“Di quando in quando, i giornali mettono sotto gli occhi del ‘borghesuccio’ tedesco che, qua o là e per la prima volta, un negro è diventato avvocato, insegnante, magari pastore, addirittura tenore drammatico o alcunché di simile. Mentre la sciocca borghesia, stupìta, prende conoscenza di un così prodigioso addestramento, piena di rispetto per questo favoloso risultato della pedagogia moderna, l'ebreo sa costruire molto furbescamente con ciò una nuova prova della giustezza della sua teoria sull'eguaglianza degli uomini da inculcare nei popoli. Questo depravato mondo borghese non sospetta che si tratta, in verità, di un peccato contro ogni ragione; che è una pazzia criminale ammaestrare una ‘mezza scimmia’ fino al punto di credere di averne fatto un avvocato, mentre milioni di appartenenti alla più alta razza civile devono restare in posizioni completamente indegne e marginali”. Questo era il pensiero di
Adolf Hitler nei confronti dell'umanità presa nel suo complesso. E questi sono i principi in cui si riconosce, ancora oggi,
Anders Breivik, quel
'simpatico ragazzotto' che ha ucciso, nel luglio del 2011,
77 persone, prima piazzando un’autobomba davanti alla sede del parlamento di Oslo e, in seguito, recandosi presso l’isola di
Utoya allo scopo di assassinare, con un fucile automatico di precisione,
69 giovani laburisti che stavano facendo campeggio estivo. Che brava persona, costui, non è vero? Egli sì che meriterebbe un soggiorno gratuito in albergo, casomai si ritrovasse in un momento di difficoltà. Ebbene, proprio per riuscire a fissare nella nostra memoria le
'epiche gesta' del signor
Breivik, nei prossimi giorni
Rai 5 trasmetterà una riproduzione televisiva dell’opera teatrale
‘Utoya’, andata già in scena nei mesi scorsi e con meritato successo a
Milano, ispirata al libro del collega dell’Agi,
Luca Mariani, intitolato:
‘Il silenzio sugli innocenti’, edito da
Ediesse. Invitiamo dunque amici e lettori a seguire l’evento, anche se il teatro, visto in televisione, certamente non produce le medesime emozioni di quando lo si può vivere e ammirare
'dal vivo'. Tuttavia, in questo caso l’aspetto
‘puristico’ delle
'perfomances attoriali' c’entra relativamente: quel che più conta è comprendere cosa sia successo e attraverso quale
doloroso ‘momento-soglia’ possa essere
‘rifondato’ il nostro senso di pace, fratellanza e appartenenza
all’Europa unita. Perché da quella
'maledetta giornata' di luglio del
2011, il dolore non ha più soltanto un
‘volto’, bensì ne possiede
77. E la maggior parte di quei volti erano di
giovani laburisti europei che ci chiedono, oggi, di respingere, in futuro e per sempre, gli egoismi e i nazionalismi reazionari di
'gentaglia' come
Adolf Hitler e
Anders Breivik. E noi li respingeremo, poiché la sorte toccata a quei ragazzi ci ricorderà esattamente il motivo per cui
l’Unione europea è stata ideata e fondata. E se certi
allevatori di vongole hanno paura di perdere il loro posto di lavoro, ebbene sappiano, costoro, che professare certe idee significa
rievocare il terrore vero e proprio,
l’abisso morale dei campi di concentramento contro i più deboli, gli emargianti e gli
‘innocenti’, come ha voluto ricordarci
Luca Mariani sin dal titolo di questo suo magnifico lavoro. Dunque,
lunedì 31 ottobre, alle ore 22.00 circa, noi tutti assisteremo, su
Rai 5, all’opera teatrale dedicata alla
strage di Utoya, proveniente, peraltro, dai successi ottenuti quest’estate presso il
Festival dei due mondi di
Spoleto. E siccome noialtri
intellettuali ‘radical chic’ abbiamo tempo e modo, seguiremo anche le repliche di
mercoledì 2 novembre, alle ore 11.00, giovedì 3 novembre alle ore 15.25 e, perché no, anche quella di
sabato 5 novembre, alle ore 17.00 circa. Invece,
voialtri di Goro, Gorino e ‘strapaesotti guareschiani vari' potete pure continuare a
raccogliere le vostre vongole e ad
abbassare la schiena. Così potrete rimanere nella posizione fisica più adatta per continuare ad accogliere, serenamente, quel degno futuro di
umiliazione, fatica e
schiavitù che ci tenete tanto a
professare e
difendere. Sino allo
'stadio anale’.