Ilaria CordìNell'ambito della promozione e della protezione dei diritti dell'uomo, la Francia è fortemente impegnata a favore del rispetto nei confronti delle donne: ne abbiamo parlato di recente a Palazzo Farnese con l'Ambasciatrice di Francia in Italia, S. E. Catherine Colonna.

Eccellenza, innanzitutto vogliamo chiederle la motivazione del premio recentemente assegnato al progetto 'Gli abiti di Maria Anne' che l'Ambasciata di Francia in Italia ha voluto dedicare alla memoria di 'Maria Anne Erize', la modella franco-argentina 'desaparecida' negli anni '70 durante il regime militare di Videla: perché è importante ricordare le vicende di questa magnifica ragazza?
"Marie Anne Erize incarna un simbolo molto forte della resistenza alla dittatura argentina. Il caso è molto conosciuto in Francia: numerosi francesi sono stati vittime di quella dittatura. Le autorità francesi conducono da diversi anni una campagna di cooperazione insieme alle autorità argentine contro l'impunità e per la difesa dei diritti dell'uomo. Ma Marie Anne Erize è stata anche una giovane donna impegnata in difesa dei più deboli, che non ha esitato ad abbandonare la propria carriera di modella e indossatrice per dedicarsi totalmente alle persone in difficoltà e dare il proprio sostegno agli immigrati e agli indigenti. E questa è un'altra ottima ragione per onorare la sua memoria".

L'Ambasciata di Francia in Italia sta dimostrando una spiccata sensibilità verso le tematiche sociali, in particolar modo nei riguardi delle donne: lei ritiene che l'Italia abbia bisogno di un sostegno maggiore, in queste tematiche? E perché, secondo Lei, il nostro Paese appare così statico, anche mediaticamente, in questo campo?
"In questi ultimi anni, i diritti delle donne sono comunque progrediti in Italia. Nel mondo del lavoro, la legge 'Golfo-Mosca', simile alla legislazione francese, ha permesso di raddoppiare la percentuale di donne nei consigli di amministrazione delle grandi imprese. Inoltre, alcune donne sono state nominate, in questi ultimi anni, a capo di numerose grandi imprese pubbliche. La legge sulla parità (normativa sulle cosiddette 'quote rosa', ndr) ha anche fatto aumentare la rappresentanza politica femminile. Tuttavia, molto resta ancora da fare, sia in materia di lotta contro le violenze sulle donne o di disuguaglianza, sia in termini di occupazione e di stipendio, in cui anche la Francia ha ancora molta strada da fare".

Dunque, è stata una buona idea intitolare a Roma un centro antiviolenza in ricordo di Maria Anne? Perché? E perché avete ritenuto opportuno premiare l'iniziativa della signora Stefania Catallo?
"Intitolare un centro antiviolenza alla memoria di Marie Anne Erize sottolinea la volontà della 'Fondazione Up', che noi condividiamo, di non dimenticare tutte le donne che, come lei, hanno subito violenze e aiutarle a superarle. Il progetto della signora Catallo, 'Gli abiti di Marie Anne', che intende sviluppare una nuova linea sartoriale in un quartiere difficile di Roma, è molto originale, poiché coinvolge la creatività delle donne escluse e le aiuta a ritrovare sicurezza in se stesse, dando loro, in primo luogo, fiducia. Inoltre, prende in considerazione divere situazioni di esclusione: si rivolge tanto a ex-detenuti quanto a donne che hanno subito violenze, o che sono escluse socialmente".

L'emancipazione femminile nel mondo: anche alla luce del dolore che ha colpito la Francia con gli attentati dello scorso novembre 2015, esiste un problema della condizione femminile nell'islam, oppure questo è solamente un pretesto per provocare uno scontro di civilità?
"Gli attentati del novembre 2015 sono il prodotto di terroristi che nulla hanno a che vedere con l'Islam. Detto questo, la Francia è fortemente impegnata a favore del rispetto dei diritti delle donne nel mondo, cosa che costituisce una delle priorità della sua azione nell'ambito della promozione e della protezione dei diritti dell'uomo, ivi compreso, naturalmente, il mondo musulmano".

Lei crede al 'sogno' degli Stati Uniti d'Europa? E sarà possibile vedere le donne, un giorno, alla guida di una simile superpotenza mondiale?
"Malgrado le difficoltà attuali, è incontestabile che l'Europa abbia progredito molto da 60 anni in qua, sia nell'approfondimento della sua costruzione, sia per il numero dei suoi Stati membri. Per far rivivere il 'sogno europeo' dobbiamo lavorare, come la Francia e l'Italia si stanno adoperando a fare, per prendere decisioni concrete, che migliorino la vita dei cittadini europei sulla sicurezza, l'occupazione e la crescita. Certamente, nelle alte sfere europee le donne sono ancora troppo poco numerose, ma si può notare che il capo del Governo tedesco è una donna, così come la responsabile della politica estera dell'Unione e la metà della Commissione europea. Da qualche anno, il 'sessismo' nei confronti delle donne che hanno alte responsabilità è sempre meno opportuno, almeno nei mass media: dunque, una donna a capo degli Stati Uniti d'Europa? Perché no"?




(intervista tratta dal mensile 'Periodico italiano magazine' n. 18 - aprile 2016)
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