Lorenza MorelloInvece di fare quello che tipicamente si fa per invogliare il lettore ad arrivare alla fine di un articolo, dissertare lungamente per poi, solo alla fine, arrivare ad esprimere (quando c'è) il proprio pensiero, io come la penso sulla questione migranti ve lo dico subito. Così, nel caso, si può anche smettere di leggermi immediatamente. Quello che penso (e non solo sull'ultima vicenda di questi giorni della nave Aquarius, ma da molto tempo a questa parte) è che sulla vicenda migranti abbiamo perso. Tutti. E adesso, per chi ha voglia di proseguire la lettura, spiego anche perché. Abbiamo perso, perché abbiamo anteposto la politica all'umanità. E questo è riprovato dal 'vomitevole' (aggettivo ritornato prepotentemente in auge in queste ore e direi che ce n'è ben donde...) rimbalzo di responsabilità: Malta rimbalza sull'Italia, che rimbalza sulla Spagna. E la Francia ci rimbalza tutti. Ma anche la sinistra rimbalza sulla destra. E questa gli rimbalza, di ritorno, le responsabilità del '93, con i 'pentastellati' che cercano di rimbalzare gli alleati di governo, ma che intanto sono stati a loro volta rimbalzati dagli ultimi risultati amministrativi. Insomma, a suon di rimbalzi, per forza viene il vomito. Ormai la politica predilige gli slogan alle azioni concrete (d'altronde, basta un buon comunicatore e il gioco è fatto: poi mica devi dare seguito a quel che si è appena affermato...). "Aprite i porti" é uno slogan immediato e comprensibile per opporsi al 'signore degli slogan' per eccellenza e attuale ministro degli Interni. Ma poi finisce lì. Come i tanti assembramenti di piazza che, con cadenza settimanale, si organizzano in tutta Italia. Battute amare a parte, quello che svilisce è che tutti, nessuno escluso, stanno cercando di spostare l'attenzione dalla questione vera, declassando a 'problema politico' quella che è un'emergenza umanitaria che arriva da lontano. È dovere dei ministri degli Esteri e degli Interni di tutti i Paesi coinvolti mettere l'Europa nelle condizioni di porre ogni singolo Stato membro di fronte alle proprie responsabilità, smettendola di giocare con la vita della povera gente. L'Europa, di cui tanto e troppo si parla, ma di cui sempre troppo poco si conosce veramente, deve iniziare a 'investire' sulle migrazioni, non solo organizzando corridoi umanitari, ma anche contrastando i trafficanti di persone e gli 'scafisti', organizzando altresì l'accoglienza e l'integrazione in tutti i Paesi europei attraverso flussi governati e ben gestiti, in prima persona, dalla stessa Unione europea. La Francia - e parlo da persona che ha vissuto per 18 anni della propria vita a 30 minuti di macchina dal confine e che, per tali motivi, ritiene di avere chiara cognizione di causa - ha sempre difeso se stessa e il proprio agire, ma anche i terroristi (chi non ne avesse contezza verifichi alla voce: Battisti) e non si è fatta minimamente scrupolo di bombardare la Libia, scatenando un caos politico di proporzioni gigantesche. Perché è fondamentale andare all'origine dei fenomeni, se si vuol veramente comprenderli. Diversamente, è solo qualunquismo. E da quello sì, che viene voglia di scappare.


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