Giuseppe LorinDomenico Letizia, storico e analista geo-politico, laureato in Storia contemporanea presso l'Università 'Federico II' di Napoli, in questi mesi è diventato un caro amico e un prezioso collaboratore. La sue esperienze all'estero e l'attivismo politico svolto per 'Nessuno tocchi Caino' e per la 'Lega italiana dei diritti dell'uomo' (Lidu) sono, per noi redattori di Laici.it, esperienze preziose, che questo esperto di politica estera ci dona con generosità e altruismo. Presidente dell'Irepi (Istituto di ricerca di economia e politica internazionale) ha trattato di numerosi dossier sullo stato di diritto, diritto internazionale umanitario, monitoraggio e diffusione dei diritti umani, proposte di riforma della giustizia. Ha organizzato e partecipato a numerosi convegni, tavole rotonde e conferenze stampa su problematiche legate allo sviluppo sostenibile, libertà e diritti civili, contrasto alla pena di morte, multiculturalismo, libertà di credo religioso, riforme economiche. Ha effettuato numerose visite ispettive, con onorevoli e senatori italiani, presso strutture penitenziarie del nostro territorio, visitando più volte le carceri di Santa Maria Capua Vetere, Arienzo, l'ex Opg di Aversa. Ha visitato e monitorato un campo di sfollati interni, 'Internally Displaced Persons', a una decina di chilometri da Baku, in Azerbaigian. Membro del Consiglio direttivo della Ong 'Nessuno tocchi Caino', membro del Comitato centrale della 'Lega italiana dei diritti dell'uomo' e del Comitato italiano 'Helsinki' per i diritti umani, nonché presidente dell'Associazione 'Amici dell'Azerbaigian Centro Sud Italia' e membro dell'Associazione Giovani Moldavi in Italia, egli è anche componente del gruppo di lavoro 'Carcere e Diritti Umani' del Forum Nazionale dei Giovani. Si è a lungo occupato di numerose problematiche: dal multiculturalismo (Azerbaigian e Marocco) ai rapporti con l'Italia (Azerbaigian, Moldova, Norvegia), dai conflitti irrisolti (Azerbaigian) alla conoscenza delle istituzioni estere in Italia (Norvegia e Israele), dalle politiche energetiche e investimenti (Marocco, Azerbaigian, Norvegia e Israele) alle Organizzazioni non governative (Nessuno Tocchi Caino dal 2016 per numerosissime iniziative, Lidu dal 2015 e con la Fondazione Open Dialog con Interviste sulle problematiche del mondo del Caucaso e dell'aggressione russa all'Ucraina) e ha tenuto conferenze presso Università, Licei e Consigli Regionali. Collabora, inoltre, anche con la Onlus 'We Are', che si occupa di aiuti umanitari e di denuncia delle violazioni dei diritti fondamentali in Siria. Insomma, si tratta di uno studioso di livello, che ci onora con i suoi articoli e reportages dalle regioni più remote del mondo. Di recente, ha dato alle stampe il volume 'Moldova: autentica scoperta'. Lo abbiamo voluto incontrare per chiedergli 'lumi' in merito a un 'angolo' dell'Europa che rimane, agli occhi di molti, misterioso e remoto.  

Domenico Letizia, come mai l'idea di un volume sulla Moldova e sulla sua 'autentica scoperta'?
"Il volume, scritto in collaborazione con Domenico De Lucia, imprenditore casertano esperto di E-commerce, nasce come sostegno e incoraggiamento alla campagna lanciata dalle istituzioni della Moldova per far conoscere il Paese e conquistare i turisti italiani ed europei. La massiccia campagna di promozione mediatica mira a far scoprire un luogo che mantiene stili di vita, tradizioni e valori autentici, legati alla realtà rurale che caratterizza da sempre questo Paese, che si trova al confine tra Russia ed Europa. Grande quanto il Belgio e situata nel cuore dell'Europa orientale, a solo due ore di volo dall'Italia, la Moldova è uno dei Paesi meno visitati dai turisti e uno dei più sicuri al mondo. Il 2018 sembra che riservi particolari sorprese: con 121 mila visitatori nel 2016 e un incremento del 28,6% sul 2015, la Repubblica di Moldova si trova in fondo alle classifiche degli arrivi internazionali dell'Organizzazione mondiale del Turismo (Omt) e il Governo ha deciso di dare avvio ad una concreta promozione del territorio".

Cosa possiamo dire dell'attualità della Moldova?
"Assistiamo a una forte crescita dei rapporti diplomatici, commerciali e politici tra Italia e Moldova. E tale rapporto va studiato, sviscerato e compreso. Si tratta di un Paese giovane, che guarda con estremo interesse all'Europa, che si trova oggi in un periodo di transizione verso una vera economia di mercato, un Paese in crescita: se, nel 2009, la Moldova era in crisi, nel 2014 il tasso di crescita risultava essere del 4,6%. E il rating 'doing business' è salito del 19%. Fino a qualche anno fa, la bilancia degli scambi commerciali moldavi era orientata verso l'est. Poi, l'embargo russo ai vini e alla frutta locale ha portato il 53% dell'export verso l'Unione europea. Gli investimenti stranieri diretti, in particolar modo italiani, sono divenuti importanti: l'Italia è, oggi, il secondo investitore dopo i Paesi Bassi. La maggior parte degli investimenti italiani è di piccole e medie imprese a capitale misto o esclusivamente italiano: sono oggi quasi 1200, per un volume di affari di 150 milioni di euro. L'Italia è inoltre il terzo partner commerciale in assoluto della Moldova nei settori tessile, abbigliamento, meccanico, metalmeccanico, Automotive e agroalimentare. L'agricoltura impiega più del 40% della popolazione attiva moldova. Gli investimenti stranieri rappresentano, per la Repubblica Moldova, una delle fonti di crescita dell'economia nazionale. Difatti, l'influenza sull'economia nazionale è duplice: da un lato, sono i crediti, i prestiti e gli investimenti attraverso i quali il capitale straniero può completare le risorse finanziarie nazionali per l'attuazione del programma di stabilizzazione macroeconomica; dall'altro, il capitale straniero svolge un ruolo fondamentale nella ristrutturazione e modernizzazione dell'economia nazionale. Dal 2010, grazie alla ripresa economica globale e alla stabilizzazione dei principali Paesi investitori nella Repubblica Moldova, si nota un crescente interesse degli investitori stranieri. E il flusso degli investimenti provenienti dall'estero mostrano un aumento significativo. Un importante aspetto che anche la nostra imprenditoria non deve sottovalutare è la forte competitività nel rapporto 'qualità-prezzo', della forza lavoro rispetto, per esempio, alla Cina: i costi di trasporto e logistica sono minimi".

Il volume richiama spesso il concetto di ospitalità: possiamo approfondire?
"L'ospitalità è sacra in Moldova. Le case tradizionali moldave prevedono sempre una stanza per gli ospiti nella quale agli ospiti, turisti o visitatori viene offerto da bere e mangiare. Il territorio della Moldova sulla mappa è come un piccolo grappolo d'uva incastonato tra Ucraina e Romania. Se amate portare a casa dai vostri viaggi non soltanto souvenir, ma anche emozioni indimenticabili e racconti unici da condividere con gli amici, questo Paese vi sorprenderà e vi entusiasmerà. Quando visitate un villaggio moldavo, quasi senza accorgervene vi ritrovate seduti a tavola con il padrone di casa che offre del vino speziato. La tradizione culinaria moldava sorprende per la sua ricchezza, semplicità e sincerità. Tipica è la Zeam_, una zuppa con pasta fatta in casa, oppure la M_m_liga, un porridge solido di farina di mais che viene tagliato con un filo".

Lei insiste molto anche sull'importanza del vino, in Moldova: perché?
"Ho avuto modo di sviluppare una piccola ricerca sull'importanza del vino in Moldova per la Camera di Commercio Italo-Moldava. In tale analisi, ripresa nel volume, ricordo che i vini della Moldova, grazie alla loro qualità e corposità, si attestano tra i primi posti a livello europeo per quantità prodotta, piazzandosi al primo posto per quanto riguarda la produzione nell'est europeo. Sono quattro le principali zone vitivinicole della Moldova, in cui si coltivano vitigni come 'feteasca' e 'rara neagra' e sono: Balti nel nord; Codru regione centrale; Cahul nel sud; Nistreana, nel sud-est del Paese, al confine con l'Ucraina. Alcuni vini prodotti in queste regioni sono stati premiati con la medaglia d'oro in diverse esposizioni internazionali. L'alcool in Moldova è frutto di una storia millenaria: le prime tracce di vigne si possono collocare nel 2800 a.C. Una storia passata poi tra le mani dei mercanti greci e romani, generando la fortuna del Gran Ducato di Stefano III, prima di essere lasciata all'abbandono per tre secoli di dominazione Ottomana. Nel 1812, la Moldova diviene russa a seguito del trattato di Bucarest e riscopre l'alcool. Attualmente, questo piccolo Paese di 3 milioni e 600 mila abitanti, incastrato tra Ucraina e Romania, è il ventiduesimo produttore mondiale di vino. In Moldova, vi è l'1,9% della superficie mondiale di vigne e sono prodotti più di 124 mila tonnellate di alcool all'anno, delle quali il 95% è destinato all'export. Secondo quanto riportato dall'Agenzia mondiale del vino, il settore vitivinicolo conta per più del 20% del Pil del Paese e un terzo delle sue esportazioni. In Moldova, si svolge ogni anno la festa del vino: un modo consueto di celebrare la fine della vendemmia e le viti della prossima generazione. In tutto il Paese, la prima pressione del vino non fermentato, chiamato ravac, viene schiacciato in botti e bevuto con entusiasmo dalla gente del posto e visitatori. Si tratta di una parte molto importante della cultura moldava. La festa del vino avviene nella città di Chisinau, la capitale della Moldova. L'elemento più affascinante di analisi è la miscela di enologi professionisti e non professionisti che prendono parte alla processione annuale, che si estende sul viale Stefan cel Mare, asse centrale della città, fino al centro fieristico Moldexpo. Unire la passione, la preparazione e l'imprenditoria italiana con la cultura del vino in Moldova non può che generare un prodotto di qualità e la capacità di sviluppare impresa come raramente possiamo costatare in altri parti del globo".


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