Siamo grossomodo favorevoli all'idea esposta in questi giorni dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti, per una reintroduzione del servizio militare di leva, affiancato ovviamente anche dall'opzione civile. Evitando, però, di ripristinare 'sic et simpliciter' quel che vi era prima dell'abrogazione, ovvero una condizione in troppi casi caratterizzata da 'nonnismi', disorganizzazione e paghe bassissime. La funzione dell'Esercito italiano e delle nostre Forze Armate non può certo essere, all'alba del terzo millennio, quella della semplice difesa dei nostri confini nazionali, oppure delle guerre di 'posizione' dei primi del '900. Dunque, bisognerebbe incardinare una riforma più ampia e complessiva, finalizzata ad attualizzare e modernizzare compiti e funzioni. Il 'nonnismo' della Naja non era un fenomeno di massa, bensì riguardava alcune minoranze di soldati perennemente annoiati poiché privi di incarichi o qualifiche. Chi, come il sottoscritto, ha potuto svolgere funzioni più specifiche e specializzate, ha avuto modo di prendere il meglio da quell'esperienza, soprattutto sotto il profilo autorganizzativo e dell'applicazione costante di regole e princìpi. Chi veniva bene addestrato e specializzato tramite apposite 'scuole' e 'corsi', di certo non aveva tempo per perdersi in facezie, o nell'organizzare scherzi di cattivo gusto ai danni dei propri commilitoni. Inoltre, oggi si potrebbe ricorrere all'impiego operativo anche delle ragazze, le quali potrebbero svolgere un ruolo non indifferente di democratizzazione interna e di 'sdrammatizzazione' psicologica nei momenti difficili: eventualità sempre presenti nei nostri distinti corpi armati. Insomma, l'idea del ministro Pinotti, una 'maschiaccia' genovese con la testa sulle spalle (per una volta, vivaddio...) non è affatto peregrina. Quel che manca, oggi, a molti giovani, è proprio un punto di riferimento. E la maggior parte di loro, nel momento e nella misura in cui si ritrovano di fronte a regole chiare e obiettivi concreti, finalmente riescono a sentirsi, anche sotto il profilo psicologico, nel proprio 'elemento' come pesci nel mare. Il problema italiano non è la mancanza di regole, bensì quello delle troppe contraddizioni insite nella nostra società attuale. L'Italia non sta solamente attraversando una profonda crisi economica, ma proviene anche da una lunghissima transizione culturale, ideale e morale. Pertanto, provare a riconsegnare allo Stato il proprio ruolo di stimolazione del senso del dovere individuale può essere una delle soluzioni praticabili. Il servizio di leva e quello civile possono servire ai nostri giovani per conoscere meglio se stessi e tornare ad amare, con maggior convinzione e altruismo, i nostri valori più autentici e profondi, al fine di aver cura del nostro immenso patrimonio artistico e culturale con spirito e funzioni, finalmente, più consapevoli e coerenti.