberamente ispirato dal romanzo di Primo Levi, 'Se questo è un uomo', che porta la testimonianza del processo di annientamento all'interno del lager. Un viaggio attraverso le varie anime dell'uomo in diversi momenti storici: dalla differenza tra le razze, le distinzioni di classe, alla difficoltà di essere donna in un mondo di affari e sfruttamento, poste al centro della drammaturgia di 'Le miserie dell'umanità' di 'Comteatro', insieme ai ragazzi del liceo Falcone-Righi. Un percorso di didattica della visione curato da 'Stratagemmi-Prospettive teatrali' ha accompagnato l'osservatorio critico formato da un gruppo di 10 giovani giurati, che hanno seguito con attenzione tutti gli spettacoli annotandone difetti e peculiarità, al fine di decretare i tre vincitori della rassegna. Un festival che fa nascere un 'teatro della memoria' fatto e pensato dai più giovani, in grado di costruire un ponte tra passato e futuro, tra testimonianza storica e nuovi appassionati interpreti della scena.


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